21. Princess pt I

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Elsa è cresciuta allenandosi a nuotare in piscina con i bambini più grandi di lei. Vasca dopo vasca veniva superata dai suoi compagni che potevano contare sulla forza di braccia lunghe il doppio delle sue. Ma a lei non importava, continuava a nuotare per dieci, venti, trenta vasche di seguito, finché l'allenatrice non le diceva di fermarsi. Chi la guardava nuotare si chiedeva come facesse. Non era veloce e non sapeva tuffarsi dal trampolino, ma era capace di nuotare per ore senza stancarsi.

Il suo segreto era nella sua mente.
Dal primo tuffo, dal momento in cui la pelle sentiva il brivido dell'acqua fredda e le gambe cominciavano a muoversi per scaldarsi, i suoi pensieri cominciavano a viaggiare.
Non contava mai le vasche, non pensava al cronometro, non ascoltava le urla dell'allenatrice.
La sua fantasia costruiva per lei migliaia di storie e vite parallele in cui entrava come in un sogno ad occhi aperti, cullata dall'acqua e il suo costume da bagno si trasformava in un abito da sera con lo strascico.

A soli dieci anni aveva sognato più di mille vite possibili, e nessuna si è realizzata. Ma quando si chiedeva se la vita che aveva davanti avrebbe superato o deluso le sue aspettative, pensava "importa solo essere felice".

Queste parole le tornano in mente come riflesse nel vetro della vetrina di un negozio in una strada di Milano, sorride pensando che, con o senza vestito dei suoi sogni, è felice abbastanza da rendere orgogliosa quella bambina col costume blu che faceva le bolle sott'acqua.

Con un sorriso riflesso nel vetro accanto a lei, Giulia, la sua migliore amica, le indica un vestito verde su un manichino: "Quello ti piace? Non è del colore che cerchi, però il corpetto è bellissimo! Entriamo a vederlo!"
Le sembra che sia passato un secolo dall'ultima volta che ha passato un pomeriggio a fare shopping con le amiche, e si sente come un'adolescente al centro commerciale.

Elsa non è mai stata a un ballo.
I liceali italiani non sanno mai organizzare le feste "all'americana" fino in fondo, e le loro belle intenzioni si riducono sempre a un tappeto rosso davanti a una discoteca piena di adolescenti ubriachi.
A Chicago c'era stato un ballo di gala, organizzato per raccogliere fondi per l'ospedale, e lei aveva ricevuto l'invito e trovato il vestito... Ma le colleghe più anziane, come le sorellastre di Cenerentola, le avevano assegnato il turno di notte, lasciandola da sola a lavorare in pronto soccorso mentre loro erano a ballare alla festa.
E non ci sono fate madrine a Chicago.

E invece, mentre aveva pensato che ormai era troppo tardi, troppo vecchia per queste cose e il sogno in cui sfilava con un principe azzurro e un abito lungo non sarebbe mai entrato nella sua vita reale, le era arrivato l'invito per il FIA Prize Giving, l'evento in cui, alla fine di ogni stagione, vengono premiati tutti i vincitori dei campionati del mondo di automobilismo.
Sarà una serata elegante, nella sala da concerto della Filarmonica di San Pietroburgo. Ci saranno tutti i piloti e i dirigenti dei team e della FIA. Quasi tutti in coppia, con le loro mogli, fidanzate, ragazze, accompagnatrici...
Elsa non ha nessun cavaliere da invitare, nessun principe da incontrare al ballo, nessun accompagnatore.
[Elsa si ferma a pensare al fatto che un accompagnatore è solo un uomo che accompagna mentre la stessa parola al femminile accompagnatrice suona già come un sinonimo di escort ]

Comunque sia, ancora una volta, esattamente come quando aveva quattordici anni, Elsa stava per rifiutare l'invito, perché non ha nessuno con cui andare al ballo.

Elsa non ha mai trovato la persona giusta. O forse l'ha incontrata e non l'ha riconosciuta. Non ha mai smesso di credere che prima o poi troverà qualcuno con cui condividere la sua vita, qualcuno che occupi il vuoto che sente nell'altra metà del letto.

Ma una sera, mentre passeggiava su una spiaggia siciliana, è stato come se la brezza le sussurrasse una sensazione di felicità che non aveva mai provato prima, come se tutti gli abbracci della sua vita si posassero sulle sue spalle, come se non sentisse più la mancanza di nulla, come se per la prima volta riuscisse a vedere la felicità nelle cose che ha, non in ciò che le manca.

E così, rispondendo al telefono a una segretaria della FIA che le chiedeva di confermare la sua partecipazione al Prize Giving ha detto "Ci sarò. Sì, una persona sola, non sono accompagnata."

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