E siamo ancora noi, dopo tutti questi anni, dopo tutte le sofferenze subite. Per un attimo è come se nulla fosse accaduto e nulla fosse cambiato. «non sai quanto ti ho cercata, quanti patimenti...» si lascia andare in un pianto che copre con la mano dalla vergogna. «ti prego...» non posso vederlo così «credevo non mi volessi più, ma poi dentro al cuore ogni giorno si insinuava un dolore nuovo e più forte.
Sapevo in qualche modo, che stavi male...» «non ho vissuto come te quel periodo, ero continuamente fatta di sostanze stupefacenti, solo quando sbagliavano la dose e me ne davano meno, il mio cuore era lacero dal tradimento dei miei genitori, dei miei amorevoli genitori... e lo schifo che stavo subendo, emergeva dall'inferno per torturarmi nel profondo» le gambe iniziano a cedere quando il nauseabondo odore di quei maiali torna alla mente.
«Sara... come hanno potuto farti una cosa simile. Non ho mai smesso di cercarti dopo il salvataggio, ma è come se ti fossi volatilizzata. Nella struttura di riabilitazione non sono mai potuto entrare, ma al telefono mi dicevano sempre che stavi bene. Poi un giorno mi dissero che te ne eri andata, e da lì impazzii. Tua nonna scomparve per un lungo periodo e poi alla notizia del tuo matrimonio mi sentii morire. Io avrei continuato ad amarti nonostante tutto. Non ho mai smesso di farlo.
Perché te ne sei andata?» domanda travolto da una spirale dolorosa di emozioni. «siediti per favore...» spaventato esegue ciò che chiedo e non mi toglie gli occhi di dosso, neppure per un secondo «che succede? Sei malata?» «per mesi non ho vissuto in coscienza, se non per brevi e disgustosi attimi, come ti dicevo un istante fa, ma poco dopo avermi salvata...» non riesco ad andare avanti dall'emozione.
Ho troppa paura ed è come se rivivessi quei momenti. «vai avanti, per favore...» domanda serafico. Non ho scelta perciò prendo coraggio e inizio ad esporre «e per questo non ti ringrazierò mai abbastanza... se non fosse stato per te saremmo morti entrambi» i suoi occhi mi scrutano seri e increduli «entrambi?» «quando fui trasferita in ospedale mi dissero che ero incinta» il suo collo si muove di come se non riuscisse a deglutire, come se fosse fasciato da una cinta che stringe spietata, finché riesce ad emettere suoni strozzati da aria e saliva.
Dolore e magone, ma voglia di sapere. «inizialmente crebbi di attendere il figlio di uno dei miei aguzzini, poi il conto mi portò all'unica vera notte d'amore che io abbia mai avuto, e quando Andrea venne alla luce era la tua copia esatta, la mia certezza, il mio amore infinito. Il regalo di Dio. L'innocenza in un mare di melma» con la mano si aiuta a raggiungere la sedia e le lacrime inondano il suo volto deturpato dal dolore. Non posso rimanere fredda e in disparte, vado ad abbracciarlo. inizialmente si lascia consolare ma poi la follia e lo sgomento prendono il sopravvento e mi caccia in malo modo imprecando nei miei confronti.
Calmati Sara! È una reazione più che umana la sua.
Attendo che si plachino l'ira e il dolore che lo hanno appena investito. Non mi difendo e incasso insulti e urla, che sono niente di meno che grida di impotenza difronte a tanta sorpresa e dolore.Ho il cuore in mille pezzi. Ma deve sfogarsi, ripulire la mente e ragionare. «perché non mi hai cercato, Sara? Un figlio, Cristo Santo! Io impazzisco...» «è nato gravemente handicappato a causa di tutta la merda che mi hanno buttato dentro. Mi avevano detto che non avrebbe superato la notte... e io ero troppo addolorata per cercarti. Perdonami» «non ti incolpo di nulla, ma almeno salutarlo prima di consegnarlo tra le braccia di Dio, potevi concedermelo. Sei stata crudele, Sara. Era anche mio figlio» piange disperato.
Io proseguo nel racconto pronta a incassare gli ultimi colpi «i giorni passavano e Andrea cresceva, non era autonomo, ma non sapevamo ancora in che modo, si è aggrappato alla vita, seppur con innumerevoli limiti, e quando ci fu ufficialmente bisogno di una clinica privata, mi misi in cerca di un lavoro il più possibile vicino al confine e una nuova vita» «ferma, ferma! Andrea non morì subito?» «lasciami finire per favore.» «va bene! Vai avanti» «c'era bisogno di molto denaro per mantenere la miglior clinica che si fece carico di lui in Svizzera, e cercai un lavoro, più l'aiuto dei miei nonni, più una piccola pensione, riuscimmo ad andare avanti.
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170 kili di mele -Schiavi di un amore-🍏 🍎
RomanceSara viene svegliata nel cuore della notte dall'irruzione della guardia di finanza. In pochi attimi suo marito viene arrestato lasciandola sgomenta e ignara della motivazione. Un vero e proprio fulmine a ciel sereno. Tutti i loro beni verranno seque...