Non ce la facevo più, così dissi a mio padre che sarei andato a stare da Scott qualche giorno, anche se in realtà avevo intenzione di andare via qualche giorno per riflettere.
Insomma, non potevo rincontrare Derek dopo quella sera ...
Così feci i bagagli e partii.
Colomba? In un motel.
Quale? Motel California.
Era davvero inquietante, ma ne valeva la pena. Almeno finché non si sarebbe calmate le acque.
Appena arrivato notai un numero, 198. La mia stanza era buia, sporca e stretta. Molto stretta. Penso di soffrire di claustrofobia adesso.
Mi stesi sul letto e pensai alla sera prima, alla domanda di Derek.
Mi piaceva? Bella domanda. Mi sarebbe piaciuto rispondere a quella domanda, ma non ci riuscivo. Era una di quelle domande a cui rifletti per molto tempo, ma alla quale comunque non riesci a rispondere.
Magari ero solo confuso. Succede nella fase di crescita.
All'improvviso mi squillò il telefono. Era papà. Mi avevano sgamato subito. In effetti non era granché come scusa. Papà poteva benissimo chiedere a Scott se ero lì con lui. Già.
"Ehiii papà ... come va?"
"Ciao Stiles. Scott mi ha detto che siete soli a casa perché Melissa sta facendo il turno di notte. Mi raccomando. State attenti."
"Oh. Ehm ... certo! Ovviamente staremo attenti. Ti voglio bene papà. Ciao."
Chiamai immediatamente Scott.
"Scott! Oh ti devo un favore! Non sai cosa mi avrebbe fatto papà se lo avesse scoperto!"
"Mi basta un grazie. E comunque è così che fanno i veri amici."
"Grazie. Sei il migliore."
"Lo so. Dove sei?"
"In un motel ... Si chiama Motel California. Ed è inquietante."
"No. Devi andartene subito!"
"Cosa? Perché? Ormai ho pagato per una notte, e non credo che qua rimborsino."
"Stiles fidati di me!"
"Fidati te di me per una volta!" E gli chiusi in faccia.
Non molto cortese, ma si preoccupava sempre. Non doveva farmi da baby-sitter.
Decisi di fare un'ispezione del motel, da vero detective.
Scesi nell'atrio ma non c'era nessuno. Notai che il numero appeso alla parete era aumentato di uno.
"Ehi? Non c'è nessuno?"
Non risponde nessuno e così decisi di tornare in camera. Avevo troppa paura lì da solo.
Mi stesi sul letto ma non riuscivo a dormire. Continuavo a pensare a Derek, e per di più cominciai a sentirmi anche in colpa per come avevo trattato Scott. Cercai di telefonagli ma non rispondeva.
Mi affacciai alla finestra e pensai a come sarebbe volare via e non avere più tutte quelle preoccupazioni.
A quel punto qualcosa in me scoppiò e cominciai a piangere. Mi sporsi dalla finestra e decisi di andarmene via da quel mondo. Così mi misi a sedere sul cornicione e cominciai a contare fino a tre.
"Stiles!"
"Uno ..."
"Non lo fare!"
" Dovuto..."
"NO!"
Mi girai. Era Derek.
"Perché mi vuoi tormentare così? Cosa c'è che non va in te ?! Tu mi odi. Mi devi lasciar andare via da qua."
"Non lo posso permettere."
"PERCHÉ !?"
"Perché mi sono promesso di proteggerti."
Lo guardai smarrito.
"Tu? A me?"
"Si. Non puoi andartene."
"Tu lo fai solo per fare un favore a Scott. Perché sai che sarà in debito con te, e appena avrai bisogno di qualcosa, lui sarà obbligato ad accontentarti."
"No! Lo faccio perché tengo a te."
"Si. Per questo ti diverti a chiamarmi idiota."
"Mi piace quando ti arrabbi. Diventi tutto rosso e imbronciato. Sei carino."
"Aspetta. Derek Hale mi ha appena detto che sono carino?"
"Non ci posso credere nemmeno io ..."
Cercai di alzarmi ma persi l'equilibrio. Ecco, pensai. Proprio quando Derek si era dichiarato, dovevo cascare dal cornicione. Però la sua mano possente mi afferrò e mi tirò su.
"Grazie."
Ma lui non mi lasciò la mano.
"Non lo fare mai più. Perché se lo rifai ...."
"Che succederà?"
"Mi arrabbierò. E quando mi arrabbio io le cose si mettono male." Mi sorrise e si avvicinò.
"Stiles!"
Oh ma dai. Proprio adesso doveva arrivare ?!
"Oh. Ciao Scott."
"CIAO SCOTT ?!"
"Sì. Cosa vuoi che ti dica?"
"TI STAVI PER BUTTARE DAL CORNICIONE DOPO AVERMI CHIUSO IN FACCIA IL TELEFONO E TU MI DICI CIAO SCOTT !?"
"Sì ma non c'è bisogno di agitarsi."
"Già Scott. Non ti agitare." Lo prese in giro Derek.
"FIGLIO DI ..."
"EHI! Questo figlio di quello che stavi per dire, mi ha appena salvato la vita! Un po 'di rispetto!"
"Già. Un po 'di rispetto!" Disse Derek guardando Scott.
"Io non vi sopporto più. Tornate da soli a casa."
"Ti devo ricordare che sono io quello con la jeep?"
Scott non rispose. Si limitò a mandarmi un' occhiataccia.
" Alloooora...." dissi io rivolgendomi a Derek, che mi stava ancora tenendo per la mano.
Mi sorrise e si avvicinò. Lo stava per fare. Mi stava per baciare?! Io non ero pronto...cioè. E' pur sempre un grande passo, il bacio.
" Derek."
" Che c'è?"
" Non so baciare. Non ti conviene baciare uno che non sa baciare."
" C'è sempre una prima volta no?"
" Sì... ma non qui. E non adesso."
"Oh...Ok."
"Scommetto che non sei ma stato rifiutato, vero?"
" Oh non sai quante volte..."
" Derek. Questo non significa che io non voglia magari....che ne so.....uscire con te."
" Certo. Un passo alla volta. L'importante è non buttarsi di sotto dalla finestra."
" Oh ma smettila!"
"Ok. Ma non ti arrabbiare. Sennò rischi di diventare troppo carino."
Mi sorrise e raggiungemmo Scott che ci stava aspettando alla jeep. Aveva il solito sorriso da rincoglionito.
"Non dire una parola o giuro che questa volta non ti salverò come all'addestramento di Derek."
"Tu non mi hai salvato! Me la stavo cavando benissimo!"
"Certo."
Dopo vari tentativi riuscì ad accendere il motore e partì, meno depresso di prima.
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La strada più facile non è sempre la migliore
FanfictionStiles ha una cotta segreta per Derek ma decide di cercare di dimenticarlo. Sarà così semplice come pensa o finirà per confessare tutto?