chapter 7

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Un buio pesto colorava il cielo, dei piccoli puntini dorati brillanti spuntavano in quella dolce notte.
Era la serata perfetta, me lo sentivo.
Feci una breve doccia calda e presi i miei vestiti dal borsone.
Non avevo portato molto, d'altronde dovevamo stare lì per pochi giorni.
Mi misi gli unici indumenti non troppo sportivi che avevo: una gonna di un colore rosa chiaro, simile a quello delle peonie, una camicetta bianca contornata da un piccolo fiocco bordeaux e un cardigan largo a quadretti beige.
Raccolsi i miei capelli in una coda piuttosto disordinata, dovevo sbrigarmi, probabilmente Hitoka mi stava aspettando.

Corsi per tutta la palestra, fino a quando non trovai la bionda ammirare le stelle alte in cielo.
<<Belle, vero?>> le sussurrai.
Sentite quelle parole, Hitoka sussultò, mise una mano attorno alla sua testa e annuì semplicemente.
<<Seguimi, c'è un posto che ti devo assolutamente mostrare>> la invitai a prendere la mia mano per accompagnarla in quel luogo.
Lei strinse per bene le mie dita, come se non volesse più farle uscire.
Dopo quella piccola corse, ebbe il respiro veloce, l'affanno.
Mi sedetti sul prato verde, feci un piccolo cenno ad Hitoka per fare sì che lei si sedesse accanto a me, fu così.
Stemmo per tutto il tempo in silenzio, stranamente non fu imbarazzante.
Le stelle brillavano uniche nel cielo, erano magnifiche.
<<Mi ricordano te, lo sai?>> feci sfuggire questi miei pensieri dalla mia bocca.
Lei si girò e mi guardò speranzosa.
<<Perché?>> mi chiese curiosa.
<<Queste stelle brillano nel cielo oscuro, stessa cosa fai tu, brilli nelle mie giornate monotone, sei la mia piccola stella>>.

Un sorriso ampio si espanse sul suo viso.
Si voltò a guardarmi, mentre il vento le scompigliava i capelli.
Ormai non potevo più tornare indietro, penso che anche lei abbia capito le mie intenzioni.
Pian piano mi avvicinai a lei, il mio viso arrivò vicino al suo orecchio, le sussurrai: <<Tu mi piaci, Hitoka-chan>>.
Con un veloce movimento, chiusi gli occhi e posai le mie labbra sulle sue.
Aprì un attimo gli occhi e notai che un colorito rosso si espandeva sul suo volto, sorrisi a quella vista, c'era una minima possibilità che io le potessi piacere.
Fu un bacio dolce, incantevole, ma di poca durata.
Hitoka-chan staccò le sue labbra dalle mie, si alzò e mi guardò.
<<T/n-senpai, i-io non capisco, perché?
Perché hai scelto proprio me?
Non comprendo, cosa ti piace di me?
Mi dispiace, ma devo rifiutare, non voglio soffrire>>.
La bionda si allontanò da me e scappò verso il dormitorio, lasciandomi da sola.
Mi aveva appena rifiutata, mi sentivo male, non me l'aspettavo.
Mi accovacciai sul prato nella disperazione totale.

Varie lacrime rigarono il mio viso, le mie unghie stringevano il palmo della mia mano.
Ero arrabbiata e disperata contemporaneamente.
Ho ripetuto più e più volte che un rifiuto non poteva spezzare il cuore, ma non è così.
Chissà come ci saranno rimasti male Tanaka e Nishinoya per ogni volta che Shimizu li ha rifiutati.
Trovai una piccola Margherita in quel prato, assomigliava a lei.
La presi e iniziai a staccarle i petali bianchi, nel mentre il mio viso era completamente bagnato.
Pochi minuti dopo, caddero dal cielo delle piccole goccioline, era la pioggia.
Con questo tempo tutto ciò sembrava più cupo, più solo.
Urlai.
Non capivo il perché di questa mia reazione, ma non riuscivo a controllarmi.
Mi addormentai nel prato con gli occhi ancora lucidi per il pianto.

L'indomani mi risvegliai e notai di essere in una stanza dalle pareti bianche.
Vidi un ragazzo dai capelli grigi e neri, sussultai immediatamente, era Bokuto.
<<Buongiorno, bella addormentata>> mi disse lui guardandomi attentamente con quegli occhi dorati.
<<Mhh...che ci fai qui?>> gli chiesi.
<<Ieri sera, io e Akaashi eravamo usciti insieme, ma ad un certo punto ho visto il tuo corpo bagnato steso sull'erba.
Io e Keiji perciò ti abbiamo portata fino alla tua camera da letto, solo che abbiamo incontrato questa ragazza biondina che ti ha portata sul letto e si è presa cura di te>>.
Sgranai gli occhi appena capì che quella ragazza era Hitoka.
D'un tratto, starnutì e sentì una sensazione di malessere.
Kōtaro prese il termometro e mi misurò la febbre.
<<Beh, mia cara T/n ti consiglio di chiamare i tuoi genitori, ti sei presa un bel raffreddore>> affermò il piccolo gufo.
<<Va bene, grazie mille Bokuto-san, ci rivedremo, ok?>> gli dissi mentre feci un altro starnuto.
<<Ovvio, mia piccola T/n>>.
Mi salutò e uscì da quella piccola stanza.

Qualche ora dopo arrivarono i miei genitori, salutai tutta la squadra tranne Hitoka, lei non era lì.
Salì in macchina e ritornai nella dolce Miyagi.

AUTHOR'S Note.
Oya oya oya, come state?
Scusatemi per il rifiuto da parte di Yachi, ma mi andava perciò l'ho inserito nella storia.
State tranquilli che più tardi FORSE ci sarà qualche connessione fra di loro.
No, ok, sto scherzando, È OVVIO O SENNÒ QUESTA STORIA NON AVREBBE SENSO!
Comunque, spero che il capitolo vi sia piaciuto, ci vediamo nel prossimo!

༄𝗁𝖾𝗒 𝗒𝗈𝗎...~ 𝘺𝘢𝘤𝘩𝘪 𝘩𝘪𝘵𝘰𝘬𝘢Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora