«E che cosa dovremmo fare se venissimo attaccati da dei maghi di sangue?».
«Pregare» gli rispose Lante, mentre cercava di estrarre la punta di freccia dal braccio di Ojasvi con un coltello sottile, «Oppure correre e non aspettarmi» offrì in seguito, notando il silenzio che si era creato.
«I maghi di sangue? Che gli avete fatto per essere inseguiti da loro?» ridacchiò il ragazzo, passandosi nervosamente il pollice sul pettorale sinistro, «Brutta situazione, molto brutta. Mia madre ci diceva sempre di sperare di morire nello scontro e di non farci catturare. Lo so, donna molto empatica e materna» sospirò.
Nascosto dietro a un muro, Frode continuava a ripercorrere con la memoria quelle due conversazioni. Non aveva ricordi di eventuali incontri di persona con un mago di sangue, che nome orribile, eccetto quei due che lo avevano rapito, ma i racconti li aveva ben presenti. Spietati, efficienti e letali. Per quello si stava ancora domandando come mai non li avessero ancora attaccati, sapendo benissimo che il loro nascondiglio non fosse più segreto, sempre che lo fosse mai stato.
«Stanno aspettando una nostra mossa, abbiamo attirato la loro attenzione e ora vogliono dell'intrattenimento» sussurrò Monn, scrutando le strade e i tetti delle case che li circondavano. Non appena i due avevano annunciato la loro presenza, erano calati su di loro con una agilità degna dei migliori ginnasti, dando solo il tempo a Frode di spostare Camula dalla traiettoria e a Monn di intercettarne uno, spingendolo nelle acque gelide del Tamigi. L'altro, in perfetto equilibrio sul muretto dove erano seduti, si era fermato a guardarli con un ghigno, mentre Monn afferrava sia Frode che Cam e li trascinava via, inoltrandosi fra gli edifici.
«Gli piace giocare con la gente che reagisce» concordò il veggente, prendendo fiato. Il dolore al fianco sembrava deciso a farsi notare: inspirare gli provocava della continue fitte, ma, nonostante i loro assalitori avrebbero preferito il contrario, il suo respirare era sfortunatamente un requisito fondamentale per sopravvivere.
«Li avete già incontrati» non era una domanda. Nonostante notasse una certa sorpresa nel tono di Monn.
«Ne conoscevo una, tecnicamente la conoscevamo entrambi, ma tu non ricordi, quindi...» iniziò a spiegare, interrompendosi a metà frase a causa dei movimenti del moro.
«Che cosa stai facendo?» diede voce ai suoi pensieri Cam, guardando anche lei Monn che stava iniziando a spogliarsi, «Non che sia contraria, ma non mi sembra il momento» lo additò, muovendo circolarmente l'indice nella sua direzione.
«Non ho vestiti di ricambio, quindi a meno che voi ne abbiate» le rispose, gettando la felpa a terra, seguita dal grembiule che aveva ancora in vita.
Qualcosa finalmente cliccò nella sua mente, sbloccando il suo stato di attonimento.
«Ti vuoi trasformare» affermò Frode, sollevato. La paura non gli aveva annebbiato il cervello.
«Vuole che?» chiese Cam, alternando lo sguardo fra i due.
«Hai alternative?» gli chiese Monn, lanciando le scarpe nella stessa direzione degli altri indumenti.
«È un licantropo» spiegò a sua sorella, «E no, non ho davvero idee» si rivolse all'altro.
«Volete interrompere il loro gioco del gatto col topo buttandoci di messo un lupo?» domandò Cam, incrociando le braccia. Fronte corrugata come ogni volta che cercava di comprendere una situazione a lei oscura. Non la biasimava.
«Se la vuoi vedere in questo modo» sbuffò una risata Monn, afferrando i lembi della maglietta, per bloccarsi all'improvviso, girandosi verso la strada. «Qualcosa non va» disse poi, uscendo scalzo dal loro nascondiglio, «Sento odore di sangue».
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Anathema Urobori - Naufraghi del destino
FantasyFrode sogna da anni di ricorrenti sconosciuti che muoiono davanti ai suoi occhi. Avendo da tempo concluso che la sua unica soluzione sia quella di conviverci, conduce la sua vita destreggiandosi fra clienti esigenti, un fratello troppo annoiato e un...