𝐈𝐕. 𝐅𝐑𝐀𝐍𝐊 𝐄 𝐈 𝐒𝐔𝐎𝐈 𝐍𝐄𝐑𝐕𝐈 (𝐍𝐎𝐍) 𝐒𝐀𝐋𝐃𝐈

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CHAPTER FOUR

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CHAPTER FOUR


FRANK SI AVVICINÒ A CHANEL, quasi tremando, con Percy a seguire come un cagnolino sperduto. Evidentemente non gli doveva piacere molto l'arena dedicata ad arte gladiatoria.

«Su, su, Dakota, stai fermo!» gridò al centurione la bionda. Il figlio di Bacco era in armatura, con Gwen Williams che gli teneva una spada alla gola. Il povero Dakota era in una posizione di sicuro molto scomoda, e sembrava che volesse fare la ola sotto al gladius di Gwen. La Sapphire, intanto, stava dipingendo, usando loro come modelli.

«Nellie, tu mi stai simpatica, sei carina e tutto...» mormorò il figlio di Bacco. «... ma sento che la mia schiena si sta per spezzare.»

La figlia di Venere parve non sentirlo.

Frank le andò vicino, sbirciando per vedere il quadro che stava dipingendo. Be', Chanel pareva essere brava in tutto, ed era riuscita a far sembrare perfino Dakota un vero e proprio eroe romano in regola, anche con tutti i rotoli di ciccia che aveva. Il ragazzo si chiese se non avesse potuto fare qualcosa anche per i suoi, di rotoli di ciccia.

La Sapphire si accorse di loro, e con un piccolo sorriso indicò i posti vuoti sugli spalti vicino a lei, invitandoli silenziosamente a sedersi.

Percy e Frank si sedettero, guardando prima il quadro e poi i due semidei che stavano combattendo. «Per "arte gladiatoria", non credevo che intendeste letteralmente arte.» disse il figlio di Nettuno.

«Oh, non lo è,» rispose Frank. «Chanel ha un permesso da Reyna. Non è brava nella lotta pesante, e quindi dipinge gli altri mentre lottano. In cambio, lei si esercita nelle arti marziali, si allena con la sua lingua ammaliatrice, fa le statue e i quadri del Campo e studia medicina con Pranjal, il nostro capo guaritore, in infermeria.» poi mise la sua guancia nella mano destra, appoggiando il gomito al ginocchio e guardando la figlia di Venere come se fosse stata una sorta di divinità.

Ora che Percy la guardava meglio, effettivamente, non capiva come mai non fosse rimasto a bocca aperta prima, quando si era presentata, e come Ottaviano avesse potuto essere così scortese con lei. Era, molto probabilmente, la ragazza più bella che avesse mai visto nel giro delle poche settimane che ricordava della sua vita. Per qualche motivo, i suoi occhi avevano una strana sfumatura grigia, e le ricordava qualcuno — forse aveva conosciuto una ragazza simile, nella sua vita.

Anche quello che aveva capito essere suo fratello, Michael Kahale, aveva sfumature simili. Si chiese se fosse solo una cosa di famiglia o tutti vedessero colori diversi. Per un attimo fu tentato di chiedere a Frank che colori vedesse, ma sembrava fin troppo occupato ad ammirarla per potersi preoccupare di lui.

Anche quando lo richiamò due volte, il ragazzo parve quasi non sentirlo. Dovette fargli pat pat sulla spalla per riuscire ad attirare la sua attenzione. «Huh?» fece il cino-canadese, come uscito da una trance. «Uhh-- sì, scusa, hai detto qualcosa?»

𝕭𝐄𝐀𝐔𝐓𝐘 ➵ 𝐟. 𝐳𝐡𝐚𝐧𝐠Where stories live. Discover now