"Non devi credere a tutto ciò che vedi. L'immagine della realtà che ci offrono i nostri occhi è solo un'illusione, un effetto ottico, la luce è una gran bugiarda."- Carlo Ruiz Zafón
Sasha trascorse ciò che restava di quella notte a girarsi e a rigirarsi tra le lenzuola. Le immagini delle ore precedenti si palesavano a raffica nella sua mente, senza lasciarle il tempo di dissimularle. Riusciva ancora a percepire il fermento di quando stava ballando in pista, la sensazione di bruciore che provocava l'alcol appena ingerito, il dolore alla caviglia quando era inciampata e la dolcezza di quei tocchi...Il cotone posato sulla sua pelle con una tenuità capace di alleviare qualsiasi male. Proprio non comprendeva come mai il ricordo di quel ragazzo la tormentasse così insistentemente; non poteva proprio fare a meno di ritornare sul suo volto e, servendosi della sua memoria, analizzarlo, scoprendo dei dettagli nuovi che la catturavano proprio come un magnete. Di Niccolò conosceva soltanto il nome, il fatto che frequentasse la facoltà di scienze biologiche alla Rikadai, e che fosse amico della compagnia di Colt.
Le riaffiorarono alla mente le sue ultime parole:
"Ci vediamo Sasha!"
Solo in quell'istante si rese conto che l'aveva chiamata per nome, e ciò la stupì. Si chiese il motivo per il quale le avesse detto "ci vediamo", invece di semplicemente congedarsi. Che la volesse rivedere? Ma come? Pensò a quali altre occasioni ci sarebbero state per incontrarsi, ma non le venne in mente nulla.
"Ma certo!"
D'improvviso si rese conto che viveva nel ventunesimo secolo, e nonostante spesso se ne dimenticasse, anche lei possedeva uno smartphone. Si mise a sedere appoggiandosi alla testiera del letto, e si voltò in direzione di Mikasa, avvolta nella beatitudine del sopore, proprio di fianco a lei. Successivamente, il suo sguardo velato dall'oscurità si posò su Jean; appena arrivato a casa, cadde immediatamente in un sonno profondo, e la corvina fu costretta a trasportarlo di peso, con non poco imbarazzo, sul divano letto situato proprio in camera sua. Anch'egli era immerso nel mondo dei sogni, fortunatamente. Per qualche ragione si sentì sollevata; in quel momento nessuno poteva assistere ai rumorosi dialoghi che si stavano dando luogo nella sua testa. In verità, avrebbe voluto che anche alcune parti di sé non li potessero ascoltare, tuttavia cacciare se stessa da se stessa non le sembrava qualcosa di molto fattibile...
Si alzò dal letto, facendo attenzione a non svegliare i suoi compagni, si avventò sulla sua borsa...Ed ecco che lo trovò. Prese in mano quell'arcano oggetto tecnologico e si sdraiò nuovamente sul materasso. Aprì l'applicazione di Instagram probabilmente per la seconda o terza volta da quando l'aveva scaricata, o meglio: da quando Connie gliel'aveva scaricata a sua insaputa. Le immagini riguardanti la festa spuntavano come funghi da ogni angolo di quella piattaforma. Il rasato si era dato alla pazza gioia con le storie: foto di shottini appena preparati, video realizzati mentre lui, Eren, Jean e Colt si stavano scatenando sui tavolini del locale, risate fragorose, ancora alcol...Vi erano persino dei selfie di loro due assieme; ella sorrise nel vedere le smorfie buffe che erano riusciti ad immortalare. Il profilo del suo migliore amico era zeppo di post in cui era presente anche lei, erano tutti contenuti che la ritraevano mentre mangiava o si deliziava a mettere in scena i suoi comici teatrini. Rifletté su quanto fosse distorta quella realtà. Sarebbe stato tutto più facile se nella sua quotidianità fosse stata veramente così frivola, eppure quel lato di sé rappresentava solamente un dieci o quindici percento massimo su come la conduceva realmente; la restante parte era così noiosa...Per questo gli altri non la dovevano vedere. Quel mondo di finzione non lo apprezzava per nulla, malgrado ciò, in fondo, anche lei stava assecondando quella simulazione...Non su Instagram, bensì nella vita reale.
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MELONPAN メロンパン - Sasha X Niccolò
FanfictionMODERN AU Dal testo: 'Quando ad inizio anno scolastico aveva deciso di prendere posto vicino alla finestra, lo fece poiché sapeva che in qualsiasi momento avrebbe potuto decidere di estraniarsi un po' dalla realtà senza dare troppo nell'occhio. Que...