V. Responsabilità

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"È vero che non sei responsabile di quello che sei, ma sei responsabile di quello che fai di ciò che sei."

-Jean-Paul Sartre


Dopo alcuni lunghissimi giorni in apprensione, Eren venne a capo del mistero della festa, e finalmente poté raccontare la verità ai suoi amici. Era stato proprio Grisha a rivelargli l'identità del famoso "spione", protagonista dei suoi pensieri poco raffinati. Quel famoso venerdì, infatti, un collega di lavoro di suo padre aveva avvistato il castano fuori da un locale di Shinjuku e non aveva esitato a farglielo sapere. L'uomo era preoccupato che il liceale avesse potuto sentirsi male, in quanto aveva notato che non fosse proprio lucidissimo. Chiaramente era stato solo un caso, ma la tentazione di presentarsi sotto casa di "quel ficcanaso" si palesava sempre più nella mente del ragazzo. Con tutto ciò, egli tranquillizzò Armin, riportandogli che suo padre non aveva la minima intenzione di parlare con i suoi genitori, tirandolo in mezzo. D'altro canto, Eren era profondamente a disagio per quella sfuriata che aveva fatto al fratello maggiore; nonostante continuasse a trovarlo un tipo spocchioso, doveva ammettere che Zeke si era dimostrato collaborativo nei suoi confronti, e lui era stato ingiusto ad accusarlo in malo modo. Aveva giocato male le sue carte, mentendo a suo padre; e adesso gli toccava marcire in punizione, mentre restava a guardare i suoi compagni, organizzare il loro viaggio ad Okinawa.

«Ragazzi non potete capire che cosa ho trovato ieri!» Jean si presentò per ultimo sulla terrazza con un'espressione gongolante. Il cellulare nella sua mano segnalava ai ragazzi che dovesse mostrare loro qualcosa.

«Hai trovato qualche casa?» Chiese Sasha, intenta a spazzare via le ultime alghe Wakame rimaste nella sua Bento Box.

«Proprio così mia cara!»

«Non tenerci sulle spine.» Connie cercava di sbirciare lo schermo del suo telefono con impazienza.

«Un po' di suspense per queste cose...» Esitò qualche secondo. «Signore e signori...STIAMO PARLANDO DI UNA SUPER VILLA AD ISHIGAKI [1]!!» Il suo atteggiamento era palesemente quello di un fanatico presentatore urlante di una televendita.

«Passa qua!» Chiese di porgergli il telefono Armin con estremo entusiasmo. Sasha, Connie e Mikasa lo accerchiarono, curiosi di conoscere l'aspetto di quella casa.

«É veramente bellissima!» Commentò la rossa, rimasta a bocca aperta. La struttura era a pianta rettangolare; la parte centrale era aperta e accoglieva un ampio patio con piscina. Gli interni erano moderni e rifiniti, arredati con mobilio tendenzialmente chiaro, in stile europeo.

«Non se ne parla ragazzi.» Fu categorico il rasato.

«E perché?» Mugolò offeso Jean.

«Ma che diavolo ci proponi! Hai visto il prezzo?»

«Certo che l'ho visto idiota. Quello è il prezzo per dieci persone, dato che la villa ne può ospitare dieci, per l'appunto.»

«E cosa ce ne facciamo di una casa per dieci, quando noi siamo in sei?» Domandò Sasha.

«In cinque vorresti dire.» Proferì annoiato Eren.

«NO JEAGER, NOI SAREMO IN SEI, COSTI QUEL CHE COSTI! E comunque potremmo invitare anche qualcun altro. Non ci possiamo far scappare una casa così bella a così poco prezzo.» Cercò di convincerlo Jean.

«Beh, Jean non ha tutti i torti. Se davvero riuscissimo a trovare altre quattro persone disposte a venire con noi, considerando il tipo di casa e dividendo il totale per dieci...Converrebbe di più rispetto ad una villa più piccola.» Considerò il biondo.

MELONPAN メロンパン - Sasha X NiccolòDove le storie prendono vita. Scoprilo ora