13.23 | 28 marzo 2021

2.6K 63 1
                                    




"Non piove più

Quando sei te, con me, qua
Non piove più
Quando sei te, con me, qua"

-Altalene, Slait  ft Mara Sattei & Coez

<<Sono molto felice di essere riuscito a vincere un match difficile come questo.

Qui le condizioni sono davvero dire per giocare a tennis, ma alla fine occorre riconoscere che è una cosa che vale per entrambi. Non è solo per me o solo per lui, si gioca con un forte sole, c'è vento e fa davvero caldo in campo.

Durante la gara faceva molto caldo ed all'inizio ho faticato un po' di più del previsto, ho perso il primo set ma ho lavorato duramente per rimanere attaccato a lui su ogni punto>>

Accenna un sorriso verso Karen e ringrazia l'intervistatore prima di raggiungere Riccardo che lo aspetta sotto le gradinate.

<<Jannik hai fatto un ottimo lavoro, quel colpo poi!>> Sorride mentre gli stringe la spalla, sente che è davvero felice per lui, che ne è fiero.

Il match è andato bene, ha vinto, ma soprattutto è riuscito a migliorare quelle piccole sbavature che aveva portato alla luce contro Gaston. Certo, ha faticato di più, ma ne è valsa la pena.

Sono passati due giorni da quell'incontro, e per quanto abbia lavorato e si sia allenato, per quanto abbia provato a mentire a se stesso, lui quella ragazza non se l'è ancora tolta dal capo.

Negli scorsi giorni non l'ha più vista e questa cosa l'ha turbato.

Ha provato a pensare che era un bene, che se non l'avesse vista non avrebbe più sentito quel turbamento che aveva provato, ma la verità era che lui quel senso di destabilizzazione lo voleva sentire ancora.

La sua vita ormai è composta da gesti e abitudini meccanici, orari da rispettare, diete da seguire, le solite persone con cui parlare.

Tutto uguale e ripetitivo.

E quella sensazione là, che ancora cerca di etichettare come turbamento, è diversa da tutto ciò che prova da un pò di tempo a questa parte.

E' sbagliato? Chi lo sa.

-

Lui e Riccardo vengono raggiunti da Andrea, e così possono finalmente andare tutti a mangiare. Andrea si congratula, gli dà delle pacche sulla schiena e in poco tempo raggiungono la zona ristorante. I tavoli sono per lo più vuoti, molti atleti si stanno allenando mentre altri preferiscono mangiare in albergo.

Andrea e Riccardo vanno a prendere qualcosa da mangiare, mentre lui si spinge verso uno dei tavoli. E' proprio mentre si sta sedendo che vede Korda muovere la mano nella sua direzione.

Ancora lui, pensa sbuffando appena.

La cortesia che gli hanno insegnato i suoi genitori lo spinge a lasciare la sedia e ad incamminarsi verso il suo collega. Da quello che gli ha detto Riccardo l'americano è riuscito a vincere contro Fognini, passando così al turno successivo.

Sebastian non è solo al tavolo, se ne accorge subito. Però è solo quando lo raggiunge che si rende contro che la ragazza che sta al su fianco altro non è che quella ragazza.

E' la ragazza dai capelli bianchi come il latte e gli occhi azzuri come il mare.

In lontananza gli sembra di sentire Korda che si congratula con lui e che lo avvisa che se continueranno così la prossima volta che si vedranno sarà sul campo, ma il suo sguardo è del tutto rivolto verso la ragazza.

Anche lei lo guarda.

<<Oh si, scusa se non ho fatto gli onori. Lei è Blanche, la mia ragazza. Blanche, lui è Jannik.>>

Al sentire pronunciare il suo nome l'altoatesino si riscute da quella che agli occhi dei più può apparire come una semplice trance e stringe la mano che la ragazza sta porgendo verso di lui.

<<Seb, lui è il ragazzo dell'altro giorno, non ti ricordi? Te ne avevo parlato.>> L'attenzione di quella ragazza, di Blanche, adesso è rivolta al ragazzo al suo fianco, che all'accenno delle sue parole annuisce leggermente.

<<Non credevo di essere famoso.>>

<<Non lo sei, non preoccuparti. I veri famosi qua sono i tuoi capelli>>

<<Disse la ragazza dai capelli bianchi!>>

<<I miei capelli sono biondi pel di carota!>>

<<Carota a chi? A me?>> Jannik pronunciò quelle parole in maniera così seria che Sebastian pensò che si fosse arrabbiato davvero, fu però la risata di Blanche a far scoppiare a ridere anche l'italiano e a tranquilizzare l'americano.

Jannik non ricorda di aver riso in maniera così vera da tanto tempo.

La risate dei due ragazzi, accompagnate dalla faccia stranita dell'americano fanno girare tutte le poche persone che si trovano nella sala con loro.

Quando smettono di ridere entrambi hanno le lacrime agli occhi. Poi succede.

Jannik sente lo stesso identico turbamento che aveva provato l'altro giorno. La fissa negli occhi e puff, gli altri pensieri cessano di esistere.

Rimangono in silenzio per qualche attimo, con Sebastian incapace di dire niente che li guarda. E' il richiamo di Riccardo a destare il ragazzo, che dopo aver salutato i due raggiunge i suoi preparatori al tavolo.

<<Chi è riuscito a farti ridere così tanto?>>

Era stato Andrea a chiederlo, qualche istante dopo, ma ormai Jannik non lo stava più ascoltando.

Sembrava perso in un altro mondo.

-

La rivede qualche ora dopo, appena uscito dagli spogliatoi.

Lei era lì che sfogliava qualche rivista in maniera disattenta e per un attimo pensò fosse lì per lui.

Poi si ricordò di Sebastian.

Nonostante questo gli andò incontro, fermandosi ai piedi della sua poltrona. Lei alzò gli occhi sorridendo.

<<Prima è stato divertente.>>

Fu lei ad attacare bottone.

<<Si, decisamente.>>

Si fissarono per qualche secondo rimanendo immobili, nessuno dei due disse niente. Poi in lontanzanza udirono la voce di Sebastian, stava chiamando Blanche. Lei si alzò, posò la rivista, si lisciò i pantaloni e poi alzò lo sguardo. La sequenza di quei gesti parve lentissima agli occhi di Jannik che osservò attento ogni suoi movimento.

<<Allora ci vediamo in giro..>>

<<Già.>>

Lei gli sorrise prima di superarlo e avviarsi verso il corridoio alle sue spalle.

Lui rimase immobile, incapace di compier alcun gesto.

<<Comunque, per quanto possa valere, a me i tuoi capelli piacciono così>> Blanche sorrise, prima di avviarsi definitivamente verso Sebastian.

<<Per quanto possa valere, anche a me piacciono i tuoi capelli>>

Jannik gli rispose, ma lei non lo sentì.

mille guerre | jannik sinnerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora