Nakajima Atsushi. È quando ti guardo negli occhi che mi rendo effettivamente conto di quanto l'essere umano possa rivelarsi terrificante.
Quando vedo il tuo bagliore fiacco ma ostentato che tante, troppe persone hanno provato ad estinguere; quando il tuo tenero sorriso radioso rischiara una giornata cupa e uggiosa; quando ti vedo stringere Kyōka in un caldo abbraccio perché le vuoi bene e non vuoi che patisca lo stesso dolore che hai patito tu stesso... È in questi momenti che il mio cuore si contrae, dolorante, e la mia coscienza si chiede: "Come può qualcuno fare volontariamente del male a una persona buona come lui?"
L'essere umano è crudele. Egoista. Manipolatore. Sadico. Incoerente. Masochista. Ubriaco di vizi. Commette peccati d'ogni tipo e ne va fiero. E tu questo lo sai bene, vero? Sei stato tu, in prima persona, a vivere sulla pelle le crudeltà di questi uomini. Tu in prima persona, ne sei stato vittima. Non ne potevi niente. In fondo, come può un innocente bambino di... cinque? sette anni? reagire dinanzi a una tale malvagità? Tu non hai colpe. Tu, così come Kyōka, Ryūnosuke, Kyūsaku e tanti altri, non sei che una vittima. Non tutti gli esseri umani sono crudeli, e voi ne siete la prova vivente. Le vittime della crudeltà ne sono la prova vivente.
Eppure, se c'è una cosa che accomuna voi e i vostri usurpatori, sono i vizi capitali. Anche l'uomo più buono e genuino commette peccati e abusa di vizi. È naturale. Letteralmente: è nella sua natura.
Il vizio di cui tu hai abusato è l'Accidia, "la negligenza nell'esercizio della virtù necessaria alla santificazione dell'anima". Il peccato che ne consegue è l'incapacità di riscuoterti dal torpore in cui sei capitato dento.
Per chi non lo sapesse, l'Accidia è un miscuglio fra noia, pigrizia, disinteresse verso ogni forma d'iniziativa e malessere generalizzato. Tanti credono che la sua definizione si limiti a un sinonimo di "tristezza", ma c'è ben altro sotto. L'Accidia è malavoglia. È risentimento. È restìo. È il rifiutarsi o il non aver voglia di mutare la propria condizione esistenziale.
Atsushi, una cosa che ti viene particolarmente bene è crogiolarti nel tuo dolore. Sia io che te abbiamo un vero e proprio talento in ciò. Rimpiangi le tue scelte passate, permetti alla tua mente d'invadersi di "se" e "ma", rimugini sui tuoi errori e perseveri nella loro assidua ripetizione. E ti va bene così; alla fine, ti va bene così. Dici di non sopportare il tuo stato d'animo attuale, dici di voler fare il possibile per migliorare e risolvere i tuoi problemi... Allora perché non lo fai? Perché tu, in questo preciso momento, sei rannicchiato fra le ormai fredde coperte del tuo futon, senza neanche la voglia di andare ad accendere il riscaldamento e mettere qualcosa sotto i denti? Continui a ripeterti: "Solo più cinque minuti, poi mi alzo e vado a fare qualcosa di utile...", ma quei cinque minuti non fanno che moltiplicarsi esponenzialmente e la sveglia accanto la tua testa s'è spenta perché ha trillato più di mezz'ora fa.
Una ciocca dei tuoi capelli bianchi e arruffati ti ricade sulle iridi eterocromatiche, ma non te la senti di scostarla. Rimani là, statico e fermo, immerso nel tuo torpore. Ti va bene così. "Magari domani," sussurri fra te e te. Chiudi di nuovo gli occhi. Oggi è il tuo giorno di riposo, e nessuno verrà a disturbarti mente t'immergi ancora una volta nei flashback dei giorni dell'orfanotrofio che ti ancorano al materasso, facendoti serrare le palpebre e provocandoti la pelle d'oca. Sono quelli i ricordi che ti fanno piangere la sera, ed è con le scie di lacrime secche che hanno marchiato le tue guance che t'accucci mogio mogio aspettando il sonno - che, fortunatamente, non tarda ad arrivare.
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I SETTE VIZI CAPITALI, bungō stray dogs
Fanfic❝ La tua fame è insaziabile. Poco importa quanti ne divori, poco importa quanti di essi riesci effettivamente ad assimilare: tu ne vorrai sempre di più. Non saranno mai sufficienti per placare la tua fame ingorda. Ranpo, la tua non è una fame di dol...