I. Diramazioni nascoste

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"Aveva una maniera di parlare che gli serviva più per nascondere che non per dichiarare."

-Gabriel García Márquez


Quando ad inizio anno scolastico [1] aveva deciso di prendere posto vicino alla finestra, lo fece poiché sapeva che in qualsiasi momento avrebbe potuto decidere di estraniarsi un po' dalla realtà senza dare troppo nell'occhio. Quell'apertura rappresentava un modo per riconnettersi con quella Sasha che si celava nel profondo, ma che faceva tanta fatica ad uscire allo scoperto. Concretamente era un "guardare fuori per guardarsi dentro".
Quel giorno il cielo era completamente terso, e una leggera brezza faceva danzare i rami degli alberi situati davanti alla scuola. In effetti, si rese conto che era da un po' di giorni che non scendeva una goccia di pioggia, almeno da un paio di settimane. Del resto non era ancora tempo per la stagione delle piogge, quella sarebbe sopraggiunta solamente il mese successivo, a giugno.

La voce squillante del Professor Magath riportò i suoi pensieri nel presente, alla solita lezione di matematica del martedì, subito prima della pausa pranzo. Un certo languorino allo stomaco cominciava a farsi sentire sempre più prepotentemente.

«Ho corretto i test che avete svolto la settimana scorsa. So bene che la scuola è iniziata da neanche un mese, ma è opportuno che vi mettiate sotto con lo studio già da adesso. Siete all'ultimo anno, eppure tutta questa costanza che mi aspetto che voi abbiate acquisito nel corso della vostra carriera, non l'ho proprio vista in queste prove.»

Dopo l'immancabile ramanzina, la classe si mise sull'attenti. Tutti aspettavano intimoriti il famigerato verdetto del primo test di matematica dell'anno. Sfortunatamente le parole del professore non promettevano niente di buono.

«Jaeger, vedo che i corsi di recupero non hanno dato i loro frutti. Mi dica lei quando avrà intenzione di aprire il libro...» Magath distribuì il foglio ad Eren, il quale perse un battito quando lesse quel "35" ben marcato in rosso. Non c'era speranza per lui, non importava in che modo gliela potessero spiegare, quella materia rimaneva proprio il suo cruccio.

«Tanto li frequenterà anche quest'anno professore.» Sghignazzò Jean mentre osservava il suo compagno visibilmente in difficoltà davanti allo scarso risultato ottenuto.

«Non si preoccupi Kirschtein, c'è posto anche per lei.» Ed ecco che arrivò l'insufficienza, un cinquanta tondo tondo. Non era grave come quella di Eren, ma come bruciava dopo che aveva cercato di beffeggiarsi di lui.

«Springer, vorrei proprio dimenticarmi di alcune cose che ha scritto su quel foglio.» Anche Connie ricevette il suo ennesimo insuccesso. Eppure lo studente si mise ad esultare rumorosamente; neanche lui ci poteva credere.

«Sasha guarda! Ho preso più di Eren!» Esclamò tutto orgoglioso indicando il suo quaranta, voltato verso l'amica sedutali accanto.

Come al solito Armin aveva brillato anche in quella prova, guadagnandosi l'ennesimo novanta; persino il professore si complimentò con lui. Quel ragazzo era proprio un fuoriclasse, non c'era argomento che gli risultasse complesso.

«Forster, interessante il metodo con cui ha svolto alcuni problemi.» Un sorrisetto beffardo comparve sul volto di Floch mentre si girò in direzione di Jean e gli mostrò la sua votazione, un ottanta. Il castano proprio non poteva sopportarlo, da quando era arrivato in quella classe, appena un mese prima, non aveva fatto altro che rompergli le scatole. A causa della sua presenza poco gradita, aveva perso gusto anche a prendere in giro il suo acerrimo nemico/amico, Eren. Gli doleva ammetterlo, ma Floch ci sapeva fare in matematica. Probabilmente la sua bravura nella logica era data dal fatto che sapesse programmare, e guadagnasse persino qualche spicciolo da quella sua passione. Quanto odiava tutte le volte che si vaneggiava! Poteva chiaramente sentire la sua vocina stridula che cicalava: "questa notte non ho dormito, ma n'è valsa la pena, perché ho fatturato!".

MELONPAN メロンパン - Sasha X NiccolòDove le storie prendono vita. Scoprilo ora