Capitolo 2

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"Ti prego lasciami ti scongiuro" le lacrime non si fermano.

"Mi stai facendo male Ross" ad un certo punto si apre la porta ed un piccolo sospiro esce dalla mia bocca.

E quando vedo delle facce familiari mi spubta un piccolo sospiro che si spegne subito quando vedo il ghigno soddisfatto da parte di Ross "Fossi in te non sarei contenta" mi dice con quegli occhi eccitati e la voce roca.

Mi sveglio sudata con il fiatone, prendo il telefono per vedere che ore sono e lo schermo segna le "2:45".

Poggio il cellulare di nuovo sul comodino,mi alzo e, sapendo che da sola non sarei mai riuscita ad addormentarmi, mi dirigo verso la stanza dell'unica persona che in questi casi mi aiuta a superare la notte senza avere delle occhiaie da paura la mattina dopo.

Entro nella sua stanza che profuma di nuovo, è molto simile alla mia ma un po' più grande e più da maschio.Scosto le coperte dal suo corpo robusto e mi sdraio vicino a lui.

"Al?" sussurra Dylan assonnato e già sapendo cosa era successo, considerando che era quasi di routine, mi prende e mi stringe forte a se, facendomi sentire protetta.E cado nelle braccia di Morfeo.

"Eccomi Eccomi" dico irritata dirigendomi verso la macchina di Vinnie che suona costantemente il clacson. Oggi mi sono svegliata alle sei, nemmeno io so come, e mi sono preparata: jeans neri strappati che fasciano le mie gambe robuste, una maglietta a tinta unita nera a maniche lunghe, giacchetto di pelle del medesimo colore e le mie Buffalo bianche. Il mio fisico non è slanciato come quelle delle modelle: le mie gambe non sono minute, cosa che ho sempre odiato, i miei fianchi nella norma e la vita stretta,insieme alla mia terza di seno, formano un fisico quasi a clessidra. Mi sono data una truccata per ravvivare il mio pallido viso mettendo fondotinta,bronzer, alcune passate di mascara che mettono in risalto i miei occhi quasi grigi e del rossetto di un colore simile al rosso. I capelli li ho fatti un po' mossi con la piastra risaltando il colore rosso.

"Ogni giorno diventi sempre più lenta" dice Doll ridacchiando.

"Tu invece ogni giorno diventi sempre più bassa" le dico a mia volta aprendo lo sportello della macchina e poggiando lo zaino nel sedile posteriore.

"Io non sono bassa, ma diversamente alta" mi lancia un occhiataccia sbuffando.

"Diversamente alta è un altro modo per dire che sei bassa" le faccio la linguaccia infantile, ovviamente lo faccio per scherzo non potrei mai farle del male intenzionalmente e nessuno può dirle queste cose se non io.

Lei sbuffa e continua a guardare la strada.Mentre lei canta "Into It" dei Chase Atlantic io mi perdo come sempre nei miei pensieri: incontrare gli amici di Vinnie mi spaventa e mi irrita allo stesso tempo, lei sa quanto io ci abbia messo a fidarmi di lei. Lei sa tutto è stata l'unica a non mettermi pressione nel raccontargli le cose, gli psicologi invece mi pressavano a raccontare quando io invece non volevo.

Ogni volta che rimettevo piede dentro quel sudicio riformatorio ero pronta a subirmi le innumerevoli domande degli strizza cervelli come "cosa è successo questa volta?" "perché l'hai rifatto?" "ci sono problemi a casa?" , il vero problema non erano mai stati gli altri, ma io, io sono il problema.

Sommersa dai miei pensieri non mi rendo nemmeno conto che la macchina si è fermata davanti a questa specie di chiosco elegante. Scendiamo dalla macchina ed entriamo. Subito Vinnie scruta attentamente i tavoli alla ricerca dei suoi amici, ed ad un certo punto delle braccia che si muovono freneticamente ci fanno puntare i nostri sguardi su di loro. Vinnie comincia a saltellare verso il tavolo mentre io rimango bloccata, indecisa se andare da loro o nascondermi dietro al bancone del bar e darmela a gambe, ma scuoto la testa scacciando ogni mio pensiero negativo e mi dirigo anche io verso di loro. Appena arrivata vedo tre ragazzi e una ragazza.

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