007.

697 31 2
                                    

Anastasia mi guardò confusa, corrugando la fronte. "Non ricordi cos'hai sognato?" Domandò, tenendo il suo sguardo su di me. Mi sentii quasi in soggezione da quei suoi occhi fissi sulla mia figura perciò abbassai lo sguardo, concentrandomi sul lenzuolo bianco.

"Io... non lo so. Magari era davvero un incubo orribile e il mio subconscio l'ha subito eliminato, non credi?" Mi sentii incredibilmente confusa, prendendomi la testa tra le mani, sentendole tremarmi come non avevano mai fatto.

Il mio corpo era accaldato e sentivo i capelli dietro la nuca lievemente umidicci, alcuni erano persino attaccati al collo a causa del sudore. Sentii una mano di Ana posarsi sulla mia schiena, cominciando ad accarezzarmi dolcemente.

"Beh, l'importante è che sia passato. Il polso come va?" Mi ricordai in quel momento del mio polso. Lo controllai immediatamente, notando le garze lievemente ingiallite e stropicciate; la perfetta bendatura che mi aveva fatto Louis si era ormai rovinata.

Cercai di muoverlo un po', sentendomi sollevata quando il dolore era ormai nullo. "Riesco a muoverlo tranquillamente." Le spiegai, cominciando a rotearlo anche davanti a lei.

Sentii le ossa scrocchiare un paio di volte, ma non faceva male come prima, anzi. "Proviamo a sbendarlo?" Chiese, guardandomi.

Annuii, chiedendole aiuto con lo sguardo. Senza dire nulla, Ana iniziò a trafficare con la bendatura, stando attenta a non urtarmi troppo violentemente il punto dolorante. Quando le garze furono tolte completamente, sorrisi entusiasta quando vidi che anche il gonfiore e il colore violaceo erano spariti.

Guardai Ana con un enorme sorriso stampato sul volto. "Woah! Accidenti, sembra che non sia successo nulla" esclamò entusiasta anche lei.

"Incredibile. Penso che la pomata abbia fatto decisamente effetto" commentai, riprendendo a muovere il polso, cercando di riabituarlo al movimento con calma.

"A proposito, che ore sono?" Donandai, cominciando a guardarmi intorno alla ricerca di un orologio. Non riuscivo a trovarne mai uno in quel luogo.

Ana si sporse sul letto, raggiungendo il comodino accanto. Seguii i suoi movimenti con lo sguardo, notando una piccola sveglia digitale poggiata su di esso. "Sono le sette. Se vuoi, puoi andare a farti una doccia, penso io a sistemare i nostri abiti." Mi sorrise amorevolmente, alzandosi dal letto e porgendomi la mano.

"Oh mio dio, ti ringrazio infinitamente" sospirai, afferrando la sua mano per scendere dal letto. Quando mi ero rintanata in camera, non mi ero nemmeno badata di salire nel mio, gettandomi su quello di Ana per dormire.

"Mi spiace per il letto, ma ero totalmente stravolta" ammisi, grattandomi la nuca imbarazzata. Vidi Anastasia scuotere la testa, dando vita ad una risata pura e cristallina.

La vidi chinarsi sulla sedia in cui avevo appoggiato tutti i vestiti, prese una canotta nera di pizzo, un paio di jeans neri skinny e, aprendo il secondo cassetto del comodino, afferrò dell'intimo, anch'esso nero.

Me li porse, ridendo. "Coraggio tesoro, corri a fare una doccia e scendiamo a cena, hai decisamente bisogno di mangiare, sei a digiuno da tutto il giorno" e, senza nemmeno farlo apposta, il mio stomaco iniziò a brontolare violentemente, facendomi sentire la fame.

Avevo decisamente bisogno di cibo, mangiare e bere qualcosa, cominciando a sentire anche la bocca secca. "Credo tu abbia ragione" risi insieme a lei, cominciando a dirigermi verso il bagno della camera.

Appoggiai la mano sulla maniglia metallizzata, ma prima di aprire la porta, mi bloccai, voltandomi verso la mia compagna. "Ana, come sta Rory?" Mi ricordai di domandare, sentendomi preoccupata per lei.

Level 18.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora