Waking up.

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Alex's POV

Sentivo un forte mal di testa, e il corpo indolenzito. Sbattei le palpebre più volte prima di aprire del tutto gli occhi; mi guardai intorno. Dove mi trovavo? Quella non era casa mia.

Una forte fitta alla testa mi procurò una smorfia di dolore e finalmente ricordai. C'era sangue, così tanto sangue...le fiamme si alzavano alte verso il cielo consumando tutto ciò che dava loro vita. Mi strinsi le braccia intorno al corpo e cominciai a tremare; ero scappata ma erano riuscite a prendermi.

Quando ormai mi ero arresa e pensavo che la mia vita fosse giunta al termine, ecco che saltò fuori un grande lupo bianco.

L'ultima cosa che ricordo sono degli occhi verdi e delle mani che mi procuravano sollievo...

Respinsi il dolore in un angolo della mente e con lo sguardo esplorai il luogo in cui mi trovavo. Mi alzai lentamente in piedi, le mie gambe erano sul punto di cedere e fui costretta a poggiare la mano contro il muro per sostenermi. Ero debole.

Cercai di recuperare le forze e mi costrinsi a camminare per guardarmi intorno.

Mi aggirai tra i pochi mobili del letto guardando le pareti che erano di un marroncino scuro, poi mi voltai verso la porta e la aprii ritrovandomi in un grande salone. Se la camera da letto era calda e accogliente questa stanza invece era fredda di un grigio tortora. La porta dall'altra parte del salone si aprì di scatto.

Davanti a me si presentò una figura alta dall'aspetto imponente.

Una maglietta stretta nera avvolgeva delicatamente il suo corpo lasciando a vedere i suoi addominali scolpiti. Rimasi a fissarlo incantata finché lui non cominciò ad avvicinarsi, intimorita dalla sua figura feci un passo indietro e lui si fermò all'istante.

"Ti sei svegliata finalmente" la sua voce bassa e profonda mi procurò dei brividi "Sto scendendo sotto per fare colazione, se hai fame seguimi " senza aspettare una mia risposta, si voltò e cominciò ad uscire dalla stanza.

Lo guardai mentre usciva dalla stanza titubante prima di dire " Aspetta " e camminare verso di lui arrancando. Lui si fermò e aspetto pazientemente che io lo raggiungessi, non voleva muoversi per non spaventarmi.

Persi del tutto l'equilibrio inciampando ma le sue braccia forti mi presero attirandomi contro di sé; sentii delle scariche elettriche salire attraverso il mio corpo e un improvviso calore si diffuse nel petto. I miei occhi grigi smarriti si scontrarono con i suoi pieni di forza e sicurezza, mi lasciai andare al suo tocco senza protestare. Era stato lui a prendersi cura di me.

"Brava piccola" la sua mano si posò sul mio fianco stringendolo.

Io nascosi la faccia sul suo petto arrossendo e inspirai il suo odore. Sapeva di menta piperita.

Il suo odore era intossicante, mi riempiva i polmoni e mi rendeva impossibile allontanarmi da lui. Sentii la sua mano che mi spingeva ancora di più contro di lui facendo aderire il mio corpo al suo.

Lui prese un respiro profondo "Sarà meglio scendere ora" la sua voce era lieve e calda "anche se non vorrei" sussurrò.

Alzai lentamente la testa e lo guardai dal basso timidamente "

" Mh..Cosa?" Chiesi distratta.

Sorrise malizioso "Niente lascia perdere. Scendiamo."

Mi tenne aggrappata a lui, gradino dopo gradino senza lasciare la presa. Mi condusse in cucina dove seduti di fronte al bancone della cucina stavano altri ragazzi e ragazze scherzando.

Mi sentii di troppo e mi irrigidii, lui mi diede una piccola spinta incoraggiandomi.

Tutti si voltarono verso di noi, il mio disagio crebbe.

The red thread. The Alpha's FairyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora