capitolo 16

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Vengo svegliata da un movimento furtivo del mio letto da parte di Jack. Lo spostamento mi fa sentire il freddo della stanza sulla mia pelle. Mi raggomitolo di nuovo sotto le coperte, fingendo di dormire, ma in realtà lo osservo furtivamente.

I suoi capelli costantemente spettinati sbucano dal collo della camicia bianca, non appena se la infila, e afferra con una mano le scarpe e con l'altra i calzini. Esce dalla stanza senza fare il minimo rumore, come se non fosse mai stato qui. Contati 10 secondi, mi siedo sul letto, fissando assorta nei miei pensieri la porta chiusa.

La mattina mi ha sempre rilassato, eppure questa non è come le altre. Finalmente mio padre mi racconterà tutto ciò che devo sapere, tutto quello che sto cercando di estorcergli da anni. Potrò scoprire di più, su cosa di preciso non lo so, ma la curiosità mi sta logorando dentro. La nostra famiglia ha dei segreti? Quali? Di che si tratta? Ha a che fare con mia madre?

E poi voglio sapere del padre di Jack. Che diamine c'entra lui con la nostra famiglia, o su quello che fa mio padre nei boschi? Non riesco minimamente a concepire niente di attendibile. Nei boschi si caccia, al massimo ci si vive, ma mio padre mi sta tenendo nascosto qualcosa che non riuscirò a capacitarmi finché non lo vedrò con i miei occhi. E non sto più nella pelle nel saperlo.

《 Ho diciotto anni... 》ammetto. Mi sembrava il meno fino a ieri sera. E invece oggi il fatto di essere maggiorenne sembra una questione di stato.
Che diamine: sono maggiorenne!

《 ... di già? 》è l'unica cosa che riesco a buttar fuori dalla mia bocca. Sembra solo ieri che giocavo sulla soglia della mia camera, a cinque metri da dove mi trovo io ora. Stavo lì per terra, con i miei omini di legno, le mie scatole piene di cianfrusaglie, di oggetti che ora non so nemmeno dove siano finiti. Guardavo il mondo da tutt'altra prospettiva, era tutto così immenso. A esplorare la cucina ci impiegavo un giorno intero. E le scale, quelle si che erano una letterale montagna da scalare.

E ora, a distanza di anni, sembro una persona completamente diversa. Non penso che la me di una decina di anni fa mi riconoscerebbe, o addirittura che vorrebbe riconoscermi. Non sono di certo la persona che speravo di diventare. Forse sono diventata proprio ciò che temevo...oppure qualcosa di meglio. Eppure il tempo passa così velocemente, che mi ci sto perdendo dentro.

Come sarò tra dieci anni, invece? Come farò? Chi perderò? Da vecchia... che farò?

Qualcuno sta bussando alla porta. Mi volto e incrocio lo sguardo con quello di Jack. La sua testa fa capolino appena, con la sua chioma spettinata e un ghigno divertito.

《 Buongiorno, Milady. 》 enuncia, allegro.

《 buongiorno, Frost 》rispondo, con un cenno di sfida. Lui non sopporta che lo chiami di cognome, lo fa sentire più vecchio di quel che vuole sembrare. Socchiude gli occhi e fa un broncio divertito, prima di sedersi sul letto, parallelo a me e sporgendosi per avere un bacio. Dopo averlo accontentato, si sbilancia indietro di poco e mi guarda sorridente, mentre mostra cos'ha tra le mani.

In bella vista, una coppia di biscotti fa capolino tra le sue dita, come se avesse appena fatto un trucco di magia. Sorridente, ne prendo uno e lo addento. Lui fa lo stesso col suo, mangiandolo tutto in un boccone.

《 quanta crudeltà. 》ammetto, simulando un tono tragico per il povero biscotto finito tra le sue fauci. Si limita a ridacchiare, a incrociare le gambe e a intrecciare le mani, quasi stesse aspettando qualcosa da me.

Mi appoggio allo schienale del letto.《 gli auguri non me li fai? 》domando. Gli nasce un ghigno sul volto e fa spallucce. 《 tuo padre mi ha imposto di non dire niente prima che tu esca da qui. Vuole essere lui il primo a farteli. E ovviamente non senza un'entrata a effetto. 》dice, sghignazzando come suo solito. Mi lascio sfuggire una risata e gli prendo una mano. 《 beh, tanto non può sentirci da qui. Con la porta chiusa, per di più. 》《 non voglio rischiare la vita. Sono troppo importante perché tu mi perda. 》controbatte, inarcando le sopracciglia e mostrando le fossette.

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