L'importante non è essere straordinario per gli altri perché non lo sarai mai. Conta se lo sei per te.
Conta se sei soddisfatto di te stesso. Se non lo sei, consegui l'obiettivo.
Cosa volevo fare in quel mondo? Certe volte andavo sull'argine
(IL RACCONTO E' AMBIENTATO NEI PAESI DI ROVERCHIARA, ANGIARI E LEGNAGO, IN VENETO)
e volevo svanire nel nulla. Non essere mai esistito. Credevo che fosse tutto un sogno perché la verità è che niente è nelle nostre mani, esistiamo perché dobbiamo esistere punto e basta. Mi immaginavo una strada lungo al mare che si apriva così per magia davanti a me. Il mare non quello caldo ma quello settentrionale. Alte scogliere su cui si abbattono le onde, un forte vento e dei gabbiani che volano garrendo e magari pensare a tutta la vita che è passata. Saremo soli perché non tutte le persone rimangono. Loro non sanno neanche se domani esisteranno o meno.
E se la vita fosse tutto un sogno? Tutto quello che viviamo, sentiamo e proviamo fosse solo frutto dell'immaginazione? La morte potrebbe essere il risveglio da questo lungo sonno. C'è chi dorme di più, chi di meno. E dentro i sogni ci sono altri sogni.
Noi non sappiamo se tra dieci anni ci saremo su questo mondo. E se ci saremo non sappiamo dove, con chi, perché e come. Per questo dobbiamo accontentarci del presente perché non abbiamo idea se il domani sarà migliore oppure no. Guardiamo il lato positivo della vita attuale. Se non è evidente dobbiamo cercarlo. Sicuramente c'è ma poche volte lo vediamo.Ogni volta che mi trovavo in balia della solitudine, venivo attratto dal scetticismo. Potete immaginare no, la solita immagine: io che pedalo lentamente sulla mia bici nera, da solo, in mezzo alla campagna. Questa volta però un contadino, con un trattore, smuoveva la terra prima dell'arrivo dell'inverno. Lontano, in mezzo ai campi intravedevo una figura grigiastra con due cani, forse labrador. Man mano che la figura si avvicinava ebbi l'impressione che fosse Alessio. Non lo riconobbi subito perché era cambiato notevolmente dall'ultima volta che l'avevo visto. In effetti era passato quasi un anno. Non so esattamente il motivo ma quel momento mi diede un tale conforto che il respiro mi si fermava nella gola. Probabilmente solo il vedere che non ero l'unico solo in quella porzione di terra desolata. Una leggera nebbia ricopriva ancora i campi. Una gelida brezza mi accarezzava il viso mentre lontano vedevo il bruno campanile avvicinarsi sempre di più. Finalmente passò qualcun'altro. Un uomo alto e barbuto stava seduto al volante della sua bella Jeep o almeno, se era la sua. Poteva essere sulla quarantina ma mostrava ancora vivaci lineamenti di giovinezza. Ormai ero arrivato. Scesi la discesa a tutta velocità e mi addentrai nel vecchio centro del paese. Un attimo dopo ero fuori dalla biblioteca a parcheggiare la bici. Entrai salutando la bibliotecaria e dopo aver restituito i libri andai a cercarne degli altri all'interno del vasto edificio. Ma non presi niente. Non avevo tempo da dedicare alla lettura e anche se l'avessi avuto di certo non avrei letto in quel periodo di stato confusionale. Mi volevo concentrare al massimo sul caso e andare alla caccia dei piccoli dettagli. Mi ritrovai di nuovo a pedalare sulla via del ritorno accompagnando il ritmo dei pedali con della musica. Il vento spingeva la bici mentre lontano il gregge pascolava tranquillamente. Andavo veloce, forse un po' troppo. Più avanti, un ragazzo su una bicicletta rosa. Pedalai più forte che mai e l'immagine cominciò a schiarirsi finché non fui accanto a quel ragazzo, anzi a quell'uomo. Infatti quello che io pensavo fosse un ragazzo della mia età era invece un uomo sulla cinquantina. Andava mogio mogio e fu impassibile nel vedersi uno sconosciuto accanto.
- Buon pomeriggio, come sta? - iniziai.
- E tu chi sei? - attaccò.
- Io sono di Roverchiara ma temo che lei non lo sia. - affermai astutamente. Niente escludeva che i ladri fossero degli adulti.
- Ti sbagli, pure io abito a Roverchiara.
- Ah, interessante....ma stranamente non l'ho mai vista in tutti questi anni.
- Non esco mai!
- Ma lei dove abita?
- E che t'interessa?
- Solo per informazione.
- Ebbene fatti i tuoi affari!
Disse così e si allontanò furtivamente. Forse non avrei dovuto attaccarlo così direttamente. Auspicavo troppo. Era inutile pedinarlo perciò ritornai a casa. Anche perché se l'avessi fatto sarei finito su una pista sbagliata perché in questo furto erano coinvolti solo dei ragazzi.
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Nell'infinito mare dei pensieri
Short StoryClaudio, un ragazzo di 14 anni che apparentemente sembra un giovane normale come tutti gli altri, normale non lo è. Ogni volta che si trova in balìa delle onde, viene attratto dai pensieri negativi da cui tanto cerca di scappare. All'inizio del racc...