CAP. 5

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Attaccare o fuggire fanno parte dello scontro. Quello che non appartiene alla lotta è restare paralizzati dalla paura.
(Paulo Coelho)

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Non poteva crederci...

Finalmente ce l'aveva fatta!

Aveva puntato quel localino di 43 m² da ormai 3 mesi e adesso era ufficialmente suo!

Rileggendo per l'ennesima volta l'orario sullo schermo del telfono, controlló eccitata la strada dalla quale sarebbe dovuta sbucare la sua amica.

Per l'occasione, Jole aveva comprato una bottiglia di champagne frizzante alla fragola, il preferito di Hanna.

A lei doveva molto,l'aveva sempre aiutata :

al di là del punto di vista morale,
la mora l'aveva ospitata nel suo appartamento quando lei non aveva più soldi per pagarsi l'affitto, in quanto spendeva tutto ciò che possedeva per i corsi.
Hanna le aveva regalato un set completo di spazzole e forbici che le servivano per esercitarsi, inoltre le aveva persino fatto da cavia, quando doveva sperimentare nuovi prodotti quali lacche e tinture.

Adesso era la proprietaria di quello che, dopo un mesetto di ristrutturazioni, sarebbe diventato il suo salone di bellezza e se era riuscita a firmare quel contratto che ufficializzava la proprietà del locale, era anche merito suo.

Adesso l'orologio digitale segnava
l' 01:44.

Per essere lunedì sera, Hanna doveva aver lavorato più del solito, dato che ancora doveva fare ritorno al proprio appartamento.

La tentazione di telfonarle era tanta, ma in questo modo l'effetto sorpresa sarebbe sfumato...

Ricontrolló per l'ennesima volta l'orario,consapevole del fatto che i numeri sarebbero stati gli stessi di dieci secondi prima, sperando che una volta aver rialzato il capo dallo schermo, Hanna avrebbe finalmente fatto la sua comparsa dal fondo della strada.

Effettivamente, se strizzava gli occhi, riusciva a distinguere una figura lievemente illuminata,un individuo di sesso maschile probabilmente, camminare a passo spedito con quello che sembrava essere un grosso borsone tra le braccia, o un grosso sacco (?).

Jole: Ma che cazzo...(?)

Bisbiglió sbarrando gli occhi, realizzando che il ragazzo dalla corporatura magrolina sorreggeva una persona.

Erano forse feriti?

Forse si era sbagliata?

Per caso  quello era una specie di manichino(?)

Si trattava forse uno psicopatico?

Jole:Aspetta un attimo...ma quella è...?

Senza pensarci più di due secondi, si gettò a passo spedito verso lo sconosciuto.

Jole: Hanna?! Ma cosa le è successo?

Pietro: Sta tranquilla, è solo svenuta. Sei una sua amica?

Jole: Certo, tu piuttosto chi saresti?

Domandò fulminandolo con uno sguardo indagatorio, mentre sfilava le  chiavi di casa dalla borsa della sua amica.

Pietro: Sono un suo amico...forza aiutami a  metterla sul letto...

Svió velocemente, adagiando delicatamente il corpo di Hanna sul materasso, dalla quale iniziavano a provenire diversi mugugni.

Jole: Hanna, mi senti? Forza, vai a prenderle un bicchiere d'acqua.

Pietro: Agli ordini capitano.

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