L'edificio era a due piani e abbastanza grande, più di una scuola d'infanzia normale. Sapevo però che in passato era stata anche sede delle elementari. Ora parte della struttura fungeva da deposito.
Gabriele pigiò sul citofono.
- Sì? - rispose una voce dolce e acuta.
- Vogliamo un attimo parlare sull'accaduto dell'altra sera.
La porta di sbarre in ferro si aprì ed entrammo. Dentro, regnava una puzza di muffa. L'ambiente era freddo e l'odore si univa all'umidità. Fummo accompagnati in un'ampia aula e ci sedemmo su un lungo tavolo bianco sbiadito. La maestra non era affatto sbrigativa: si sedette di fronte a noi e ci cominciò a guardare, attendendo una nostra iniziativa. Eravamo protagonisti di una classica scena di un interrogatorio dei film polizieschi. Si arrese.
- Allora ragazzuoli, ditemi pure.
- Mi chiamo Claudio e lui è il mio amico Gabriele. Ieri sera abbiamo saputo del furto - l'espressione del suo viso tramutò improvvisamente - e siamo qui per avere maggiori informazioni.
Forse per un attimo aveva pensato che noi fossimo gli autori e fossimo venuti a confessare.
- E per quale motivo?
- Ehm....e...non saprei come spiegarglielo. Le sembrerà strano.
- Spiegatevi meglio dunque!
- Vogliamo aiutarla. - intervenne Gabriele.
- A che fine?
- Nessuno. Sa io e il mio amico vorremmo risolvere questi piccoli problemi locali. - continuò Gabri.
La maestra esitava.
Meno male che c'era lui. Non so come avrei potuto farne a meno.
- Come faccio a credere che voi siate delle persone giuste.
- Le sembriamo persone sbagliate dalla faccia?
- No, ma..
- Il ma non esiste. Non le chiediamo tante informazioni, solo qualcosina in più rispetto a quello che c'è sul giornale.
Invidiavo la fermezza di Gabriele.
- E cosa volete sapere ragazzi?
La bionda si arrese.
- Ci mostri prima di tutto il luogo del colpo.
Fummo portati in un'altra aula, identica alla precedente ma più ricca di giochi per bambini.
- Non hanno rubato niente, da quel che ho capito giusto?
- Pare di no. Hanno solo arrecato qualche danno alla finestra e a quel tavolo nero.- Secondo lei cosa li ha portati a compiere un gesto del genere?
- Non ne ho la minima idea. Non hanno preso niente tra l'altro.
- Mmh...quanti ingressi ci sono?
- Quell'unico da cui siete entrati.
- Vedo che il giardino è circondato da una rete.- Sì.
Mi fidavo di Gabriele. Ero consapevole del fatto che nonostante avesse promesso alla maestra di non chiedere tante informazioni in un modo o nell'altro ce l'avrebbe fatta. Era un abile parlatore dotato di un'infinita scaltrezza.
- Avete per caso trovato qualche traccia? Magari un'impronta nel giardino...
- Per adesso no, ma sicuramente sappiamo che hanno scavalcato la rete posteriore della scuola. Ce l'hanno detto i residenti della casa accanto.
- E il terreno dietro è di loro proprietà?
- No, è un anziano pensionato di Verona che non abita qui ma ogni mese viene a rasare il prato.
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Nell'infinito mare dei pensieri
ContoClaudio, un ragazzo di 14 anni che apparentemente sembra un giovane normale come tutti gli altri, normale non lo è. Ogni volta che si trova in balìa delle onde, viene attratto dai pensieri negativi da cui tanto cerca di scappare. All'inizio del racc...