Orridi ricordi.

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Mi sorridono "Ehi tesoro!" Dicono in coro "Mamma! Papà! Mi siete mancati moltissimo, credevo voi foste.." "Sshh, siamo qui con te." Li abbraccio sono così felice, mamma mi tiene la mano mentre papà mi accarezza dolcemente i capelli. "Tesoro sei così forte." Mormora mia madre continuando a sorridermi. Un rumore improvviso ci interrompe "Che succede?" Chiedo impaurita "Niente che non sia già successo." Mormora triste mio padre, in quel momento é come se non fossi più lì con loro, eppure riesco a vedere perfettamente la scena. Un uomo coperto in viso da un passamontagna entra sbattendo la porta, mio padre nasconde mia madre dietro di se. "Cosa vuoi? Siamo ricchi, possiamo darti molti soldi se ci lasci in pace!" Dice molto sicuro di se stesso, "Oh! Ma io non sono qui per questo!" Punta la pistola contro mio padre 'No! Papà!' Cerco di urlare ma non mi esce la voce. Poi l'uomo spara. E come se avesse sparato a me sento una fitta al petto, ora mio padre mi sta guardando 'Si forte' mima con le labbra e poi chiude gli occhi. Mamma cade al suo fianco e inizia a singhiozzare. "Tu vieni con me!" Dice ora l'uomo "No! Non mi toccare!" Gli urla mia madre senza togliere gli occhi da mia padre "Fa quello che ti dico puttana! O sparo anche a te!" Stringe gli occhi a fessura "Uccido anche tua figlia!" Ringhia l'uomo afferrandole un braccio, "No.." Mormora mia madre portandosi la mano sulla bocca e iniziando a piangere, "Sta zitta ho detto!" E con la pistola la colpisce alla testa facendola svenire. 'NO!' Impotente cado in ginocchio mentre l'immagine si fa meno nitida fino a trasformarsi nella mia camera. Le lacrimi iniziano a scorrere sul mio viso interrottamente. Mi porto la testa tra le mani e inizio a piangere più forte fino a quando i singhiozzi non si trasformano in urla disperate. Non ho intenzione di andare a scuola oggi, non voglio più andarci. Voglio mia madre, voglio sentire ancora la sua voce e il suo profumo. Devo cercarla. Poi penso a mio padre. Oh il mio dolce padre.. Lui so di non poterlo più vedere. Non reggo il dolore e chiamo Gale.
-Ehi piccola! Io mi volevo scusare per come mi sono..
-Gale.
-Stai piangendo? Chi é stato.. Quel coglione di Alessandro! Gli spacco il culo!
-No! Non é lui.. Sono io.
-Sto arrivando.
Attacca, e provo un po' di solievo.. Oh Gale.. Il mio Gale. Gli voglio così bene. Tempo che mi vesto e sento suonare il campanello. Scendo di corsa e apro la porta, Gale mi sta scrutando in attesa che gli parli, ma non lo faccio, non voglio parlare, non ora. Gli salto al collo e lo abbraccio cercando un po' d'amore e lui ricambia. "Sofia" mormora accarezza domi i capelli "Vuoi parlare?" Mi stacco da lui guardandolo negli occhi di un castano così profondo e inizio a piangere. "No." Alza un sopracciglio "Perché mi hai chiamato?" Mi scruta ancora un po' "Oh piccola non piangere!" Dice continuando ad accarezzarmi i capelli. "Voglio qualcosa di forte Gale, qualcosa che mi faccia dimenticare tutto questo." "Capisco.." Dice facendosi subito serio "Vieni con me." Mi tiene la mani aiutandomi a salire sul motorino. Io è Gale abbiamo litigato ieri ma ora non mi importa, lui ci tiene a me, e io tengo a lui qualunque stupidaggine faccia. Arriviamo in un locale, non il solito un locale questo é un po' più frequentato. Sembra un locare appena esportato da Las Vegas: é un enorme casinò. Mi chiedo perché mi abbia portato qui, poi mi sento in imbarazzo per come sono vestita, e non mi sono neanche pettinata. Cerco di pettinarmi un po' con le dita "Smettila! Sei bellissima!" Il complimento di Gale mi fa arrossire mentre mi conduce davanti a una porta nascosta dietro gli appendi abiti. Bussa e poi entra senza che nessuno gli dia il permesso. Sembra così esperto e sicuro -e forse perché lo è- che io al confronto sembro una bambina spaventata dalla sua ombra. Mi tende la mano e io l'afferro. Apprezzo davvero Gale, tutto quello che ha fatto per me davvero non ha prezzo. "Perché non siamo al solito locale?" "Hai detto che vuoi qualcosa di forte no?" Annuisco "Ti ho portato in un posto che vende roba forte." Dice rimanendo serio. Mhhh.. Non vedo l'ora. "Hai mangiato?" Oh merda... "No." "Devi mangiare altrimenti niente. Compra qualcosa." Mi dice indicando il bancone. Non ho fame ma opto per un tramezzino. "Devi mangiare altro Sofia! Non basta un tramezzino per 'Qualcosa di forte'" così ne prendo due. "Va bene così?" Chiedo a Gale. "Mh.. Dovrebbe andare, vieni!" Mi dice riprendendomi la mano e conducendomi dentro un lungo corridoio buio. "Bob!" Grida infine Gale entrando in una stanza. É buia e non c'è nessuno mi chiedo chi stia chiamando Gale quando un uomo esce da una porta che non avevo nemmeno visto. "Ehi Gale!" Dice l'uomo sorridendo. Si conoscono? Ovvio che Gale é venuto altre volte qui ma così tante da fare amicizia con colui che ci lavora? Mi si stringe il cuore. Gale é un alcolista e un drogato e questo lo so bene anche se mi rimane difficile crederlo. Non ho mai parlato con lui di questa cosa, come ha iniziato? Con un dolore come me? Glielo chiederò. "Bob la mia amica qui vuole qualcosa di forte." "Ah sì? Ma non é un po' troppo minuta?" Sogghigna l'uomo, Cosa? Dio Gale che cosa mi fai prendere? Lo guardo interrogativa mentre lui guarda torvo Bob "Bob, ti pago! Ora da quello che ti ho detto a questa ragazza!" Ringhia. "Ehi sta calmo ! Era solo una domanda !" Risponde sparendo di nuovo dietro la porta. Intanto non stacco lo sguardo da Gale, devo apparire molto spaventata perché a un certo punto mi sorride come a rassicurarmi "Non ti farei mai del male." Ricordo l'ultima volta che me lo ha detto, effettivamente non mi ha mai fatto del male. Ci tiene a me è io mi fido di lui. Bob ricompare con un bicchiere. Alcool e..? Non ne ho idea. Me lo porge e lo afferro, "Ti farà bene piccola. Non beve tutto d'un sorso okay?" Annuisco e n'è assaggio un po'. Mhhh.. Buono! Ne bevo un altro sorso e un altro ancora. La testa mi gira e mi viene da ridere. "Stai bene?" Le parole di Gale mi risultano difficili da comprendere ma dopo un po' annuisco allegramente. Ehi! Sto bene! Gale dice qualcosa ma questa volta non capisco, annuisco ugualmente. Più tutto cambia non sono più lì sono in un mondo fatto di colori astratti e amore e poi lo vedo Alessandro. Il mio dolce Alessandro che sorride, e mi bacia. Poi mi prende a schiaffi, e si trasforma in un'altro uomo che non conosco inizia a picchiarmi più forte, ancora più forte inizio a sanguinare ma non smette. Poi mi tira un calcio dietro la testa e tutto si fa nero.

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