capitolo 21

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I mesi passavano. Come sempre del resto. Il dodicesimo compleanno di Jamie arrivò, come il tredicesimo, il quattordicesimo, diciassettesimo... fino ad arrivare al famoso e importante diciottesimo.

Per un adolescente molto importante, si diventa maggiorenni, puoi comprare bevande alcoliche senza falsificare la carta d'identità, prendere la patente, andare in discoteca fino alle quattro del mattino, coprifuoco eliminato... è un vero trionfo.

Per le femmine credo sia un po' diverso. A me non è cambiato molto a dire il vero. Ero felice di questo solo perché papà mi doveva raccontare tutto sulla nostra famiglia, il suo lavoro e di tutto quello che mi ha tenuto nascosto per tutti quegli anni. Ma non accadde, e anzi fu un completo disastro. 

È ancora mattina. Sono ancora sulla poltroncina davanti alla finestra, nella camera di Jamie. Perché sono qui? Ma perché voglio essere assolutamente la prima a fare gli auguri di compleanno al maggiorenne.

Il sole sta sorgendo, e nel silenzio più totale, la sveglia comincia a fare quel rumore assordante e metallizzato, per aiutare Jamie a svegliarlo. Jamie si è ancora una volta dimenticato di disattivare la sveglia, ma siamo in vacanza ragazzo! L'unico periodo dell'anno in cui puoi staccarla e non lo fai?

L'ho aiutato molte volte, sia per lezioni di recupero che nelle verifiche, ma non solo per la sua media il mio contributo non è venuto a mancare, anche con i bulli, le amicizie, la vita sociale e tanto altro ancora. Infondo gli devo molto.

Siamo praticamente fratelli. Non di sangue, ma siamo legati a tal punto che se ci chiamassero fratelli non ci dispiacerebbe, lo prenderemmo come un complimento. Ma nessuno ci chiamerà così. Mi ritengo la "nuova arrivata" a Burgess, poiché tutti credono sia la tranquilla e simpatica ragazza della porta accanto, trasferitasi dal Canada per il lavoro. Ovviamente solo Jamie sa la verità, e sarà l'unico.

Una chioma castana sbuca fuori da sotto il cuscino e da quella coperta estiva, che copriva fino a un minuto fa quel "bambino" cresciuto troppo... sembra ieri che l'ho conosciuto.

《 maledetta sveglia...》si lamenta Jamie con una voce roca e chiusa per il sonno, spettinato, assonnato, e sognatore. Schiaccia con violenza la sveglia per bloccare quel rumore assordante e si rimette con la testa sotto il cuscino.

Solo in un secondo momento si accorge della mia presenza nella stanza e, con un movimento fulmineo, si tira su in piedi sopra al letto, coprendosi con la coperta e mi fissa con gli occhi sgranati;《 tu che ci fai qui!? 》 mi domanda tutto rosso.

《...Sorpresa? 》esulto molto tranquillamente, rimanendo sempre seduta sul divanetto e alzando le mani per la gioia, sempre cercando di non fare rumore per non farsi sentire dalla famiglia di Jamie. Le sue guance cominciano a colorarsi di rosso e una smorfia strana segue subito dopo: il suo cervello st piano piano ingranando il fatto che oggi sia il suo compleanno e sbarra gli occhi.

《 SONO MAGGIORENNE! 》 e, mentre esulta vittorioso, alza verso l'alto le braccia e saltella sul  materasso, liberandosi della coperta. Scoppio a ridere per l'urletto che ha fatto e scendo dalla poltrona.

《 Scusa...》 comincia a sorridere come un ebete, mentre recupera velocemente una maglietta dal comò e se la infila.

《 da quando in qua fai palestra? 》 gli domando poi, giusto per stuzzicarlo. So perfettamente perché, ma le sue espressioni alle mie domande scomode sono impagabili.

《 da quando ho scoperto che alle ragazze piacciono i ragazzi muscolosi 》 mi risponde tutto convinto, gonfiando il petto con fare ironico.

《 più che rimorchiare cavi un occhio a qualcuno 》 continuo, provando a mettere a posto qualcosa della sua camera costantemente in disordine.

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