Segreto fra sorelle.

786 58 18
                                    

Spalancai gli occhi.

Ci misi un pò a capire cosa era appena successo e quando realizzai fu un colpo al cuore.

Non ci potevo credere.

Mia sorella... una strega... un mostro.

Instintivamente indietreggiai.

Avevo paura.

Lei sembrava non capire il motivo di tanto scalpore e continuò a camminare verso di me.

"Tunia cosa c'é?" Chiese.

Ma più si avvicinava più io andavo in panico.

Ero sotto shock.

Ad ogni suo passo io indietreggiavo di tre.

Le puntai un dito e con voce tremante dissi:

"T-tu! S-sei una s-strega!"

"Non è vero!"

"Si che è vero! Ho visto cosa hai appena fatto!"

"Non sono stata io, ti prego sorellona"

"non chiamarmi sorellona! Sei una strega... UNA STREGA!"

Senza aspettare una sua risposta cominciai a correre verso casa.

Non era possibile, non ci potevo credere, non ci VOLEVO credere.

Una cosa del genere non poteva avere il mio stesso sangue.

Con le lacrime agli occhi continuai il mio a correre

finchè le urla di mia sorella cominciarono a farsi più flebili.

Aprì la porta e salì velocemente le scale.

Una volta dentro la mia cameretta, chiusi la porta a chiave e mi buttai sul letto....

sperando solo che tutto quello non fosse vero.

******************

A tavola quella sera, fra me e lei,

regnava il più assoluto silenzio.

Mi ero ripresa, ma in compenso adesso avevo un'altro problema.

Lily, che era sempre stata quella che più protettiva nei miei confronti,

ora era incazzata nera.

I suoi occhi solitamente dolci e pieni di vita,

erano diventati improvvisamente più cupi e pieni di rabbia.

Teneva quel suo tenerissimo broncio,

segno che evidentemente era offesa.

A tavola sembrava che nessun'altro apparte noi se ne fosse accorto.

Mamma e papà erano troppo impegnati a parlare dei loro affari di lavoro

insieme a zia Anjelic per accorgersi della tensione delle loro figlie.

Fu una cena interminabile.

Anche se non accetavo il fatto che lei fosse una simile creatura

non riuscivo a provare del tutto sdegno verso di lei.

Le volevo bene e mi sentivo in colpa per come mi ero comportata.

Quando poco prima di cena ripresi lucidità,

cercai di rivedere tutta la scena da un'altra prospettiva e

presi coscienza che la mia reazione doveva averla davvero ferita nel profondo.

Petunia EvansDove le storie prendono vita. Scoprilo ora