ranpo edogawa

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eri alla tua scrivania dell'agenzia, sbrigavi delle pratiche controvoglia. il sole stava per cominciare a cedere il suo posto alla luna e l'ultima cosa che avresti voluto fare era stare fissa al computer, ma sotto ordini di Kunikida non ti potesti tirare indietro.
era raro che fossero tutti all'ufficio, ma in quel momento stranamente erano tutti in sede.
Kunikida stava svolgendo diligentemente i lavori a lui assegnati e di tanto in tanto scoccava delle occhiatacce a Dazai, che al contrario era poggiato pigramente al tavolo, indossando delle cuffie e canticchiando una canzoncina sul doppio suicidio, noncurante di Atsushi che stava provando in tutti i modi a farlo lavorare. Tanizaki stava cercando di svolgere il suo lavoro senza badare alle provocazioni di Naomi, mentre Kenji era semplicemente ammaliato dal computer: aveva da poco imparato ad usarlo e gli sembrava magico.
Yosano, per mancanza di feriti, era seduta tranquillamente su un divanetto e leggeva una rivista, mentre Ranpo stava ancora guardando una biglia celeste che so era fatto procurare da me.
avevano tutti degli ottimi rapporti all'agenzia, ma con Ranpo era diverso. [t/n] era stata accolta da lui, aveva riconosciuto la sua intelligenza e trovava che il suo potere sarebbe stato utile.
non regnava il silezio, ma tutto era calmo. i tasti dei computer cliccavano ripetutamente al tocco, la canzoncina di Dazai continuava e le pagine della rivista giravano ancora senza ostacoli.
rompendo la quiete, Ranpo proferì "[t/n], vieni con me"
alzasti lo sguardo dallo schermo leggermente sorpresa, per poi alzarti dalla scrivania e seguire il giovane all'esterno.
lo seguisti mentre si faceva largo tra le intricate vie della città, fino a che non arrivaste in un parco che offriva una vista perfetta del tramonto e del fiume che scorreva pacificamente.
vi sedeste appoggiati ad uno dei tanti ciliegi sul prato, senza dire una parola.
Ranpo osservava il sole che faceva di tutto per non essere inghiottito dall'orizzonte, e tu osservavi lui.
era già capitato un paio di volte che ti portasse in un posto simile, ma ogni volta era come se fosse la prima, ti stupiva sempre visto che il ragazzo non sapeva prendere alcun tipo di mezzo, ma al tempo stesso ti faceva felice stare con lui in dei posti così belli.
ormai lo conoscevi da molto tempo e ti fidavi ciecamente di lui. col tempo avevi imparato a capirlo anche senza usare parole, e ormai riuscivi a leggerlo senza problemi, nonostante lui fosse ancora convinto del contrario.
osservava assorto il sole che ormai si era abbandonato a se stesso e stava finalmente lasciando lo spazio nel cielo ad una timida luna. delle nuvole sottili coprivano le prime stelle, che osservavano i due giovani da dietro quella tendina velata. il fiume scorreva come i pensieri dei due, che ancora non avevano aperto bocca. ti capitò di poggiare un occhio sui suoi lineamenti, avresti mentito se avessi detto che non lo trovavi attraente.
provavi a capire cosa frullasse in quella mente geniale, usando i due smeraldi incastonati nei suoi occhi come se fossero due portali per entrare nel mondo della sua testa, senza risultati. notò che lo stavi osservando, e ricambiò l'occhiata.
quando era intorno alle persone aveva un comportamento del tutto diverso da quello che teneva quando era solo con te: in pubblico, era solare e leggermente superbo, solo tu conoscevi questo lato riflessivo e malinconico del detective.
come un petalo di fiore di ciliegio che cade per terra, con grazia, con leggerezza, ti ritrovasti tra le labbra del giovane.
sotto le stelle che guardavano la scena come le spettatrici di un'opera teatrale, con la luna che illuminava i vostri visi l'uno a contatto dell'altro, con i ciliegi che incorniciavano la scena, dando lo sfondo della più bella tela che la notte potesse dipingere.
un bacio puro e delicato come le fioriture di ciliegio in aprile.
le fioriture non sono eterne, e come ti rifiutavi di accettare, l'inverno avrebbe strappato senza pietà ogni fiore che si sarebbe trovato di fronte.
una vita luminosa agli occhi di tutti, si era spenta nel modo più silenzioso possibile.
eri tornata nel prato in cui vi scambiaste il vostro primo bacio. ahimè, gli alberi erano spogli e pregavano di essere di nuovo vestiti, come il vuoto che sentivi dentro pregava di essere colmato in qualche modo.
ti sedesti, appoggiandoti al tronco dell'albero dove avevate preso l'abitudine di amoreggiare.
la luna illuminava ancora quella scena, le stelle ancora illuminavano quell'opera teatrale, ormai rivelatasi una tragedia.
vedesti la bocca del celebre detective curvarsi per l'ultima volta nel più triste dei sorrisi, mentre la tua si deformò sempre di più in una smorfia di dolore, mentre delle amare lacrime cominciavano a farsi spazio sul tuo viso. il fiume che scorreva placidamente si era tinto di rosso, il cielo nero e gli alberi si curvavano verso la ragazza nel più lugubre dei modi.
la morte aveva ormai modificato la tela che la notte aveva creato, rendendola il capolavoro del malaugurato evento.
la parte nascosta del ragazzo aveva preso il sopravvento su quella solare e si era tolto la vita appendendosi allo stesso albero su cui ora la ragazza stava piangendo tutte le lacrime che aveva in corpo.
aveva perso il suo amore e stava cominciando a perdere anche se stessa.
nessuno si sarebbe mai immaginato che il più grande dei detective si sarebbe ritrovato vittima del suo stesso delitto.






angolo autrice
vi darò mai una gioia? non lo so ancora ma questa storia non è stata molto facile da scrivere, ma alla fine credo sia valsa la pena perchè mi sento abbastanza soddisfatta del risultato.
nel caso ve lo steste chiedendo, il manga a cui è riferita questa storia è bungo stray dogs, ed è il mio preferito in assoluto quindi se non lo aveste ancora letto, ve lo consiglio tantissimo (btw esiste anche l'anime e vi consiglio molto anche questo)
io spero che questa storia vi sia piaciuta e anche che vi siate passati una buona pasqua, ci vediamo al prossimo capitolo <33

anime one shot Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora