Capitolo 13

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Eccomi qua.
Dopo aver riattaccato il telefono mi sono vestita velocemente con jeans, camicia e un maglione blu, mi sono messa un velo di trucco e ho bevuto un caffè. Lo sapevo che non dovevo fidarmi a andare in macchina con una persona che non conosco o meglio che ieri é entrata in casa mia con la forza, ma non potevo fare altro. Dovevo sapere di più su quel misterioso lavoro.
Quando sono uscita mi sono trovata l' auto nera di fronte al cancello e Andrew che mi aspettava tenendo aperta la portiera del passeggero. Portava ancora le lenti cosi ho deciso che non lo avrei guardato negli occhi per evitarmi un altro mal di testa.
Con un gesto della mano mi ha fatto cenno di entrare
"Prego piccola, é già in ritardo" dopo averlo fulminato con lo sguardo sono salita in auto.
Successivamente anche lui é salito, ha messo in moto e l'auto é partita.
Durante il tragitto Andrew mi ha spiegato diverse cose: il criminale dovrebbe essere uno spacciatore pronto a uccidere chiunque intralci la sua salita al potere. Il figlio é bellissimo attorno a se ha moltissime ragazze attratte anche dai suoi soldi. Io dovrei avvicinarmi al figlio e successivamente al padre.
"E secondo te uno cosi, dovrebbe guardare proprio me? Anche se accettassi sarebbe un fiasco, non mi considererebbe mai"
"Oh piccola! Vedrai che gli piacerai come l'ultima volta"
"L'ultima volta?!"
"Oh siamo arrivati! Allora ti vengo a prendere appena finisci cosi ti spiego riguardo i tuoi nuovi capi" mi ha fatto un sorriso finto per schivare la domanda che gli avevo posto. L' ho fulminato con lo sguardo sibilando: "non ho accettato" e lui sarcastico: "oh scusami piccola! I tuoi futuri capi".
Me ne sono andata alzando gli occhi al cielo.
Che personaggio!
Mi é squillato il cellulare, era una chiamata di Peter
"Pronto"
"Ehi che fine hai fatto! Non rispondi ai messaggi da ieri pomeriggio! É successo qualcosa?"
Mi ero completamente dimenticata di rispondergli, ero troppo impegnata a pensare al lavoro. Gli stavo per dire tutto quando mi sono ricordata che non potevo farne parola a nessuno
"Scusami é che non sono stata molto bene"
"Sei a casa vero? Non sei andata a scuola?"
"Emmmm...no sono andata non posso saltare la verifica di latino"
"Ti vengo a prendere io dopo, cosi ti porto a mangiare qualcosa"
cosa potevo rispondergli?
"Oh sei gentilissimo! Ma non posso purtroppo, ho detto a mio papa di venirmi a prendere"
"Oh va bene allora ci vediamo stasera ok? Ti vengo a prendere per le 21"
"Perché non ti fermi da me? I miei genitori non ci sono"
"Ok va benissimo, allora a dopo dolcezza"
Perché le mie guance erano rosse?
"A dopo"
A scuola non sono riuscita a concentrarmi un attimo. Continuavo a pensare alla situazione in cui mi trovo: una ragazza che non sa cos'e un giorno scopre che un gruppo di presone sa tutto di lei e della sua vita e le chiede di partecipare a un'indagine e lei, pazza, pensa di accettare.
La vibrazione del mio telefono mi ha fatto tornare alla realtà
~ehi piccola non sarò io a venirti a prendere, ma un mio collega perché devo fare una commissione. Non é simpatico come me, ma quasi.~
Cos'e questa news? Posso tornare anche da sola a casa! Non devo essere scortata anzi..quasi quasi mando un messaggio a Peter...
"Eve non si guarda il telefono in classe! Dammelo grazie! Te lo ridarò alla fine delle lezioni." Perfetto! Non avevo neanche il telefono.
Alla fine delle lezioni la professoressa mi ha ridato il telefono facendomi la solita romanzina.
Sono uscita da scuola e ho visto la solita macchina nera fuori dal cancello che mi aspettava. Mi sono avvicinata all' auto e guardando attraverso il finestrino abbassato ho visto un uomo sui quarant'anni, capelli neri e delle lenti a contatto nere come quelle di Andrew.
Ho aperto la portiera del passeggero e mi sono seduta.
"S..alve io sono Eve"
Ero imbarazzatissima
"Buogiorno, Andrew mi ha dato delle indicazioni precise. Mi ha detto di farle conoscere meglio i capi" era serio, severo. Non si era nemmeno voltato per guardarmi quando ero salita.
Ha messo in moto l'auto ed é partito. É stato in silenzio per circa 10 minuti fino a quando ho notato che la strada che stava percorrendo non era quella per casa
"Ha sbagliato strada"
"No."
"Si invece! Questa strada non va a casa mia"
"Lo so, ma non ti sto portando a casa"
La rabbia e la paura mi hanno fatto infuocare le guance.
"Come non stiamo andando a casa! Io devo..voglio andare a casa!"
"Gli ordini sono questi"
"Che ordini? Gli ordini di chi?"
Nessuna risposta. La portiera era bloccata.
Ho iniziato a urlare e ricattarlo, ma lui nulla. Impassibile andava avanti sulla strada.
Finalmente siamo arrivati a destinazione.
Un palazzo grigo largo e basso.
L'uomo mi ha aperto la porta e io appena scesa ho iniziato a correre più veloce che potevo. Volevo scappare lontano, non sapevo dove mi trovavo ma dovevo andar via.
Ma qualcuno mi ha preso per la mano e con uno strattone mi ha riportato indietro. Era lui, e chi se no? Andrew.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Apr 17, 2015 ⏰

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