Giorno 13

17 2 0
                                    

A tutti noi capitano prima o poi quei tipici momenti di instabilità mentale. 

Il nostro cervello entra in una dimensione dove non è capace di orientarsi e così smette di ricevere impulsi. Impazzisce, talmente è indeciso. Vorresti cadere in una gigantesca buca nera con la testa all'indietro ma sai che sei ancora lì, in quel complicato mondo. Vorresti non essere mai arrivato a quella situazione, vorresti che fosse tutto un sogno. Purtroppo, però ci sei e ora non sai che fare. Superata la prova, seguirà un periodo di serenità e poi boom! ti ritrovi davanti ad un'altra situazione analoga. Ti sembra di non essere mai andato avanti. In questo modo noi superiamo una prova per poi affrontarne un'altra.

Verso mezzogiorno mi potevate vedere sotto i portici in attesa del solito bus.

-Bella confezione. - pensavo mentre marciavo lentamente senza un meta definita.

Quel negozio lì invece vendeva cosmetici e vari articoli da toeletta.

Lo spazio era ben pulito e i vetri riflettevano quei deboli raggi di sole di inizio novembre. Vicino alla sedia, posta per la mostra degli articoli, si intravedeva un lucente vetro di profumo. Di fianco, uno scarpone verde. In un primo momento pensai che fosse parte di quella piccola rappresentazione ma osservando meglio quell'immagine, in quei pochi secondi di passaggio, capii che era il riflesso del ragazzo che mi passava accanto.

Davanti a noi, in quell'attimo, una vecchia signora che si reggeva a un bastone da passeggio, cadde e il ragazzo dalle scarpe verdi prontamente corse ad aiutarla mentre io ero piantato lì in mezzo intento a osservare i particolari dell'aiutante.

Dopo tutto aveva un buon cuore. Non sempre bisogna basarsi sulla prima impressione. Le persone cambiano, chi in meglio, chi in peggio. Nessuno rimane uguale.

In quell'istante decisi che era meglio scordarsi dell'aggressione di lunedì poiché avremmo solo complicato la nostra strada verso la soluzione. Era necessario andare alla caccia della radice di tutto questo. Un altro motivo per questa mia scelta fu il fatto che nel filmato della scuola dell'infanzia figuravano solo due persone. Posso scommettere che era lui l'assente.


NEL POMERIGGIO...

Nonostante fosse conveniente non uscire, lo feci lo stesso. Con molta cautela, senza passare davanti alle abitazioni dei miei amici, andai sull'argine. Magari anche loro in questo momento se la stavano spassando. Mi sentivo particolarmente felice senza alcuna ragione, come se fossi riuscito a codificare il codice. Il tempo già me l'aveva anticipato.

La fine del caso mi portò anche a conoscenza del strano poeta di cui avevo spesso trovato le tracce.

Camminavo per la mia strada in una grigia giornata quando lo vidi davanti a me. Non esitai a parlargli.

A lui non piaceva giocare a calcio, attività fisica in generale. Preferiva piuttosto cianciare su argomenti inconsueti. Guardava il mondo negativamente ma non si può giudicare una persona dal primo incontro. Quello, era un pezzo di una complessa mentalità. Ma io riuscivo a capirlo. Oppure lo capivano tutti ma preferivano tacere. Si vedeva bene.

Forse era semplicemente depresso.

Per affrontare quelle drammatiche situazioni morali aveva stampato sul volto quel falso sorriso.

"Un ragazzo sempre sorridente e pimpante." diceva la gente.

Mica lo conoscevano bene quel ragazzo positivo! La gente non è quello che si vede da fuori. E intendetelo come la capite, sia in senso negativo sia in senso positivo.

Lasciato lo sconosciuto che ora sconosciuto non lo era più, andai dalla signora Rossi.

-Aspetta ragazzo... - mi fermò la signora mentre ero sull'uscio - vorresti per caso dei biscotti all'arancia appena fatti in casa?

-Se me lo dice in questo modo non rifiuto...
La donna sparì in cucina lasciandomi degli istanti preziosi per ispezionare il salotto. Sul comodino accanto qualcosa attirò la mia attenzione. In una foto in bianco e nero una robusta donna sorrideva tenendo in braccio un neonato,o più probabilmente, una neonata. Sotto l'immagine compareva la scritta: 05/11/1940

Per un attimo stetti lì per cercare di capire quello che avevo davanti. In quel momento comparve l'anziana signora con un contenitore di plastica trasparente. Capii tutto.

-Ecco qua giovane.

-Grazie, molto gentile da parte sua, signora Rossi.

Compreso quello che era successo alle sue spalle, la signora mi spiegò che nell'immagine c'erano lei che era tenuta in braccio da sua madre.

-Ma sa che domani è il suo compleanno?
-No, non me lo ricordavo.
-Ma c'è scritto lì davanti a lei..
-E' da giorni che non riesco a trovare i miei occhiali.
-Quindi lei domani compie 79 anni?
-Per me non ha importanza quel numero. Ragazzo, tanto la fine di tutti è la stessa.
- Effettivamente....la saluto allora.
- Ciao Claudio e grazie.
- Veramente dovrei esserle io grato... - No Claudio, facendomi ricordare la mia età mi hai reso felice. Manca poco tempo, presto raggiungerò Ernesto e il mio Andrea.

Sin dal primo giorno quella donna mi era parsa strana. Così, si era dimostrata in seguito. Non era pessimista ma semplicemente diceva la verità. Per lei ogni giorno era uguale all'altro e in questo modo passavano gli anni. Lei faceva il suo dovere: viveva.

Dopo cena dedicai le due ore che poi si rivelarono cruciali per la fine di quel bizzarro caso. Quei numeri non erano altro che le date degli eventi. Due ore intense. A forza di osservare quel pezzo di carta scarabocchiato all'ultimo momento la soluzione saltò fuori. Le lettere non erano altro che un acronimo del luogo dove avrebbero avuto luogo questi avvenimenti. 

(IL RACCONTO E' AMBIANTATO NEI PAESI DI ROVERCHIARA,ANGIARI E LEGNAGO, IN VENETO)

BDR stava letteralmente per "bar di Roverchiara" mentre BDA non era altro che quello di Angiari. Peccato che il codice fosse troppo banale. Dopotutto leggere la mente dei mascalzoni e prevedere ciò che sta per succedere sono abilità tipiche di un investigatore. Ma avrei preferito non avere la prima qualità perché questo mi rendeva molto empatico. Non è il massimo provare compassione per gli altri. Telefonai immediatamente i miei due compagni.

- Dobbiamo fare di tutto per prevenire un nuovo furto - disse Gabriele. - Hai intenzione di andare sul posto?

- Hai una soluzione migliore?

- Potremmo riferirlo alla polizia.

- Finché non siamo certi sull'attendibilità delle informazioni perché dovremmo coinvolgere le autorità?

-Mmh... - annuì - hai un disegno preciso? Non è che vorresti aggredirli...

- No, non ho optato questa strada ma ho in mente un magnifico escamotage: semplicemente usiamo delle videocamere per riprendere tutto.

- Una trovata geniale! Te ne hai una?

- Sì. Tu quante ne hai?

- Due.

- Ora basterà solo collocarle in una posizione strategica.


Guardai l'orologio: erano le due di notte. "Ma dove ci siamo incappati?" - mi chiedevo.

Nell'infinito mare dei pensieriDove le storie prendono vita. Scoprilo ora