CAP. 4

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Il pericolo non viene da quello che non conosciamo, ma da quello che crediamo sia vero e invece non lo è.
(Mark Twain)

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Un'innumerevole quantità di suppellettili fluttuava vorticosamente intorno al corpo della mutante, come se lei rappresentasse il centro di quell'insolito sistema solare e gli oggetti raffigurassero i differenti pianeti.

Svegliandosi di soprassalto, a causa della sveglia, la mora osservó il solito spettacolino che la telecinesi offriva ogni qual volta perdeva il controllo sui propri poteri.

Hanna : Merda.

Ebbe il tempo di dire, giusto prima di vedere i diversi oggetti precipitare sul pavimento, producendo un rumore assordante e fastidioso.

Passandosi una mano sul viso, sbuffó pesantemente , stanca di quell'evento fin troppo assiduo.

Durante il breve tragitto verso il bagno, la ragazza riportò, con lenti e accennati movimenti delle mani, gli oggetti al loro posto:

quello che con la telecinesi disfaceva, con la telecinesi riordinava.

Senza perdere altro tempo si fiondó sotto la doccia, sistemó i capelli in una coda alta e mise insieme un completo decente da indossare:

era da più di una settimana che si ripeteva di dover portare il bustone di panni sporchi in lavanderia.

Infilando la gamba nel pantalone, l'occhio cadde sulla sottile ferita procuratasi la sera precedente.
Come un lampo a ciel sereno, le immagini dell'incontro avvenuto con quei due individui, le riempirono la testa.

Se non fosse stato per quella ferita e il bigliettino riportante l'indirizzo poggiato sul comodino, avrebbe tranquillamente pensato si trattasse di un sogno o meglio...un incubo.

Afferando lo zaino, mandò il solito bacio alla foto del padre,si chiuse la porta alle spalle e si incamminó a passo svelto sulla strada principale, dove una leggera nebbiolina l'avvolse nel suo umido abbraccio.

Improvvisamente una forte folata di vento le scompiglió i capelli, facendole cadere la sciarpa.

Hanna: Torna quì...

Bisbiglió contro l'indumento, frenando la sua corsa con la telecinesi.

Riavvolgendo la sciarpa al collo, notó un giornale svolazzare sull'asfalto, sfuggito alla presa dell'uomo seduto sulla panchina a pochi metri da casa sua; l'individuo imbacuccato da sciarpa, cappotto e cappello neri, non sembrava curarsi di quell'evento, piuttosto discuteva con un ragazzo dalla singolare capigliatura biondo platino.

Scuotendo la testa, distolse lo sguardo da quella scenetta, ritornando sui propri passi.

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La lezione di fisica teorica del lunedì mattina del professor Berk, era già complicata da seguire di per sé, se poi si aggiungevano il paio di orette di sonno arretrato be, diventava una vera tortura.

~

Hanna : Sto morendo di sonno...

Avvicinando la bocca al foro del coperchio di plastica, sorseggió il cappuccino appena ritirato al chiosco dell'università.

Mark : Tra qualche giorno discuteremo la tesi e lui ha il coraggio di spiegare fino all'ultimo...

Steve : Qualcuno di voi dovrà passarmi gli appunti riguardanti il ponte di Einstein-Rosen, credo di essermi appisolato...

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