Sette e quarantanove di mattina. I miei figli più piccoli avevano preso il bus, mentre mio figlio maggiore aveva preferito andare a piedi con il suo amico d'infanzia. Mi rimaneva da accompagnare la figlia di mio fratello all'asilo. Si chiamava Agata, ed era una bambina che era sempre stata testarda, da quel poco che la conoscevo. Non vedevo mio fratello spesso, e quando ci incontravamo c'era solo il saluto che mi dava sua moglie, e lui non mi degnava neanche di uno sguardo. Adesso, che la moglie se n'era andata, stava attraversando un periodo molto difficile e complicato ed avevamo deciso per lui di vivere con noi, per farlo riprendere. Avevamo pensato: "Dai, gli farà bene passare del tempo con il resto della sua famiglia. E farà bene anche alla sua bambina conoscere i nostri figli".
La bambina era uscita di casa. Insieme allo zainetto rosso fuoco in spalla, indossava una maglietta con le maniche lunghe a righe, bianche e gialle, una salopette corta, di jeans nera, ed infine le scarpette gialle, con i calzettoni bianchi che le arrivavano fino alle ginocchia. Mi guardava sorridendo, con i codini belli stretti che sventolavano al vento:
- Andiamo, zio?
Dandole un sorriso le rispondevo:
- Certo, scimmietta!
Lei si era messa a ridacchiare, portandosi le mani alla bocca. Lei si era seduta sul sedile del passeggero, di fianco a me, ed aveva allacciato bene la cintura senza che io dicessi niente:
- Sei una brava bambina.
- Grazie!
- Sei pronta per conoscere i tuoi nuovi amici?
- A-Amici?
- Certo! Tutti hanno degli amici.
- Anche... io... Posso avere degli amici?
- Ma certo, tesoro! Adesso partiamo. Non c'è tempo da perdere!
Accendevo la macchina e via. Partiti.
Erano passati venti minuti, e non eravamo neanche a metà tragitto: traffico. Avrei voluto tamponarli tutti, ma, per motivi di legge, non potevo...
La bambina mi guardava mentre imprecavo dentro di me. Mi giravo e mi sorrideva, e quel gesto mi faceva sentire meglio. Non mi faceva pensare che, per colpa di una vecchietta che doveva attraversare la strada, stava facendo ritardo al suo primo giorno di scuola. Mi sentivo colpevole di questa cosa, anche se non era colpa mia. Lei era così tranquilla e pacifica: né pianti, né lamentele... niente. Il silenzio, con gli occhi fissi sull'auto davanti a noi. / Dopo dieci minuti ci eravamo finalmente mossi, ed eravamo davanti alle strisce pedonali. Semaforo rosso. All'improvviso, una macchina stava andando nella nostra direzione. Non vedevo il conducente, ma stava palesemente andando contromano, verso di noi. Non facendomi prendere dal panico, provavo a spostarmi nell'altra corsia di fianco, ma anch'essa era intasata di automobili. La macchina andava sempre più veloce, verso di noi. Più veloce. Più veloce. Sempre di più. Avevo poi aperto la portiera, ma la mia cintura era incastrata. Panico. Cercavo di slegare la bambina, ma mi sono ricordato che dovevo andare a far aggiustare le cinture, perché erano difettose. Guardando in avanti, l'unica cosa che vedevo era l'attimo prima che l'auto si sfracellasse su di noi, ma sembrava al rallentatore.
Poi, all'improvviso, ho visto bianco, e ho sentito un bip strano alle orecchie, poi, rosso."L'incidente di stamattina ha lasciato tutti sotto shock. Le immagini sono impressionanti. A quanto pare un'auto si è diretta contromano verso un'ingorgo bloccato dal traffico, centrando in pieno il muso di un'altra auto ad una velocità di ottanta chilometri orari, distruggendo anche l'auto dietro quella che, appunto, ha subito l'impatto. L'incidente è stato letale per due persone, mentre rimangono ancora in gravi condizioni un uomo ed una bambina. I testimoni dicono che l'impatto era così violento che è un miracolo che quelle persone si siano salvata. Vi terremo aggiornati su i nuovi dettagli".
La mia testa sanguina.
Vedo le luci del soffitto.
Accecanti.
Mi sto muovendo.
Come?
Non mi sento in movimento...
Agata.
AGATA!
Dov'è finita?
Quella furfante.
Ma no, dai. È una brava bambina.
Non ricordo nulla.
Credo di essere sdraiato...
Dove sono?
La macchina.
Le cinture.
Che mal di testa!
Mio fratello mi ucciderà, per non parlare di mia moglie.
Sangue sul vetro.
ODDIO, SANGUE!
Non so dove sono.
Aspetta.
Forse sono in ospedale...
La... L'auto...
Clara...
... Agata...
Cazzo.
Chi... Chi siete?
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- Storie di demoni -
Horror"Credete all'esistenza dei demoni? Beh io no. Non credo perché io SO che esistono. Li ho visti. Li ho percepiti. Ho anche parlato con loro. Nessuno mi crederà, ma va bene anche così, perciò permettetemi di raccontare la mia storia, che inizia molto...