capitolo 10

790 55 8
                                    

Devo intrattenere Jack il tempo necessario, così papà e gli altri possono preparare la torta. Non so per quanto tempo di preciso, ma devo essere sicura che Jack non venga a sapere niente.

Penso sia stata un'idea un po' azzardata, fare una festa a sorpresa. Non gliel'hanno mai fatta, e sinceramente non so come potrebbe reagire. Dico sempre di conoscere Jack fino in fondo, ma in realtà non so nemmeno i suoi gusti. Mi sento una persona orribile.
Spero solamente che papà trovi un regalo per lui, qualcosa che possa piacergli.

Devo trattenermi dal dirgli tutto. Da quando ci siamo ripromessi di non mantenere MAI più segreti tra noi, ho sempre confessato a lui tutto, anche quando avevo un leggero mal di testa. Ora devo addirittura tenergli allo scuro una festa a sorpresa.
E pensare che volevo dargli il buongiorno con un sonoro "buon compleanno" e tirargli una torta in faccia. Ah beh. Sarà per l'anno prossimo.

Uscito dalla sua casa, ancora addormentato, mi saluta e mi raggiunge. Mentre parliamo ci avviamo verso la cascata del bosco, verso ovest, per prendere dell'acqua, muniti entrambi di caraffe.

A un certo punto, inizia a farmi domande sconnesse e in rapida sequenza, indirizzandole verso un argomento preciso: Il compleanno. Impallidisco leggermente e mi impappino con le parole, mentre cerco di essere il più tranquilla possibile.

Tengo le caraffe sottobraccio, attenta a non farle cadere. Jack invece ne tiene due sotto un braccio e un'altra sotto l'altro. Pur essendo magro come un chiodo, ho sempre pensato che avesse anche lui una forza fisica nascosta. E infatti: quelle caraffe sembrano pesare mezza tonnellata ciascuna, e lui le porta come fossero piume.

Dimostra quasi una certa agilità nel portarle, io, invece, se ne tenessi un'altra non so per quanto tempo ancora riuscirei a portarle. Terrei abilmente un animale in spalla, non oggetti fragili.

Lo guardo con la coda dell'occhio. Ha lo sguardo fisso davanti a sè. Ha un'espressione vuota. Di quelle non troppo preoccupanti, ma che nascondono qualcosa. Non dirmi che se ne ricordato? Forse pensa che mi sia dimenticata del suo compleanno...diamine che situazione del piffero. Dio deve odiarmi in questo momento, me lo sento.

《 Tutto bene? hai una faccia... 》mi chiede improvvisamente, scacciando i miei pensieri in un angolo.《 Mmh...? Ah ehm n-no, tranquillo, st-to bene. Non preoccuparti. 》 lo liquido freddamente. Non sto andando per niente bene. E siamo qua fuori da dieci minuti.

Papà ha detto di andare a prendere l'acqua alla cascata per aiutarmi a intrattenerlo, poi saremmo dovuti andare con i cavalli del carro nel campo dei contadini per prendere farina e uova.

Provo a distrarlo, parlando della prima cosa che mi passa per al testa, ma non sembra per niente interessato. Risponde a monosillabi e non fa altro che camminare e a evitare il mio sguardo.

《 Dai... so di essere noiosa, ma non credevo di esserlo così tanto 》 dico scherzando. Devo riuscire a tenerlo distratto, in un qualche modo. Gli rubo un piccolo sorriso forzato, ma niente di più.

《 Ci divertiremo un mondo 》dissi io.
《 Così almeno avremo a disposizione del tempo per noi 》aggiunge Jack, prendendomi alla sprovvista. Lo guardo con un leggero rossore sulle guance, mentre sul suo c'è un piccolo sorisso divertito. Cammina al mio fianco, avvicinandosi, lasciando pochi centimetri di spazio tra noi. Ci scambiamo un paio di sguardi divertiti.

Yas avanza davanti, mentre annusa qua e là, soffermandosi di tanto in tanto su un qualche albero o cespuglio.

《 Che vita difficile che ci è toccata, eh Jack? 》dico, dopo un po', con fare sarcastico. Urto il suo braccio con il mio, guardandolo sorridente. Ricambia, e vedo un luccichio nei suoi occhi e uno sguardo filosofico, tipico di quando sta per rispondermi con una frase a effetto.

Il diario di una vita - IDove le storie prendono vita. Scoprilo ora