Ritorno alla normalità o quasi?

640 63 6
                                    

Da quella sera non rivolsi più la parola a Lily per l'intera durata della festa.

Mi ci vollero settimane di psycoanalisi prima di calmare i miei bollenti spiriti,

ma con l'aiuto di Yvonne passò tutto.

Ero riuscita a perdonare mia sorella,

anche perchè avevo constato che tutto quello che era successo non poteva di certo essere a causa sua!

Erano i miei genitori a essere stronzi.

Non potevo però non ammettere di essere gelosa di lei.

La bellezza che una volta ammiravo ora diventava il mio più grande incubo.

Un pò per volta cercai di rimediare al vuoto che avevo creato frà me e Lily e tutto ritornò come prima.

Anzi forse ancora meglio.

Lily, con gran scalpore, cominciò ad accorgersi del comportamento che nostra madre riservava per me.

Questo la fece andare su tutte le furie.

Ogni volta che mamma mi insultava con una delle sue battutine velenose lei era sempre lì a difendermi;

E se non mi chiedeva scusa lei le metteva il broncio.

Non potevo che essere entusiasta.

Dio, ero così felice di non provare più rabbia nei suoi confronti!

Che poi... anche se l'avessi avuta...

le volevo troppo bene per non accoglierla in un abbraccio ogni volta che quei suoi occhietti luminosi si riempivano di lacrime.

Maledetti occhi dolci.

Riuscivano a sciogliermi sempre.

Un giorno, mentre eravamo al parco, io e Lily ci stendemmo sul grande prato verde.

A pancia in sù cominciammo ad osservare le nuvole.

Laria era fresca ci scopigliava i capelli.

Si potevano udire i ronzii delle api da lontano.

Questo era il segno che l'estate era alle porte.

I miei pensieri vennero interrotti dall'inconfondibile voce malandrina al mio fianco la quale annunciò:

"Voglio fare un gioco"

Rabbrividì.

Nell'ultimo periodo erano successe cose strane giocando con lei.

Per esempio qualche giorno prima stavo spostando il castello delle pricipesse da una parte all'altra della camera.

E non si sà come, quando entrò mia sorella e vide che stavo faticando per spostarlo,

la struttura all'improvviso diventò più leggera.

Per non parlae di quella volta che il mio compagno di classe jordan la fece andare su tutte le furie.

Le carte da lui tanto adorate si trasformarono improvvisamente in un corvo dalla voce gracchiante.

Ne io ne nessun altro riuscimmo a dare una spiegazione valida di tutto ciò.

Gli altri dopo circa una settimana lasciarono cadere il discorso,

accettando il fatto che era successo è basta.

Da quella volta però conciò a essere osservata con aria sospettosa dalla gente.

C'è chi la riteneva strana, chi pazza, chi perfino una... strega!

Io da brava Evans cercavo in tutti i modi di far vedere di buon occhio la mia famiglia.

Ma certo quegli incidenti non aiutavano affatto.

Puff... mi ripetevo io che sciocchezze ! La magia non esiste!

"Che tipo di gioco?"

"Dobbiamo cercare delle foglie rosse. Chi ne trova di più vince"

"Ma non siamo in autunno Lily"

"Ma è prprio questo il bello no? Trovare delle cose impossibili.

Sono sicura che ne troveemo qualcuna.

Ma posso chiederti una cosa?"

" certo dimmi pure sorellina"

"È da tanto che non inviti Yvonne a casa nostra,

ultimamente sei sempre tu ad andare a casa sua. Perchè lo fai?"

Mi irrigidì di colpo.

Di certo non le potevo dire che era a causa dei suoi piccoli incidenti

e che non volevo che la mia migliore amica si spaventasse di lei e si allontanasse da me.

Perciò risposi:

"Bò così. Sai la sua casa è molto bella ed è piena di giochi."

Con uno sguardo veloce mi assicurai che in torno non ci fosse nessuno, poi dissi:

"Allora giochiamo?"

"Siii"

                                   ********************   

Dopo quasi mezz'ora di ricerca ci ritrovammo davanti alla fontana.

Con mia grande sorpresa trovai 5 foglie rosse.

Questo voleva dire che la piccola, pur essendo ciò, non aveva tutti i torti.

Quando le aprì dentro le sue mani giacevano numerose foglioline del colore dei suoimcapelli.

Rimasi a bocca aperta.

"Dove le hai trovate?"

"In giro. Cercando bene le trovi. Sai a cosa assomigliano Tunia?"

Cominciai ad avere paura.

Quella era una ci quelle volte in cui sarebbe successo qualcosa, me lo sentivo.

Mi gurdai furtivamente in torno cercando di non farmi vedere mia sorella per non offenderla.

Dopo tutto, in seguito a tutti gli eventi successi,

a scuola  ero l'unica a non pensare che fosse strana.

O per lo meno cercavo di crederlo.

"A cosa?"

"A delle grandi farfalle!"

Guardai le sue mani. In effetti ci assomigliavano.

Rimasi un'altro pò a fissarle, giusto per assicurarmi che non succedesse niente di strano.

Ma proprio quando finalmente mi girai dall'altro lato sollevata che non fosse accaduto niente successe.

Una nuvola di farfalle rosse fuoco volarono sopra le nostre teste.

Mi rigirai e con forza aprì le mani di mia sorella.

Erano vuote.

Petunia EvansDove le storie prendono vita. Scoprilo ora