Tempest's POV
Ci fu un forte suono, simile a quello della sveglia. La differenza era che questo significava libertà, gioia e... insomma, la fine della scuola!
Nello stesso istante in cui la campanella suonò, una trentina di teste si sollevarono all'unisono dai banchi, e altrettanti ragazzi e ragazze urlarono di gioia. Molti buttarono per terra quaderni, fogli e matite, altri saltarono sui banchi per raggiungere prima la porta dell'aula.
Una massa informe di gente cominciò a fuoriuscire dalla porta. Il mondo della gioventù, dell'anarchia e del frastuono collise con quello della tranquilla Los Angeles.
Uscii dall'aula fra gli ultimi, non mi piaceva ammassarmi per uscire. Nei corridoi c'era odore di tabacco, panini farciti e... erba. Decisi di non fermarmi e mi incamminai verso casa.
Le strade erano affollate da ragazzi di tutte le età che chiacchieravano e giocavano. Io invece ero da sola.
Camminavo guardandomi gli stivali rovinati, mentre la gente si chiedeva perché non fossi in giro con la mia compagnia a festeggiare un giorno così importante per gli adolescenti.
Entrai in casa e Joy, la mia sorellina, mi corse in contro e cominciò a raccontarmi come aveva vissuto l'ultimo giorno di scuola. Non ascoltai una parola di quello che diceva, figuratevi se mi interessavano le cazzate che una bambina di nove anni aveva da dirmi.
Presi dal frigorifero un panino, lo mangiai e andai su in camera. Attaccai all'amplificatore Bomber, il mio Precision della Fender, e lo accesi. Cominciai a suonare il mio repertorio, che comprendeva pezzi Jazz, Blues, Rock e del primo Heavy Metal.
Erano le 3 del pomeriggio quando decisi di uscire.
Salutai mamma, che era appena rientrata dal lavoro, presi qualche soldo, misi il mio chiodo in pelle nera, mi infilai gli stivali e uscii.
Camminavo da sola per le strade di Los Angeles. Il frastuono che circa tre ore prima infestava la città pareva non essere mai esistito. Aveva cominciato a soffiare un venticello fresco e sembrava quasi che il tempo si stesse fermando.
Si udì un suono grave. Un orecchio distratto non l'avrebbe quasi percepito. Ma io, che lo conoscevo bene, alzai la testa e cercai subito di individuarne la provenienza.
Non sembrava venire da nessuna casa che avevo intorno. Perciò cercai di seguirne la frequenza. Ci impiegai un bel po'.
Stavo camminando in un vicoletto, quando mi accorsi che il suono proveniva da dietro un muro. Mi avvicinai e saltai su uno dei cassonetti posti li vicino. Mi alzai sulla punta dei piedi e guardai.
C'era un palcoscenico allestito, ed una band che stava suonando. La cosa che mi colpì all'istante però fu il loro bassista. Questo ragazzo aveva una chioma rossa, che sbatteva su e giù, a destra e a sinistra. Quello era l'headbanging. Però, non erano di certo i suoi bei capelli che mi attiravano quasi come una calamita. Era il modo in cui suonava il basso. Lo distorceva con un pedale wah wah, muoveva la mano destra come se fosse una macchina da corsa, e altrettanto faceva con la sinistra. Suonava il suo strumento quasi fosse una chitarra.
Rimasi incantata per qualche minuto. Poi mi baluginò un'idea: volevo vederlo da vicino.
Scesi dal cassonetto e cercai l'entrata del posto. Era una specie di palazzetto in una zona che conoscevo abbastanza bene, anche se lì non c'ero mai entrata. La sera doveva esserci una festa, ed era stato ingaggiato questo gruppo per suonare.
TRAUMA. La band si chiamava così. Erano di uno stile particolare, un misto fra Blues e Heavy Metal.
Entrai nel palazzetto e mi avventurai nel prato, dove era allestito il palco. C'era già molta gente, chi preparava la festa, chi cercava di scroccare del cibo, chi ascoltava la musica e chi era ai piedi del palco a guardare la band.
Mi feci strada e mi sedetti vicino al palco. Cominciai a fissare il bassista. Lo stile in cui suonava mi aveva catturato. Suonava passaggi non semplici mentre continuava a muovere quei capelli leggermente crespi, che fluttuavano con il venticello che soffiava.
Ad un certo punto, i miei occhi e i suoi si incrociarono per un istante. Uno solo, ma che fu più potente di una scarica elettrica. Il ragazzo sapeva che io ero lì per lui.
Stetti al palazzetto fino alle 7.30, ora in cui i ragazzi staccarono e andarono a mangiare. Fui tentata di andare a complimentarmi con il misterioso bassista ma, un po' per la timidezza, un po' per la fame che cominciava a venirmi, decisi di andarmene.
Uscendo, la mia attenzione venne attirata dal cartellone posto sul cancello d'ingresso, dove avevo letto il nome della band. Oltre a quello, c'era scritto anche l'orario dell'inizio del concerto, le 9 di sera.
Pensai che quella sera sarei tornata lì per vedere la band in azione. Dopotutto, non suonavano così male.
Entrai in un pub lì vicino e, dopo aver avvisato mia madre con il telefono del posto che sarei tornata sul tardi, mi sedetti al bancone.
<<Vorrei del Jack Daniel's...>> dissi mentre ripensavo a quanto mi era capitato prima.
Mentre stavo per dare i soldi al barista qualcuno mi interruppe.
<<Lascia stare, pago io stasera>> disse Dave, il ragazzo che la mattina mi aveva quasi investita.
Io sgranai gli occhi, incredula. Di tutta risposta lui si mise a ridere di gusto.
<<Piacere, sono Dave Mustaine>> disse porgendo la mano.
<<Tempest Jackson, il piacere è tutto mio>> risposi io, ancora visibilmente scossa per la comparsa improvvisa del ragazzo.
<<Sono entrato qua e ti ho vista. Ho pensato di farmi perdonare per stamattina, visto che i miei compagni non me ne hanno dato la possibilità>>.
Cominciammo a parlare. Scoprii che Dave suonava in una band da poco formata, i Metallica, composta da James Hetfield (il ragazzo biondo), Lars Ulrich (il ragazzo più giovane) e un certo Ron McGovney. Si dilettavano a suonare qualche loro composizione, aggiungendo alcune cover, visto che il loro repertorio era ancora piccolo. Dave era il chitarrista solista, e aveva quasi 21 anni.
Mangiammo qualcosa, e parlammo dei nostri gruppi preferiti. Come me, Dave amava gli Iron Maiden. Gli piacevano molto anche i Mötör Head, ma era in fissa con i Budgie. Io li avevo solo sentiti nominare.
Posai per sbaglio l'occhio sull'orologio posto sopra il bancone del bar.
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Ride The Tornado
ФанфикTempest è una ragazza di 17 anni, che si diletta a suonare il basso elettrico. Proprio grazie alla sua passione e ad uno strano incontro, fatto alla fine della scuola, entrerà del mondo della musica Metal, conoscendo i più grandi pilastri del Thrash...