Chapter XI

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L'atmosfera della camera, che si era appena alleggerita un po', tornò subito ad essere molto tesa.

I due si trovavano in una posizione alquanto compromettente quando sentirono un qualcosa di vetro cadere a terra e rompersi in mille pezzi.

Ovviamente entrambi si voltarono subito verso la fonte del lacerante rumore.

Era Jisung, quel famoso amico d'infanzia di Changbin.

Quello che era caduto, invece, era un vaso che sostava sul comodino del soggiorno.

Jisung li guardava ad occhi sgranati cercando di processare la situazione.

Comunque, il nuovo arrivato non era l'unico a essere rimasto paralizzato: i due giovani che si trovavano in camera da letto non riuscivano a pronunciare una sola parola.

Jisung tuttavia aveva molte domande da fare: Cosa stanno facendo? Dov'è Changbin? No, però seriamente, cosa diavolo sta succedendo?

Tuttavia la maggior parte delle parole che voleva pronunciare sono rimaste bloccate nella gola.

- Ma... Ma che cazzo? - non riuscì a dire altro. Li stava guardando immobile, non preoccupandosi minimamente del vaso che era caduto.

Non si può dire che Jisung parlava in modo troppo volgare, proveniva da una famiglia di un ceto sociale alto, non poteva permetterselo. Eppure in una situazione del genere non poteva fare a meno di sclerare internamente facendo fuoriuscire solo una parte dei pensieri che aveva in testa.

Hyunjin, capendo la delicatezza della situazione, ritrasse la mano che era ancora sospesa in aria e si alzò subito in piedi.

Felix, ancora abbastanza confuso gli chiese:

- Come hai fatto ad entrare?

- La... La porta era aperta... - Jisung li continuava a guardare senza porgere troppe domande.

Felix - Se stai cercando Changbin, non c'è.

Jisung - E dov'è se non a casa sua?

Felix - Non lo so, dovresti saperlo meglio di me.

Jisung era alquanto scioccato.

Felix è sempre stato estremamente gentile con lui, non ha mai risposto a tono anche in situazioni difficili.

Ora, al contrario, aveva alzato il tono senza un apparente motivo.

Inoltre aveva visto come il suo collega Hyunjin stava probabilmente consolando il ragazzo del suo migliore amico. Quale altra reazione dovrebbe avere?

- Ah... - Jisung non sapeva cosa dire. - Scusa se mi sono introdotto nella vostra casa senza permesso... Non era mia intenzione disturbarvi... Tuttavia... Perché Changbin non è qui?

- Non è qui per ovvi motivi, riflettici un attimo. Probabilmente non tornerà, se vuoi parlargli chiamalo. Sono le 3 di notte, se non ti risponde richiamalo domani, non penso sia qualcosa di così urgente.

In realtà era piuttosto normale che Jisung venisse lì a quell'ora. Poteva succedere che aveva bisogno di qualche consiglio e non potendo aspettare il giorno seguente e volendo parlare di persona, Jisung poteva venire lì nel mezzo della notte.

- Ma... Ma come è possibile? Avete forse litigato? Changbin ti ha forse fatto un torto?

- Non mi va di parlarne, possiamo riprendere il discorso un'altra volta. Fatto sta che qui, colui che stai cercando, non c'è e non ci sarà.

Dopo questa frase è calato un silenzio straziante.

Nessuno aveva il coraggio di parlare.

Dopo un po' di tempo Hyunjin decise di non peggiorare la situazione ormai degradata:

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