Giorno 10

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Anche quel giorno il solito biglietto era appiccicato di fianco alle pubblicità della bacheca. Era il decimo giorno consecutivo. Tutti i dì la mia curiosità di scoprire l'autore di quei piccoli capolavori aumentava sempre di più. Dalla calligrafia e dal suo stato mentale potevo supporre che era un ragazzo della mia età ma era solo un'ipotesi. Infilai il biglietto in tasca e raggiunsi la fermata. I giorni passavano e il cassetto della mia scrivania era già pieno di quelle magiche carte. Avevano davvero qualcosa di insolito. Stare un'intera serata a vegliare il posto sarebbe stata una pessima idea.

Quel giorno invece avremmo cominciato le lezioni alle 9. Ore preziose quelle. Bisognava spenderle senza sprecare neanche un minuto. La cosa più importante era osservare. E basta. Guardare la gente che passa, chi in fretta, chi tranquillamente era uno dei miei passatempi preferiti. In fondo è quello che fa un vero detective durante il suo tempo libero: è minuzioso. Nel principale parco della città regnava un quieto silenzio accompagnato dal brusio delle macchine in sottofondo. Un barista alto e bruno sistemava i tavolini in attesa dei primi clienti della mattinata. I pedoni erano per lo più ragazzini che correvano a scuola. Due anziani sbucarono davanti a me. La prima figura era un po più alta del compagno e portava una camicia nera abbinata perfettamente con un paio di jeans consunti. Parlavano di politica. Comunale, precisamente, in vista delle elezioni.

- Io non ci vado neanche. - disse il primo.

- Ah sì? Io invece penso di sì - si soffermò un attimo -

ma non.......non so chi votare.

Si sedettero sulla panchina accanto alla mia. E continuavano a conversare sullo spuntar del sole. Il tempo scorreva e io mi divertivo ad ascoltarli. Chissà se erano veri amici.

Mi chiedo proprio sull'esistenza della vera amicizia. Al giorno d'oggi tutto è superficiale, nessuno vale per qualcuno. Almeno, io la vedo così. E allora uno come me dove va a finire? Dovrebbe basarsi su queste superficialità? Forse sì, almeno non rimani solo e sotterri temporaneamente i tuoi dolori e altri pensieri negativi. Passiamo ore sui social e abbiamo una moltitudine di amici virtuali. E' ovvio però che tutti preferiscono uscire invece di stare chiusi in casa su questi schermi e marcire sui divani. Eppure quando ci vediamo con gli amici certe volte siamo lì con i cellulari, ognuno intento a socializzare o a chattare con un altro amico.

- Ora basta - pensavo, cercando di liberarmi da quella gabbia negativa. Non volevo cadere in un delirio. Mi avviai verso scuola. Oggi mancava quel filo di vento che c'era ieri. Una fitta nebbia avvolgeva ancora lo stadio ma la grande scritta "BENVENUTI A LEGNAGO" si intravedeva ancora.Presto quella foschia svanì e il sole cedette il posto alle nuvole pronte a mietere pioggia.Nel campo adiacente, un gruppo di ragazzi si allenava. Sullo sfondo una vecchia fabbrica fumava intensamente. Qualcosa attirò la mia attenzione. Sotto un balcone sporgente di una di quelle palazzine, un ragazzo che poteva avere la mia età si stava sedendo su un motorino blu. Indossava una giacchetta gialla e un paio di appariscenti scarponi verdi.

Se state pensando a quello che pensavo io in quel momento avete ragione. Era uno dei farabutti. Nessuno avrebbe potuto immaginare il suo volto in quel momento. Dietro a quella maschera si nascondeva in realtà un'anima buona.

- Ehi Claudio guarda qua..

Gabriele teneva in mano il suo nuovo cellulare e pensavo che mi volesse far vedere delle funzioni che doveva aver scoperto. E invece no. Su quel piccolo schermo rigido stava scorrendo un video. Il contenuto era poco intuibile e dovetti guardarlo più di una volta. Il video iniziava con un urlo terrificante. La persona che stava registrando era in mezzo ai campi, di notte, e si poteva vedere una bislacca figura rossa, la quale scappava lontano dal soggetto. Sullo sfondo c'era una casa verde chiaro attaccata ad altri edifici, tinti di un colore che non riuscii ad identificare. Ma il fatto interessante era che all'inizio della breve registrazione si notava una bici, apparente a quella della sera dell'accaduto. Alzai lo sguardo verso Gabriele.

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