CAPITOLO I

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Faceva freddo,era buio,sentivo il rumore dello scricchiolio dei rami che mi causava un lieve brivido lungo la schiena.
Tenevo ancora ben salda nella mano la spada che avevo usato per rallentare il mio padrone, trafiggendolo al cuore.
Sapevo fin troppo bene che questo non sarebbe bastato per fermarlo,niente e nessuno l'avrebbe potuto fermare, ma ero stanca di stare rinchiusa giorno e notte in una stanza senza finestre ne letto dove poter dormire.
Il mio piano era folle,fuori dal mondo, ma non potevo più sopportare di vivere così.
Ancora con il fiatone per via della corsa,mi fermai per capire in che direzione stessi andando.
Ero circondata da alberi spogli che si mimetizzavano col nero della notte priva di stelle e priva di qualsuasi luce.
Ero da sola, in una foresta brulicante di lupi e mastini infernali mandati dal mio padrone per cercarmi.
Sentì in lontananza un ululato che mi fece gelare il sangue nelle vene, che ormai scarseghiava da un po di tempo.
Non persi tempo e mi infilai la spada dietro la schiena, infilzandola nello zaino quasi vuoto, che non avevo avuto il tempo di preparare,per poi arrampicarmi su uno degli alberi a me più vicini.
Lo scalai fino alla cima facendo attenzione a non fare il minimo rumore, o a far spezzare qualche ramo secco.
Scrutai l'orizzonte e il cuore mi si bloccò nel vedere che intorno a me non c'era assolutamente niente, solo una foresta spoglia che si estendeva da qui a chissà quanti altri kilometri.
Per un attimo il pensiero di tornare indietro mi attraversò la testa, facendomi quasi sorridere al pensiero di come sarei stata patetica a pregare in ginocchio di risparmiarmi la vita.
Ancora in balia del mio pensiero sentì muoversi qulcosa sotto di me.
Un mastino infernale si era fermato ai piedi dell'albero su cui mi ero arrampicata e annusava l'aria per captare il mio odore.
In preda a un'attacco di panico mossi malamente il piede ,che avevo incastrato fra due rami, e caddi in testa al lupo che emise un lieve gemito di dolore.
Afferrai prontamente la spada e ,senza esitare, gliela trafissi nella testa,ma invece di iniziare a sanguinare,si dissolse nell'aria,qusi come fosse stato solo un miraggio.
Appena la sottile nebbia lasciata dal lupo si dissolse del tutto,sentì qualcosa muoversi a non molta distanza da me.
Mi girai di scatto, tenendo la spada davanti a me con mani tremanti dalla paura.
Vidi spuntare dal nero della notte decine di piccoli occhi rossi e diabolici,che mi osservavano da dietro quel nero che mi faceva così tanta paura da non riuscire a muovermi.
Appena il mio cervello realuzzò che si trattava di altri lupi iniziai a correre come non avevo mai fatto prima d'ora sperando di non inciampare in qualche sasso o tronco d'albero caduto.
Correvo e correvo ancora sentendo i miei inseguitori alle spalle.
Non so esattamente per quanto continuai a correre, ma so solo che ad un cero punto le mie gambe iniziarono a rallentare e quasi non riuscivo più a respirare da qunto mi mancava il fiato.... ma continuai a correre.
Corsi, anche se uno dei mastini mi aveva in precedenza morso una gamba ,e il dolore che mi provocava il morso era lancinante, continuai a correre per riuscire a sopravvivere.
Quando ormai le forze mi stavano del tutto abbandonando,in lontananza vidi una luce,una piccola luce bianca che illuminiva tutta l'oscurità di questa notte senza stelle.
Con le ultime forze che mi rimanevano feci uno scatto sbilanciandomi con il corpo in avanti per poi ritrovarmi su una strada asfaltata.
Mi nascosi dentro un cestino dell'immondizia,e appena messo il coperchio , sentì i lupi sorpassarlo con non curanza.
Avrei voluto uscire,ma tutte le ferite procuratami nella corasa,la stanchezza e la paura mi bloccarono ,non permettendomi di lasciare quel buco che puzzava più di una fogna.
Restai li dentro,senza chiudere occhio,restando sempre all'erta,anche se accovacciata dentro un secchio dell'imondizia.
Quando finalmente il mio corpo mi permise di uscire,per prima cosa ringraziai mentalmente che fosse il secchio della carta,successivamente mi diressi zoppicando verso quella che sembrava la casa di qualche celebrità a cui piacevano i film dell'orrore.
Scavalcai il cancello,che non riuscivo ad aprire,per poi fiondarmi alla porta sbattendo tre volte la maniglia di ferro appesa sopra di essa.
Anche se completamente senza forze mi guardai pensando a cosa avrei potuto dire per giustificare il mio abbigliamento.
Portavo delle scarpe sgualcite, dei pantaloni lunghi della tuta,una maglietta sporca di sangue(come il resto degli indumenti) il tutto copero da un mantello nero sgualcito nella parte bassa e sporco di terra.
Prima di pensare anche alle condizioni del mio viso e dei miei capelli , sentì la testa girarmi terribilmente ,tanto che dovetti appoggiarmi alla porta per sorreggermi.
Tutte le ferite che mi ero fatta iniziarono a bruciare terribilmente procurandomi un gemito di dolore.
In quel momento la porta si aprì,ma prima di vedere chi avevo davanti ,le gambe mi cedettero e svenni ritrovandomi nel nero più assoluto dentro la mia testa.

SPAZIO AUTRICE
Ciao a tutti quelli che leggeranno questa storia.
Prima di tutto volevo dirvi di non spaventarvi, non sarà tutta così,questa era solo la parte introduttiva per far capire come sei arrivata alla villa Sakamaki.
Detto questo pubblicherò il prossimo capitolo il prima possibile.
CIAOOO😙




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