capitolo 19

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Mamma mia che vita. Che strana vita è questa. I miei piedi si muovono da soli, camminando per una delle vie principali di Parigi. Una corrente fredda si fa spazio tra le persone, nell'aria, scompigliando leggermente il mio ciuffo color biondo cenere.

Non so più che fare. Si, sono immortale, posso fare quello che voglio ora.

Ma ho qualcosa che mi manca, si lo so fin troppo bene cos'è, e proprio quando ho questa sensazione che iniziano i morsi della depressione. Mi mancano i miei genitori, mi manca da morire jack... quella sera devo aver sognato, per lo shock ho immaginato di avere davanti a me il suo fantasma e potergli dire qualcosa...Ma non è così. Lui è morto. Non posso...Non...

Basta Miriam.

"Ti devi distrarre. Fai qualcosa, qualsiasi cosa, basta che non pensi al tuo passato. Un qualsiasi cosa. Gira per le vie principali, guarda cosa stanno facendo, partecipa a un qualsiasi attività, entra in un bar, guarda i negozi, distogli la testa dai soliti pensieri."

E infatti, dopo il consiglio della mia coscienza ottimista, trovai qualcosa che poteva essere adatto a me. Per così dire. Possiedo poteri inimmaginabili, più grandi di me e molto pericolosi. Mio padre saprebbe usarli molto meglio di me. Ma li ho io. Come posso fare la differenza con così tante capacità a disposizione?

La risposta arrivò quasi subito. Scritta su locandine tappezzate su tutti i muri della città.

"SALVIAMO LA FRANCIA! ARRUOLATI ED ENTRA NELL'ESERCITO!"

...

E così mi arruolai. Lottai per la Francia per un intero anno, fino alla fine della guerra, quella che più tardi verrà chiamata guerra dei sette anni. Mentre combattevo, molti soldati caduti poco dopo in campo, nei giorni che seguirono, ne parlavano a tratti. Ascoltavo molte conversazioni tra molte persone, soldati, infermiere, generali, e potei sapere ogni volta come procedevano i progressi della guerra. Le radio sempre accese, i messaggi telegrafici pure, dormivo nei dormitori con quel rumorino nelle orecchie, che ben presto divenne una melodia, anche se un po' robotica e inquietante.

Dopo questa esperienza, capii che potevo aiutare vite innocenti, per così dire, dall'orrore della guerra. Combattei per anni, sempre con nomi diversi e con atteggiamenti diversi per non farmi scoprire e per non lasciare tracce del mio passaggio. Combattei in diverse guerre prima di fermarmi definitivamente. Vedevo che continuando a combattere non cambiavo molto il destino degli stati che combattevano, così aspettai che arrivasse l'occasione giusta, la guerra che sarei riuscita a cambiare le cose, realmente.

Dopo anni, la mia occasione arrivò,  e purtroppo per due volte: prima e seconda guerra mondiale.

Nella prima, combattei per tutti e quattro gli anni al fianco dell'Inghilterra (DIO SALVI LA REGINA! Era giornaliero dirlo) e nella seconda al fianco degli italiani, dei francesi, inglesi, e alla fine americani, più una missione speciale per il Fuhrer. Diciamo contro il Fuhrer. Molti uomini al mio fianco morirono, ma un mio compagno di guerra, che il nome penso sia jhonson, jhoan, non me lo ricordo, ha trovato la stanza dove Hitler, nel pieno della pazzia, si era suicidato. Ci siamo tolti un peso.

Ma i trecento anni della mia nuova vita non si basavano solo sulla guerra, mi arruolavo quando c'era bisogno di una come me, una che potesse cambiare, anche di poco, la faccia della medaglia della storia.

Negli anni in cui non combattevo, vivevo una vita abbastanza tranquilla, esplorai ogni centimetro di questo pianeta, notando giorno per giorno ogni minimo cambiamento radicale, naturali o artificiale. Imparai tante lingue, chi meglio e chi peggio, di buona parte dei paesi europei. Tentai con quelli dell'estremo Oriente ma... Non ci saltavo fuori con gli ideogrammi.
Esplorai ogni posto, ogni minima isola, ogni città, ogni bosco, lago, prateria... più gli anni passavano e più riuscivo a controllare la mia sete quasi alla perfezione, riuscendo ad assistere molti soldati in battaglia senza perdere il controllo della mia sete alla vista del sangue. Combattei per la libertà di parola per le donne, libertà di voto per le persone di colore, fui al fianco di quest'ultimi nella marcia di Selma, combattei per aiutare le persone povere nei paesi più miseri del mondo, le persone rese schiave, privati dei propri diritti.

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