Capitolo 20 - L'incubo

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~Pov Natalie

Passarono altre 2 settimane tranquille tra scuola, palestra ed alcune uscite. I miei genitori erano via per lavoro ovviamente, ero da sola in casa così ogni tanto invitavo Clarissa o Sara e Leila a casa. A volte anche Simon, ma mai da soli. Non so perchè ma preferivo ci fosse qualcun'altro insieme a noi. Amira era venuta qualche volta, ma finivamo sempre per andare al ristorante. Casa mia era così.. spenta che preferivo stare dalla famiglia Jimenez.

Parlando di Amira, questa stupida va in giro in camicia a maniche corte con -4 gradi. È stupida, gliell'ho detto che si sarebbe ammalata ma non mi ha dato ascolto. Sembra in meno pausa con le sue vampate di calore.

Infatti, si è ammalata.

È mancata 2 giorni a scuola e passavo ogni volta dopo scuola a portarle gli appunti.

La prima volta me la sono trovata in top con la finestra aperta, come ho già detto... è stupida.

Le ho urlato dietro come una madre preoccupata e lei si è messa a ridere mentre si metteva una felpa e chiudeva la finestra. Ha continuato a rinfacciarmi che sudava e se fosse morta di caldo sarebbe stata colpa mia. Quel week-end Amira sarebbe rimasta da sola in casa, i suoi genitori dovevano partire per poter andare da una zia che stava male, ovviamente portandosi con sè la sorellina minore di Amira e Felipe andava con loro perchè guidava l'auto, aveva paura che suo padre si addormentasse. Felix non andava con loro ma era partito venerdì con la squadra della scuola e sarebbe tornato soltanto martedì. I suoi non volevano lasciarla da sola ma cocciuta com'è insistette, dissi a loro che sarei passata io e che anche Zack sarebbe venuto. Anzi lui a quanto pare sarebbe rimasto a dormire qui.

Era sabato e Amira aveva la febbre ancora più alta, ottimo. Lei sta male e non prende cura di se così da ammalarsi ancora di più.

I miei non c'erano quindi presi una borsa e misi alcuni vestiti, avrei passato il week- end lì.

Domenica Zack dovette tornare a casa, diceva che aveva avuto dei problemi nel quartiere ma che se succedeva qualcosa di chiamarlo subito.

Era domenica e la febbre di Amira era alta, molto alta..troppo e delirava.

Continuavo a vederla piangere, urlare e parlare nel sonno.. mi faceva male vederla così.

Penso rivivesse momenti del passato.

Ad un certo punto si era svegliata di colpo, urlando e col fiatone.

N: "Ehi, ehi! Amy, Amira calmati, calmati. Sono io, sono Natalie. Ascolta, era soltanto un brutto sogno ci sono qui con te."

L'avevo subito abbracciata e lei mi strinse forte a se, piangendo fra le mie braccia.

Mi faceva male vederla così, la mia Amira che è sempre stata così forte ora era del tutto vulnerabile e non sapevo come aiutarla, non mi resi conto quando ma, mi ritrovai a piangere pure io.

Rimanemmo abbracciate per diverso tempo tra le sue lacrime e i miei baci sulla sua testa.

Una volta che si era riaddormentata andai a prendere un'altro asciugamano e a cambiare l'acqua.

Decisi di chiamare il mio medico di famiglia, l'avrei pagato io ovviamente. Amira stava davvero male ed era peggiorata.

Il medico sarebbe passato fra 2 ore, non poteva venire prima ma mi disse di continuare a cambiare gli asciugamani bagnati che le mettevo in fronte.

Stavo per cambiargli di nuovo l'asciugamano quando si svegliò.

Aveva gli occhi stanchi e stava sudando molto, mi sorrise. Un sorriso debole ma che mi fece di nuovo venire quella strana sensazione quelle... 'farfalle nello stomaco' che non volevo sentire, non per lei.

Amira e Natalie; due ragazze un solo amore.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora