Non ricordo una scena in particolare perchè il mio cervello non potè reggere l'intensità dei miei sentimenti,
cancellando cosí molte cose;Ma spezzoni, come le scene di un film, erano sono visibili nella mia mente.
Jordan. Lily infuriata. L'armadio volante. Il tonfo. Le urla dei presenti. Il viso di lui terrorizzato.
Accadde tutto in un attimo e poi...il vuoto.
Il mio cuore smise di battere;
I miei polmoni di respirare;
I miei occhi di vedere;
NON VOLEVANO vedere.
"Aiuto"
Sussurrò mia sorella,ma io ero lì... come paralizzata.
Yvonne accanto a me aveva gli occhi sbarrati e al suo sguardo sconcertato io ricambiai con uno inespressivo.
Nella stanza dominava il silenzio.
Solo LEI ruppe il silenzio.
"Sorellona aiutami"
Tutti gli occhi cominciarono a puntarsi su di me, come chiedere una spiegazione.
Uno in particolare era lo sguardo che non volevo incontrare.
Quello dei miei genitori.
Anche se non mi girai per vederli, potevo benissimo percepire i loro sentimenti.
Erano delusi, arrabbiati, increduli.
Io abbassai gli occhi, puntando sulle ciabatte.
Li avevo traditi.
È vero... non mi avevano mai trattato bene, erano stati meschini nei miei confronti... ma erano i miei genitori.
Loro che, come me, odiavano tutto quello che poteva rendere una famiglia imperfetta...
Quando Lily per la terza volta cerco di prendere la parola la fermai.
"Sorellona ti pre-"
"Stai zitta"
"Ma.."
"Silenzio!"
E con le lacrime agli occhi gli gridai
"sei un mostro, UN MOSTRO!"Cominciai a correre.
Non sapevo esattamente dove andare, ma lo feci.
Mi ritrovai in giardino.
Per un pò mi lasciai coccolare dal vento freddo della notte, finchè dei piccoli passi non si avvicinarono a me.
Non serviva che mi girassi per vedere chi fosse.
"Yvi..."
Non ricevetti risposta ma si sedette accanto a me.
"Lo sai che dovrei pretendere delle spiegazioni, vero?"
"Si..."
Sussurrai e lei sospirò.Seguirono 10 minuti di silenzio.
Un silenzio diverso da quello precedente però;
uno meditativo non glaciale.Capii che mi stava lasciando il mio tempo.
Pian piano riprendevo lucidità e di conseguenza tutte le paure e i vari sentimenti tornavano a galla.
Mi resi conto che avevo abbandonato mia sorella da sola con degli adulti che avevano appena scoperto la sua natura,
ma non ebbi il coraggio di entrare in casa.
Ad un certo punto alzai il viso.
"Ti devo raccontare una storia"
"Sarò più che felice di ascoltarla"
E così le raccontai tutto. Di Lily, del suo problema, le sue stranezze.
Quando finii fu come liberarsi di un peso.
Un peso che fino a quel momento non mi ero accorta fosse stato così opprimente finchè non l'avevo lasciato andare.
Dei passi, questa volta forti e pesanti, si fecero sentire dall'interno della proprietà.
Erano i tacchi delle scarpe di mio padre.
Le avrei riconosciute da miglia di distanza.Quando si presentò davanti alla porta fù glaciale.
"Vieni dentro"
Yvonne mi fece cenno di incoraggiamento e io mi alzai per seguirlo.
Arrivati in una stanza buia trovai mia madre già seduta su una poltrona e mio padre prese posto accanto a lei.
"Lo sai che cosa non abbiamo dovuto inventare per giustificare... quello?"
Disse usando sempre quel tono di estrema freddezza.
"Immagino... di si..."
La mia voce si fece quasi impercettibile.
Era arrabbiato e allo stesso spaventato.
Aveva perfino evitato di dire quello che era successo.
"Bene. Ora siediti e racconta tutto. Sappi che verrai punita per non aver detto niente."
"Ma.. papà-"
"ADESSO!!"
Presa dalla paura confessai tutto, ma al contrario della prima adesso ad ogni parola fù una pugnalata;
Ad ogni loro smorfia o segno di disapprovazione nei miei confronti furono dei tagli al cuore.
Alla fine del discorso mio padre si schiarì la voce e prima che io potessi dire o fare qualcosa un ceffone in pieno viso mi colpì in pieno viso,
facendomi portare istintivamente portare le mani sulla guancia dolorante.Era la prima volta che alzava le mani e fù peggio di quanto avrei mai immaginato.
Quando avevo aiutato Lily non avevo mai pensato alle conseguenze e ora me ne pentivo.
Dovevo immaginarlo che quel suo problema non poteva essere gestito da una bambina come me.
Bussarono alla porta e entrarono i genitori di Yvonne.
"Portatela via"
Mi girai di scatto verso di lui.
"P-papà... in che senso... portatela via?"
"Nel senso che starai a Casa White per un pò, finchè non avremo fatto i conti con tua sorella"
Cercai di ribellarmi ma 2 grandi e possenti mani mi presero e mi portarono fuori.
Percorrendo il corridoio vidi il suo viso in lacrime guardare il pavimento.
Doveva sentirsi davvero male.
Istintivamente avrei voluto andare lì e abbracciarla,
ma poi i ricordi si misero di mezzo e il panico mi avvolse costringendomi a girarmi e a proseguire.
Una volta uscita fuori,
salii sull'automobile senza aprir bocca e quando mi girai di nuovo per guardare la porta che avevo lasciato alle mie spalle,
vidi con la coda dell'occhio una figura scura di un ragazzo nascosto in fondo alla via.
***********
Una volta a letto, mi girai e rigirai più volte cercando di trovare anche solo per un'istante una posizione che si potesse definire comoda.
Pensai al viso in lacrime della mia povera sorellina...
Avrei dovuto andarle in contro e consolarla.
Eppure, senza una ragione ben chiara, una parte di me la vedeva sbagliata.
E mentre mentre il sonno tardava ad arrivare,
il cuore lottava contro due sentimenti contrastanti...
sgretolandosi pian piano da solo.
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Petunia Evans
FantasyAbbiamo tutti amato la bellissima Lily per il coraggio e la determinazione descritta dalla J.K.Rowling nei suoi libri. 7 libri che hanno fatto sognare milioni di persone, 7 libri in cui a Harry vengono ripetutamente mensionati i suoi genitori... il...