Un falso appuntamento ad una chiesa in rovine

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Convincere suo fratello a farlo uscire di casa non fu un'impresa facile. Da un lato Rix era seriamente preoccupato per la sua salute, ormai quasi del tutto ristabilita, a essere sinceri, ma ragionare con un esperto del calibro di uno scrittore che aveva una volta scritto una scena in cui un personaggio aveva ricevuto un colpo in testa si stava dimostrando inutile. E non solo per puro orgoglio e testardaggine. Sospettava, no, Frode era certo che suo fratello gli stesse impedendo di andare all'appuntamento per pura ripicca. Se per il colpo al naso per il quale aveva ancora il segno o per avergli perso il suo amato peluche Linus, quando erano andati in vacanza al lago di Lochness e lui si era dimenticato una valigia in albergo, non era dato a sapersi.

Ed era per quel motivo che Frode si era ritrovato a recitare nella sua testa di quanto aprile fosse il mese più crudele, per non dover aggredire suo fratello minore, che in quel momento era appoggiato alla porta dell'appartamento a braccia incrociate, deciso a non spostarsi di un pollice.

«Voglio solo uscire a fare una passeggiata» lo implorò, stufo del fatto che avesse ormai ripetuto quella frase almeno una ventina di volte solo negli ultimi cinque minuti.

«E io ti ho detto di no» rispose impassibile suo fratello, con quel tono calmo che sapeva dargli sui nervi.

«Sono un adulto e sono anche più vecchio di te-».

«Nemmeno di due anni».

«Più vecchio di te» ripeté Frode, alzando la voce, «E se voglio uscire a fare una passeggiata, è mio diritto farlo».

«Peccato che tu sia ancora convalescente e ti possa sentire male» obiettò Rix, sporgendo il capo verso di lui, in segno di sfida.

«Se mi sento male, qualcuno mi aiuterà».

«E chi sarebbe questo buon samaritano, di cui sono sicuro Londra sia piena e certamente famosa per questo?» a quello non sapeva dare un reale risposta. Frode appoggiò le mani sui fianchi, considerando una risposta che avrebbe convinto suo fratello. Non poteva dirgli la verità, anche se...

«Va bene, mi hai beccato» mise le mani avanti, in segno di resa, «La verità è che non voglio uscire solo per farmi una passeggiata» ammise, mentre Rix gli faceva segno con una mano di andare avanti, «La verità è che... È che ho un appuntamento».

«Un appuntamento?» sorpreso, suo fratello si staccò dalla porta, facendo un passo in avanti, «Con il tipo che ha chiamato prima?» sorrise, divertito.

«Sì, ho... Perso il cellulare e... Tu avevi detto che saresti stato da me...».

«È un dottore? Aspetta, un infermiere?» lo interruppe, «Devi averlo conosciuto in ospedale, se lo avessi frequentato prima lo avrei saputo» continuò, «Aspetta! È un pompiere, è un pompiere vero? Grande Frode!».

«Credo che siano affari miei» lo bloccò Frode, tenendo al "privata" del concetto di vita privata.

«Tu non sai neanche cosa sia il divertimento» disapprovò Rix, scuotendo il capo, «Va bene, mettiti qualcosa di più decente e andiamo» gli batté una mano sulla spalla per poi dirigersi verso la camera da letto.

«Andiamo?» per tutta risposta suo fratello alzò le spalle e indicò il suo vestiario, sottolineando il gesto con una smorfia.

Una mezz'oretta più tardi si ritrovò seduto su una panchina dei giardini della chiesa di San Dunstan, ignorando quell'impiccione di suo fratello che si fingeva un turista, finendo solo per impersonare uno squalo. Si aggirava attorno alla piazzetta, alternando fotografie alle rovine della chiesa all'ammirare le cancellate del sito. Ringraziò il cielo che la sua sopravvivenza non fosse dovuta alla sua capacità di mentire, altrimenti sarebbe già morto da anni.

Anathema Urobori - Naufraghi del destinoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora