Capitolo 33

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"Ti prego Ross chiamami, sono preoccupata. Mi dispiace ok? Solo...richiamami" è la decima volta che richiamo Ross dopo il nostro brutto litigio.

Grazie alla mia migliore amica so dove si trova, ovviamente è andato subito ad una delle sue tanto amate feste. Ed è proprio lì che sto andando ora, per risolvere come sempre. Io so che lui mi ama, so che quello che ha detto era solo dettato dalla rabbia e nervosismo. Io mi ero vestita in quel modo per lui, ma se avesse voluto mi sarei cambiata immediatamente. Sono anche sicura del fatto che le cose che ha detto riguardo Taylor non sono vere, non mi farebbe mai una cosa del genere, o almeno penso. Spero solo che non faccia cavolate...

Non appena arrivata, mi precipito subito all'entrata della casa dove si sta svolgendo la festa. Immediatamente un misto di alcol, fumo e sudore mi riempie le narici. Odio tutti questi odori, specialmente l'alcol e il fumo. Non capisco perché le persone si  affidino così tanto ad elementi così distruttivi e pericolosi.

Improvvisamente sento degli sguardi, alquanto languidi, posarsi su tutto il mio corpo, il che mi porta ad abbassare il mio vestito intimorita.

"Ei, bellissima, vuoi venire un attimo qui? Ti devo far vedere una cosa" un ragazzo della mia età urla nelle mia direzione parole sconce. E' insieme a tre suoi amici e sono quasi tutti in modo uguale: cappello con visiera, maglietta a maniche corte e pantaloni fino a sotto il ginocchio. Nessuno è solito parlarmi così, forse perché quasi sempre, ovunque io vada, Ross è sempre con me. Fatto sta che mi allontano il più possibile da quel ragazzo e dai suoi amici impaurita, notando si stiano avvicinando. Mi guardo indietro, per controllare i movimenti di quei ragazzi. Come ho fatto a mettermi in questa situazione? Cerco di spostare i miei coetanei che ballano animatamente, alternando lo sguardo da dietro di me a davanti per non cadere.

Ad un certo punto però mi ritrovo a percorrere un corridoio lungo e buio. Controllo se quei ragazzi mi stiano seguendo ancora e sfortunatamente li vedo.

"Non scappare, mica ti facciamo niente" ridacchiano nel mentre che si avvicinano a me.

Sono in trappola, il corridoio ormai è quasi finito e non so cosa fare. Mi sento completamente persa, quando una porta lungo il corridoio si apre e un ragazzo, alquanto più grande, esce da essa.

Prima il suo sguardo è confuso, probabilmente vedendomi tremare e con occhi terrorizzati, ma non appena guarda dietro di me capisce che quei ragazzi mi stanno dando fastidio.

"C'è qualche problema qui?" domanda verso i tre che si sono fermati vedendo probabilmente la stazza del ragazzo davanti a me.

Ha i capelli marroni, è molto alto e porta degli occhiali che, a causa del riflesso delle luci colorate, non mi permettono di capire il colore del suoi occhi.

"No no, scusa c'è ne andiamo subito" scappano immediatamente spaventati.

Non appena se ne vanno via, il mio ricordo si rilassa visibilmente ed emetto un sospiro di sollievo. Le mie mani non smettono di tremare però.

"Ehi, tutto bene?" richiama la mia attenzione il moro, regalandomi un grande sorriso rassicurante.

"Ehm... si grazie mille, davvero" lo ringrazio grata del suo aiuto, senza di lui non so come la situazione sarebbe potuta degenerare.

"E di che, a volte i ragazzi sanno essere davvero coglioni, specialmente in questa età" mi rassicura facendomi scappare un sorriso.

"Comunque piacere, io sono Allison, Allison Williams" mi presento, visto che mi ha praticamente salvato da una delle mie più grandi paure.

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