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Neanche 20 km e ci ha beccato la polizia.
Eccoci qua nel dipartimento, qui decideranno le nostre sorti.
Siamo solo qui da due ore, eh già siamo dentro una cella aspettando la risposta dall'IPM per vedere se hanno un posto per me e Marcus.
Non è la prima volta che finisco dentro per colpa di mio padre, le altre volte ero comunque vicino a casa dove è  mia madre o scagnozzi mio padre potevano venire a pagarmi la cauzione.
Non ho chiuso occhio tutta la notte ovviamente non era anche il caso di Marcus che ha dormito come un sasso, appena le prime luci del sole sono spuntate ci sono venuti a prelevare e ci hanno portato all'IPM.
All'entrata delI'IPM ci aspettava il comandante, siamo entrati subito dentro un campo all'aperto dove c'erano gli altri ragazzi, io ma penso anche Marcus ci siamo sentiti bruciare tutti gli occhi a addosso, il comandante ci ha portato dalla direttrice.
< vediamo un po' cosa abbiamo qui, due ragazzi ritrovati con 10 kg di anfetamina non male per dei sedicenni>*Direttrice
< A lei signorina come la dovrei chiamare>*Direttrice
< mi chiami semplicemente Agnese il cognome lo decida lei>
< Agnese Corso già stata dentro né,  non ti è bastato prima per tentato omicidio ora per spaccio>*Direttrice
Avrei voluto dirgli tante cose ma non mi avrebbe creduto perché i miei cognomi dicono da soli la mia vita nonostante io sia diversa dai miei familiari o almeno ci provo.
< in quanto a lei Marcus Arguello prima volta per spaccio tra l'altro bella vita no, voi giovani non sapete altro che rovinarvi l'adolescenza>*Direttrice
< Ah lei signorina è alquanto pericolosa quindi sarà messa nel dormitorio dei ragazzi sarà nella stanza assieme al suo amico qui presente>*Direttrice
Noi abbiamo risposto al unisono con solo un "grazie ed arrivederci".
Non male mi direte, una ragazza in un dormitorio il pieno di ragazzi.
Non so voi ma non mi ritengo fortunata, la mia famiglia a tanti rivali con figli della mia età che sicuramente si saranno messi nei guai anche loro e quindi sono qui.
Ci hanno portato subito al di fuori quindi siamo arrivati giusto nell'ora d'aria, ho notato subito un ragazzo familiare probabilmente un Conte però mi sembra diverso dal padre.
Come gli altri ragazzi ci hanno notato ho sentito:
<WEE ZUCCHERO FILATO BENVENUTA IN PARADISOO>
<Totó mo basta non diamo fastidio ad i nuovi arrivati> a dirlo è stato un ragazzo con i capelli e occhi neri come la pece, vedendo come gli altri si atteggiano con lui probabilmente è il cosiddetto "Boss"
<Che e Piccrè stai già spaventata> eccolo qui il "piccolo" Conte, stavo scherzando è uguale al padre
<Io spaventata? Mai, soprattutto se a parlarmi è un Conte> Dalla faccia che ha fatto probabilmente non mi ha riconosciuto d'altronde non ci vediamo da quando i nostri rispettivi padri hanno litigano e noi avevamo cinque e sei anni.
<Che c'è "TIGRE" non mi riconosci?> quando eravamo piccoli lo chiamavo così perché le adorava.
<Solo una persona mi chiamava così>*Edoardo
<Marysol sei tu? Non dovresti stare qui, anzi si puoi stare qui tanto ci odiamo> Per un attimo si era accesa una luce di speranza ma niente, ha gli occhi lucidi ma niente non cederò
<Si, sono io.>
<Odiare? È solo una parola piccola in confronto a tutto il male che ti voglio, dopo quello che hai fatto> Entrambi abbiamo gli occhi lucidi ma in confronto ad ogni sedicenne non verso neanche una lacrima.
Sono cresciuta in maniera differente, le lacrime rendono deboli mi dicevano ed ogni volta che magari mi cadeva una lacrima mi arrivava una tìmpulata(schiaffo), sono cresciuta con dei codici, con delle regole differenti dagli altri bambini.
Ma tralasciando questo discorso l'unico che si era accorto che avevo le lacrime era Marcus, menomale, anche se non mi piaceva l'unica idea che mi è venuta è quella di seguire le regole che mi ha detto mio padre per farmi rispettare.
Con la coda dell'occhio vedo una guardia che si avvicina e mi dice

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