Capitolo 31

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Quand'ero bambina il buio mi spaventava, anzi, mi terrorizzava. Dormivo sempre con una luce accesa e, quando i miei genitori dopo essermi addormentata spegnevano quella piccola fonte di sicurezza, seppur piccola e poco luminosa, nel bel mezzo della notte mi svegliavo impaurita e andavo ad infilarmi tra le coperte di mia madre e mio padre. Con l'andare avanti degli anni questa cosa non è scomparsa, fin quando sei arrivata al punto in cui la tua mente è un sentiero oscuro e ramificato che, talmente abituata a codesto buio, ormai non è più quell'oscurità a farti paura, ma le ombre che la seguono. Non è più l'indecifrabilità del nero a farti paura, ma la difficoltà nello scorgere tali creature che senti sussurrare nel tuo orecchio le tue paure più grandi. Forse è per questo che preferisco il giorno, grazie alla luce riesco a rintracciare quelle macchie d'imperfezioni, cercando di non farmi raggiungere.

Purtroppo alcune volte non sono riuscite a schivarle e sono riuscite ad entrare in contatto con la mia pelle chiara, macchiandola e riuscendo a rovinarla, a causa delle mie scelte poco sagge. Spero solamente che le mie ombre non riescano a coprirmi del tutto, perché a quel punto non potrei più scappare, non troverei rifugio da nessuna parte, sarei completamente immersa nell'oscurità.

"Josh, non l'hai fatto veramente" urla stridula Vinnie coprendosi gli occhi con la mano, nel mentre che io sghignazzo per le circostanze della situazione.

"Poi ti chiedi perché non hai una ragazza, amico" alza gli occhi al cielo Luke, distogliendo lo sguardo dal panino radioattivo del moro.

"Non è colpa mia se non avete gusto" si giustifica Josh addentando golosamente il suo...non so nemmeno come definire quel cibo.

"Josh, capisco il fatto di portarti un hot dog con cipolle, mostarda, ketchup e cetriolini insieme alla torta di tua nonna, ma quelli vanno mangiati separatamente, non insieme!" lo rimprovera Kate disperata.

"Allison, tu non hai niente da dire? Almeno completate il giro del "insultiamo i gusti originali di Josh" dice sarcasticamente il moro nella mia direzione.

"In queste situazioni le parole non bastano" alzo le mani scuotendo la testa e sorridendo divertita.

Onestamente pensavo che dopo aver perso la pazienza con Cheryl, la sorellastra di Josh, mi avrebbero guardata tutti con occhi differenti. Non che mi interessi, sia chiaro, però mi aspettavo sguardi giudicanti e occhiate fulminanti, e ci sono state, ma non da parte di questo piccolo gruppo che si è andato a formare. Con Josh non ne ho veramente parlato, però l'argomento è uscito e non mi è sembrato avesse rancore nei miei confronti. Questa cosa mi ha dato sollievo, ma in caso contrario, non mi avrebbe toccato più di tanto.

"Bene, ora parlo io. Qual'è la differenza tra mangiare prima una cosa e poi l'altra se tanto alla fine i gusti si mischiano lo stesso?" chiede a tutti e quattro Josh, lasciandoci un po' riflettere, nel mentre che si pulisce la bocca con un tovagliolo finendo di masticare.

"Che se mangi prima una cosa e poi l'altra non rischi di vomitare il tutto per il disgusto dei sapori insieme. Inoltre le papille gustative non ti mandano a quel paese se mangi separatamente i cibi" risponde saccente Luke.

"Esatto, ti prego Josh, non mangiarlo più" lo supplica Kate guardandolo negli occhi cercando il più possibile di non guardare il panino.

"Non mi sottometterò a questi stereotipi" scuote la testa, addentando nuovamente quel miscuglio di sapori.

"Sono un guerriero e combatterò contro essi" continua masticando animatamente e aggiungendo una strana mossa di mani, che sospetto sia a significare l'alzata della spada.

"A proposito di guerrieri... ecco i tre moschettieri" alza gli occhi al cielo Kate, indicando dietro di me e Vinnie.

Io e Doll ci guardiamo prima confuse, per poi girarci all'unisono verso la direzione indicata da Kate. Noah, Travis e Jered entrano nella caffetteria accompagnati da delle ragazze a me sconosciute. Non gli danno troppe attenzioni, impegnati a parlare tra di loro, ma questo non infastidisce per niente le tre ragazze che sembrano essere ammaliate da qualsiasi piccolo gesto che mio fratello, Jered e Noah facciano.

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