Giorno 8

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La fredda mattina di quel nebbioso lunedì di fine ottobre poteva anche non esistere. La seconda e ultima settimana di quella piccola avventura cominciò con un'ora di lezioni in meno. Avevo un'ora e un quarto fino all'arrivo del bus. Dopo aver consumato uno spuntino ai giardini pubblici gironzolai nella piccola città, inoltrandomi in una via sconosciuta. Avevo la sensazione che qualcuno mi stesse pedinando. Non vedevo nessuno quindi voltai adagiamente l'angolo in una strada deserta. In quel momento sbucarono dal nulla tre ragazzi mascherati di nero e mi afferrarono come un cacciatore fa con la sua preda. Due dei assalitori indossavano delle scarpe nere mentre l'ultimo, portava un vecchio paio verde un po' attenuato come per farci cadere sopra il mio occhio.

- O lo lasci in pace o ti facciamo fuori! - mi urlò uno dei tre.

- Scusate ragazzi a cosa vi state riferendo? -domandai calmamente.

- Lo sai benissimo - mi rispose l'altro

- Inizia a farti gli affari tuoi.

Dicendo questo scapparono, forse perché temevano un anziano che, dal suo balcone lì vicino, aveva osservato tutta la scena. Rimasi immobile per qualche secondo e senza esitare mi lanciai all'inseguimento dei tre furfanti. Soffiava un vento pesante ed essendo nella piena stagione autunnale le foglie avevano dato vita a un leggero tappeto dai colori caldi.

Quando raggiunsi il parco, i mascalzoni mi sgamarono subito perché sentivano le foglie che pestavo. I tre si voltarono verso di me e io mi misi a correre come un pazzo dalla direzione da cui ero venuto ma loro non mi inseguirono, anzi, a loro volta si misero a correre nella direzione opposta alla mia. Guardai l'orario. Forse avevano un mezzo da prendere.

NEL POMERIGGIO...

- Notizie? - chiesi.

- No - rispose prontamente Gabriele.

- Immaginavo. Ebbene io sì. Oggi tre ragazzi mascherati mi hanno minacciato.

- Dovresti allenarti...

- Non andiamo fuori argomento - tirai corto. - Mi hanno detto di lasciare in pace..

- Chi?

- Non lo so neanche io. Sono quasi sicuro che è Giacomo. Ha fatto un grosso errore con questo monito, ci sta invitando a pensare che sia lui stesso il colpevole. 

E intanto confermo la mia ipotesi del fatto che sono coinvolte più persone nel furto. Siamo sulla buona strada.

- Speriamo...

- Senti Gabri...domani è il 31... - era intento a messaggiare con qualcuno - hai qualcosa in programma?

- Niente, Halloween in fondo è uno schifo!

- Be', quest'anno potrebbe essere interessante.

- Non sono all'Eredità...

- Che ne dici di fare un giro?

- Io ci sto.

- E per rendere la serata più gustosa andremo sull'argine.

- In bici? Di notte sull'argine?

- Perché no? Hai paura?

- No...

- Bene. Mi raccomando però, dobbiamo essere ben attrezzati. Per cominciare dobbiamo avere una torcia e fegato.

- Okkk.

- Poi sicuramente il telefono e dei vestiti normali.

- Perfetto. Allora a domani.

- Ciao.

Forse non era una buona idea. Per tutto il tragitto verso casa ero indeciso se coinvolgere Gabriele o meno. Non volevo mettere a repentaglio la sua vita.

Giorni intensi quelli. Di pomeriggio uscivo con il mio compagno d'avventura per risolvere i vari nodi, tirando i compiti e lo studio nella tarda serata arrivando anche fino alle due di notte. L'importante era non oziare. E quando il sonno cominciava a pesarmi sugli occhi ogni volta mi chiedevo: "Ne vale la pena?"

Non volevo compromettere i miei voti.

Non sono ancora riuscito a trovare una risposta convincente. Probabilmente sì perché qualcosa ho pur imparato seppure non nell'ambito che mi aspettavo. Tutte quelle uscite sull'argine mi avevano reso più riflessivo: parlavo poco e pensavo di più. Talvolta un pensiero ne tirava un altro portando il mio cervello a una temporanea situazione collassante. Alla fine finivo per trovare la soluzione di una questione archiviata nella mia mente per anni.

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