capitolo 4

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"Cara Miriam, mi dispiace tanto per quello che è successo. Scusami per la mia trascuratezza verso di te, ma ho conosciuto questi ragazzi e Clara, e devo dire che sono veramente fantastici. Non volevo assolutamente che succedesse, ma per colpa mia ora tu mi odi e non passo più tempo con te. Come biasimarti, dopotutto. Tu sei sempre stata l'unica persona che mi capiva veramente. È per questo che non voglio perderti. Spero che tu possa capirmi e che, se lo desideri, ti possa presentare ai ragazzi e...e a Clara. So che la consideravamo una viziatella, ma se la conosci a fondo non è così male. Se vuoi, vieni alla finestra della mia camera. Ci tengo che tu rimanga al mio fianco.
-J"

A leggere quelle parole mi venne un groppo in gola. Chi mi dice che sia anche questa una scusa? In un qualche modo non riuscivo più a credere in quello che mi scriveva, né in quello che era. Non era più il Jack con cui passavo giornate intere insieme. Credo proprio che... che non lo vedrò più. Ora c'è il nuovo Jack. Un Jack che faccio fatica ancora oggi a comprendere e a conoscere.

È passato un anno ormai da quella volta. Non ci incrociamo molto per il villaggio, io rimango quasi tutto il giorno nel bosco, da sola, in tranquillità, al contrario suo che rimaneva al villaggio con i suoi amici.
Inevitabilmente, i nostri destini si sono separati.
Eppure, inspiegabilmente, il mio sentimento non è mutato. Nonostante tutto, nonostante il doppio gioco fatto, i suoi falsi amici, Clara e tutto il resto, non sono riusciti a scalfire effettivamente il mio cuore e quello che provo per Jack.
Sono impazzita. Sono sicuramente impazzita. Impazzita per un ragazzo.

Non sono normale. Assolutamente.

Come fa a piacerti? Dio mio praticamente non ti parla più, non avresti comunque nessuna speranza per far tornare le cose come prima.

L'amore è cieco, cervello. E comunque, ormai non ci penso più di tanto. Non serve a niente piangere sul latte versato, ha fatto la sua scelta, voleva loro come suoi amici, e non una ragazzina appiccicosa e maldestra. Una ragazzina che deve assolutamente uscire ora. Sono in ritardo per la caccia.

Prendo subito la roba e mi fiondo fuori dalla mia camera, diretta verso l'uscita. Mi raggiunge puntualmente mio padre alla soglia, mettendo a posto il colletto della camicia.

《hai tutto con te? ti ricordi cosa devi fare? e come devi essere?》faccio un respiro profondo, udito fin troppo bene dalle orecchie di papà.

《si padre. Ho il pugnale e la corda. devo essere paziente, e non impulsiva...lo so.》《bravissima la mia cacciatrice provetta.》guardo in casa ma non vedo nessun'altro, oltre me e papà.

《lea è già al lavoro?》《Sì, oh... aspetta. Tieni: portaglielo al negozio, sicuramente è la. È il pranzo, oggi fa il turno continuato. Non può mangiare con noi.》《sì padre...》《oh e ricordati-》ma non conclude ciò che voleva dire. Il mio sguardo basta per fargli capire cosa sto pensando.

《cercherò di trovarlo.》lo rassicuro.
Gli lascio un bacio sulla guancia ed esco dalla porta d'ingresso. É presto, ma così evito incontri indesiderati.

"lontano dagli occhi, lontano dal cuore"

Mio padre mi saluta con la mano e chiude la porta alle mie spalle. Rimango sulla soglia, osservando il giro che non ci sia nessuno. Mi sporgo ancora un po', e noto davanti all'entrata del bosco il famoso gruppetto di ragazzi, e tra loro riconosco subito la chioma scura di Jack.

Mi metto dritta con la schiena, appoggiandomi alla porta. Prendo un bel respiro, poi mi spingo in avanti e mi dirigo il più velocemente possibile all'interno del bosco.

Noto subito lo sguardo di Jack su di me. rimane dove si trovava, spostando solo i suoi occhi. I suoi lineamenti il suo portamento diventano ogni giorno sempre più attraenti.

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