Capitolo 9

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Una volta fuori dall'auto Peter ha aperto la colossale porta che permetteva l'ingresso nel palazzo. All'interno era grigio, cupo. Doveva essere uno di quegli edifici colmi di uffici. Mi immaginavo come doveva essere di giorno: luminoso e vivo, pieno di uomini e donne concentrati sul loro pc che lavorano più o meno volentieri, ognuno con una propria storia, le proprie passioni, il proprio vissuto. Un "shhhh" mi ha fatto tornare alla realtà. Peter mi stava dicendo che dovevamo procedere in silenzio. Mi ha preso la mano e un brivido mi ha percorso la schiena. Perché mi faceva quell'effetto? Ha iniziato a correre lungo le scale trascinandosi me dietro. Dopo circa sei rampe di scale ho deciso di togliermi le scarpe, non era stata una buona scelta mettersi i tacchi "siamo quasi arrivati dolcezza" così ho corso per altre due rampe a piedi nudi. Finalmente siamo arrivati a una porta di ferro che indicava la fine delle scale. Peter ha aperto la porta facendo segno di passare. Quello che ho visto, quasi mi ha fatto venir da piangere. Eravamo sul tetto dell' alto palazzo dal quale si poteva vedere l'intera città. Al centro c'è un tavolo rotondo apparecchiato per due, addobbato con candele profumate e petali di rosa.

Dopo avermi inviato a sedere, si è seduto a sua volta e ha aperto una bottiglia di vino. Con fare esperto mel'ha versato nel bicchiere. Io, da quando ero entrata non facevo altro che sorridere come un'ebete e arrossire. "Allora piaciuta la sorpresa?" era entusiasta, orgoglioso e felice "Molto, grazie mille" durante la cena abbiamo parlato molto. Mi ha raccontato del suo lavoro, e io della scuola e dei progetti che ho per il futuro. Era a suo agio, i suoi occhi brillavano di felicità. Anche io stavo bene, benissimo. Dopo circa un'ora che stavamo parlando ho sentito una goccia cadermi sulla spalla, subito dopo un'altra sul capo. In pochi secondi eravamo tutti fradici, cosi siamo corsi verso la porta in ferro ridendo sull'ilarità della cosa. Peter ha aperto la porta e ci siamo fiondati all'interno dell'edificio. Eravamo bagnati e infreddoliti. Mentre mi strizzavo i capelli per cercare di togliere il grosso dell'acqua, Peter mi si è avvicinato, spingendomi contro il muro. Immediatamente ho alzato gli occhi sui suoi e lui, ha iniziato a baciarmi il collo. Da li lentamene si spostava dando piccoli dolci baci sulla mandibola, sulle guance per poi posarle sulla bocca. Era un sogno. Quel momento era un sogno, quei baci erano un sogno, lui era un sogno. Un sogno reale.

Siamo stati li seduti per terra, lui appoggiato alla parete e io a lui.

A un certo punto ho sentito vibrare il cellulare, così l'ho preso

"Sei già in ritardo di mezz'ora, se non vuoi una punizione memorabile torna subito a casa!" era mia mamma. Mi ero completamente dimenticata di controllare l'orario. Il viaggio era di mezzora, come potevo dirle di aspettare ancora?

"Ma Amy non ti ha detto che mi fermo da Clare a dormire?" questa non me la perdona la mia cara sorellina! "Ah non mel'ha detto! Ok allora buonanotte, ci sentiamo domani."

Con la mamma avevo fatto ma ora c'era Amy cosi le ho scritto un messaggio:

~mi fermo da Clare a dormire e tu "ti sei dimenticata di dirlo alla mamma" grazie mille! Domani ti compro delle caramelle ;D Eve~

Ok ora poteva andare.

Mi mancava solo di chiedere a Clare di poter state dal lei a dormire. Cosi con una breve chiamata le ho raccontato l'accaduto e lei ha accettato volentieri.

Poi mi sono rivolta a Peter "scusa per il trambusto, ma sai..mia mamma.." " no non ti scuso! Non ti scusero mai!" e poi ha iniziato a farmi il solletico. Io ridendo lo imploravo di smettere, ma lui continuava.

Siamo stati ancora un po' accoccolti in quel luogo, poi mi ha accompagnato a casa di Clare salutandomi con un tenero bacio sulle labbra.

#spazio autrice
Ciao ragazzi! Spero che questa storia vi piaccia! Purtroppo, non so il motivo, le immagini che metto all'inizio dei capitoli ultimamente non si vedono. Speriamo che la cosa si risolva.
Grazie mille!
~ely

sono pazza?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora