Notte di sangue

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Sorvegliavo il perimetro del territorio del branco, da qualche mese a questa parte le intrusioni estranee erano aumentate soprattutto da parte delle fate. In quel periodo sembravano impazzite, non avevamo idea di cosa avessero in mente questo mi spinse a inserire dei turni di guardia nei lavori giornalieri del branco, la mia decisione aveva suscitato molti lamenti. Inutili.

Per calmare le acque decisi di prendere i turni notturni, infondo la notte la passavo unicamente cercando di risolvere i problemi, farlo senza dover rimanere davanti a una scrivania avrebbe reso la cosa meno stressante.

Quella notte sentii delle urla provenire da una delle zone sotto la mia sorveglianza, mi affrettai a vedere cosa avesse creato scompiglio e invece di trovare degli intrusi la situazione che mi trovai di fronte era ben peggiore.

Mi nascosi in mezzo alla vegetazione e osservai la scena prima di decidere cosa fare. Un gruppo di fate stava discutendo, una tra loro era trattenuta e malconcia. Il mio sguardo si soffermò proprio su di lei.

I suoi capelli biondi sembravano illuminarsi sotto la luce della luna, e a causa delle varie ferite il suo odore mi investì intensamente. Chiusi gli occhi inspirando a fondo mentre un'odore di mirtilli bagnati dalla pioggia mi avvolgeva, rilassandomi quasi cullandomi.

Non riuscii più a riflettere, a stare fermo.

MIA. Disse il mio lupo, ero quasi sorpreso di sentirlo parlare.

Aspetta prima dobbiamo capire cosa sta succedendo.

La stanno ferendo, le voglio uccidere. Uccidiamole.

Zitto!

Il mio lupo ringhiò e prese il sopravvento.Saltai fuori dal mio nascondiglio e quando le fate si accorsero della mia presenza invece di essere spaventate sorrisero sinistre.

"Guarda chi è arrivato?" disse la fata che teneva stretta la ragazza. Il modo in cui la stavano trattando fece aumentare la mia rabbia e iniziai ringhiare più profondamente.

In risposta loro si misero a ridere.

"Arrivi proprio al momento giusto" continuò la fata, prima di lanciare ai miei piedi la ragazza senza alcun ritegno "Tieni è tutta tua." Soddisfatte si voltarono e fecero per andarsene.

Il suo corpo straziato dalle ferite mi arrivò davanti e subito mi spostai sopra di lei in posizione di difesa , e dentro mi sentii lacerare mentre il mio lupo cominciava ad ardere dalla rabbia.

Subito notai che una delle fate aveva le mani sporche di sangue. Il suo sangue.

Un'ira cieca prese il posto delle altre emozioni e balzai in avanti per raggiungere le mie prede. Le fate si voltarono verso di me e il loro sguardo passò dall'essere colmo di trionfo al timore.

Non mi rivolsero più le spalle, anzi come prede davanti a un leone erano rivolte verso di me e indietreggiavano lentamente. La situazione iniziava a piacermi, il predatore dentro di me stava fremendo per la loro paura.

"Sbrigati fai qualcosa!!"

"Io? Non ho più forze per fare altro le ho sprecate tutte per prendere quella mocciosa."

Iniziai a girare in cerchio attorno alle mie prede sempre più affamato, le loro parole mi rendevano sempre più spietato. Piccole e deboli creature infime. Scattai verso la prima e racchiusi il suo collo tra le mie zanne, sentivo la carne che si lacerava sotto i miei denti affilati, e il sangue caldo scendermi giù per la gola dissetando la parte animale in me.

L'altra era scappata lasciando indietro l'amica, e il mio lupo ringhiava infastidito per non essere riuscito ad uccidere chi aveva ferito la sua compagna.

Mi scrollai di dosso il corpo ormai privo di vita di quell'essere, per poi voltarmi verso lei. La raggiunsi velocemente e ripresi la mia forma umana; la sollevai delicatamente tra le braccia stringedomela al petto, aveva la pelle soffice e perlacea, però la mia attenzione venne catturata dalla sua temperatura. Scottava aveva la febbre probabilmente. Chinai il volto inspirando ancora una volta la sua essenza prima di portarla verso la mia dimora.

Lei era mia.

The red thread. The Alpha's FairyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora