4 Aprile 2020, Londra.
HARRY'S POV:
«Eccolo, lì c'è un posto!»
Frenai di colpo a quel grido improvviso, allungando istintivamente un braccio verso il sedile del passeggero per evitare che il contraccolpo la spingesse in avanti nonostante avesse la cintura di sicurezza. Chiusi per un secondo gli occhi, vedendola poi mordersi un labbro con aria colpevole.
«Mi hai fatto prendere un colpo!» la ripresi, tornando con entrambe le mani sul volante.
«Mi dispiace! - disse, continuando poi ad indicare il posto che una macchina aveva appena liberato - Fai presto, prima che lo prenda qualcun altro!»
Scossi la testa e lasciai perdere la questione proprio come aveva fatto lei, parcheggiando invece la macchina nel primo posto che trovavamo dopo aver girato a vuoto per più di un quarto d'ora. Spensi il motore e slacciai la cintura, girandomi poi per afferrare, nei sedili posteriori, entrambi i nostri cappotti e le sciarpe.
«Copriti per bene.» mi raccomandai passandole i suoi indumenti, vedendola subito, come mi aspettavo, roteare gli occhi al cielo senza però riuscire ad evitare di sorridere.
Londra era solitamente caotica durante tutto l'anno, ma c'erano alcuni periodi, come d'estate in generale, tra Natale e Capodanno e a Pasqua, in cui la città si affollava non solo a causa dell'enorme quantità di turisti provenienti da tutto il mondo, ma anche perché le scuole erano chiuse e gli inglesi si liberavano nelle strade con scopi propriamente ricreativi piuttosto che lavorativi, contribuendo così ad aumentare il traffico e la confusione.
Mancando una settimana a Pasqua ed essendo quindi le scuole chiuse, i turisti in arrivo ed i negozianti in fibrillazione, avevamo decisamente scelto il periodo peggiore per andare in giro a fare shopping pre-nascita per il bambino che sarebbe arrivato tra poco più di due mesi. Nonostante avrei però tanto voluto poter passare quel sabato pomeriggio a casa - non avendo davvero voglia di fronteggiare tutto quel caos quando già avevo avuto una settimana d'inferno tra studi di registrazione vari e viaggi andata e ritorno in una sola giornata in giro per il paese - il fatto che quello fosse il primo giorno che Eveline aveva potuto alzarsi dal letto dopo essere stata costretta dal medico a rimanerci per circa dieci giorni, mi aveva convinto a darmi un pizzico sulla pancia e ad accontentarla.
«Come ti senti?» le chiesi, avvolgendo un braccio intorno alle sue spalle mentre camminavamo verso l'entrata del centro commerciale.
«Bene. - rispose, cingendomi il bacino con un braccio - La schiena non mi fa più male, e ho finito ieri di prendere le pillole di magnesio che la dottoressa mi aveva prescritto.»
Annuii, avvicinandola a me per darle un bacio tra i capelli.
Dire che ci eravamo presi uno spavento meno di quindici giorni fa, sarebbe stato un eufemismo. Avevamo fatto una corsa al pronto soccorso in piena notte perché aveva provato un forte dolore alla schiena, mentre le piccole perdite di sangue che già aveva avuto nei giorni precedenti - anche per quelle eravamo andati subito in ospedale, solo per sentirci dire che fin quando erano piccole non aveva importanza - erano improvvisamente diventate un po' più consistenti. Avendo un brutto precedente alle spalle, entrambi subito avevamo pensato al peggio: avevo passato un paio d'ore d'agonia nella sala d'attesa dell'ospedale mentre aspettavo di sapere cosa c'era che non andava, ma per fortuna i medici avevano detto che non era nulla di preoccupante ma che Eveline sarebbe dovuta stare completamente a riposo almeno per dieci giorni, e anche dopo allora non avrebbe dovuto stressarsi. Inutile dire che la prima cosa che avevo fatto non appena eravamo tornati a casa dall'ospedale era stato farle chiamare il suo ufficio per farsi dare la maternità anticipata, cosa che non le era andata chissà quanto giù ma che, dopo un po' di insistenza anche da parte del medico, aveva accettato di fare: sapevo che non le piaceva l'idea di prendersi così tanto tempo di pausa dal lavoro, ma per il benessere suo e del bambino non c'erano altre alternative.
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My Every Road Leads to You
أدب الهواة"Harry ed Eveline ne avevano passate tante, da quando si erano conosciuti, ma non ci sarebbe stata un'altra coppia al mondo sulla quale io sarei stato più sicuro: si erano lasciati, rimessi insieme, avevano litigato e fatto pace un milione di volte...