𝐈 𝐍 𝐕 𝐈 𝐃 𝐈 𝐀

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Akutagawa Ryūnosuke

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Akutagawa Ryūnosuke. Dimmi, dimmelo guardandomi dritto negli occhi: chi sei tu? 

Sei un animo fragile ma pieno di potenzialità. Sei divorato dall'odio ma desideri essere amato. Sei solitario, individuale, escluso, ma alla costante ricerca di approvazione dall'unica persona che ammiri. Dici che nessuno t'interessa ma hai deciso di sacrificarti per la sopravvivenza di quel "nessuno". Appari strano agli occhi degli altri, Ryūnosuke. Anche se più che strano io direi tormentato.

Da dove scaturisce l'ammirazione spassionata che provi nei confronti di quell'uomo? Sei disposto a tutto pur di ottenere anche solo un misero, insulso cenno di conforto da parte sua. Non ti fai scrupoli a squartare le membra dei nemici e a imbrattarti le mani di sangue, sangue che a te ormai non fa più né caldo né freddo dalle tante volte che ti è salito in gola, finendo quasi per strozzarti. Non hai molto tempo, e questo tu lo sai bene. È per questo che ti spingi a tanto? Perché non pur non sapendo quando giungerà la tua ora, sei consapevole della sua estrema vicinanza? 

I tuoi polmoni stanno collassando. Negli ultimi giorni stai sputando sangue sempre più spesso e non è quello dei tuoi nemici. Sempre a patto che tu non consideri te stesso un nemico: se le cose stanno così, allora mi tocca ritirare quanto detto. Tu non tolleri i deboli, Ryūnosuke. E considerandoti tu stesso tale, non è errato dire che non tolleri te stesso. Detesti gli incapaci, i lamentosi, i viziati e i piagnucoloni. È per questo che non sopporti la Tigre Mannara? O è forse perché ne sei invidioso?

L'Invidia è il tuo tallone d'Achille, il tuo vizio. L'incapacità di riconoscere la tua stessa forza è il peccato che ne deriva.

L'Invidia ti ha reso cieco. Tutto ciò che vedi è cremisi; le tue mani, i tetti delle case, il porto di Yokohama e gli sguardi dei civili... Tutti rossi. A cos'è dovuta la tua feroce sete di sangue? All'iroso piace combattere, non uccidere. L'iroso trova piacere nella competizione, non negli spargimenti di sangue. Ma tu non sei come lui, no. Tu vorresti far fuori chiunque intralci il tuo cammino, chiunque ti metta i bastoni fra le ruote e chiunque capiti per errore lungo il marciapiede che tu stesso stai percorrendo. L'Invidia che provi nei confronti della Tigre Mannara è tale da impedirti di ragionare a mente lucida. La Tigre Mannara è un ostacolo, un impedimento, sta in mezzo a te e Dazai e anzi, t'ha pure soffiato la posizione dalla sua ala protettrice. E tu lo detesti. Lo detesti non solo perché vorresti essere al posto suo, ma anche perché quello non sa fare altro che piangere e rimuginare lamentosamente sul suo passato, sulla persona debole che era, sulla persona debole che è, e non muove neanche un dito per provare a cambiare la propria situazione. Ai tuoi occhi, sono gli altri che lo fanno al posto suo. Ai tuoi occhi, sono gli altri a consolarlo, ad incoraggiarlo, a dirgli che in realtà è forte e che può farcela. Tu non lo sopporti perché non si rende conto di quanto privilegiato in realtà sia. 

Lui è amato. Tu no.

Chi è che ti ama? Nella tua mente non riaffiora neanche un nome. Chūya, forse? Probabile. Chūya fa schifo a dimostrare i propri sentimenti ma, a conti fatti, ti vuole bene. Non è difficile da comprendere. Solo che Chūya è troppo preso ad annegare nell'Ira che prova nei confronti di se stesso che non è nessuno, di Dazai che l'ha abbandonato, del mondo che l'ha creato senza fornirgli alcuna spiegazione. 

I SETTE VIZI CAPITALI, bungō stray dogsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora