Giorno 12

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L'edificio era a due piani e abbastanza grande, più di una scuola d'infanzia normale. Sapevo però che in passato era stata anche sede delle elementari. Ora parte della struttura fungeva da deposito.

Gabriele pigiò sul citofono.

- Sì? - rispose una voce dolce e acuta.

- Vogliamo un attimo parlare sull'accaduto dell'altra sera.

La porta di sbarre in ferro si aprì ed entrammo. Dentro, regnava una puzza di muffa. L'ambiente era freddo e l'odore si univa all'umidità. Fummo accompagnati in un'ampia aula e ci sedemmo su un lungo tavolo bianco sbiadito. La maestra non era affatto sbrigativa: si sedette di fronte a noi e ci cominciò a guardare, attendendo una nostra iniziativa. Eravamo protagonisti di una classica scena di un interrogatorio dei film polizieschi. Si arrese.

- Allora ragazzuoli, ditemi pure.

- Mi chiamo Claudio e lui è il mio amico Gabriele. Ieri sera abbiamo saputo del furto - l'espressione del suo viso tramutò improvvisamente - e siamo qui per avere maggiori informazioni.

Forse per un attimo aveva pensato che noi fossimo gli autori e fossimo venuti a confessare.

- E per quale motivo?

- Ehm....e...non saprei come spiegarglielo. Le sembrerà strano.

- Spiegatevi meglio dunque!

- Vogliamo aiutarla. - intervenne Gabriele.

- A che fine?

- Nessuno. Sa io e il mio amico vorremmo risolvere questi piccoli problemi locali. - continuò Gabri.

La maestra esitava.

Meno male che c'era lui. Non so come avrei potuto farne a meno.

- Come faccio a credere che voi siate delle persone giuste.

- Le sembriamo persone sbagliate dalla faccia?

- No, ma..

- Il ma non esiste. Non le chiediamo tante informazioni, solo qualcosina in più rispetto a quello che c'è sul giornale.

Invidiavo la fermezza di Gabriele.

- E cosa volete sapere ragazzi?

La bionda si arrese.

- Ci mostri prima di tutto il luogo del colpo.

Fummo portati in un'altra aula, identica alla precedente ma più ricca di giochi per bambini.

- Non hanno rubato niente, da quel che ho capito giusto?
- Pare di no. Hanno solo arrecato qualche danno alla finestra e a quel tavolo nero.

- Secondo lei cosa li ha portati a compiere un gesto del genere?
- Non ne ho la minima idea. Non hanno preso niente tra l'altro.
- Mmh...quanti ingressi ci sono?
- Quell'unico da cui siete entrati.
- Vedo che il giardino è circondato da una rete.

- Sì.

Mi fidavo di Gabriele. Ero consapevole del fatto che nonostante avesse promesso alla maestra di non chiedere tante informazioni in un modo o nell'altro ce l'avrebbe fatta. Era un abile parlatore dotato di un'infinita scaltrezza.

- Avete per caso trovato qualche traccia? Magari un'impronta nel giardino...
- Per adesso no, ma sicuramente sappiamo che hanno scavalcato la rete posteriore della scuola. Ce l'hanno detto i residenti della casa accanto.
- E il terreno dietro è di loro proprietà?
- No, è un anziano pensionato di Verona che non abita qui ma ogni mese viene a rasare il prato.

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