capitolo tre

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Sono appena uscito dall'ospedale, al momento la persona più cara che ho in questo mondo è Miranda, l'infermiera quarantenne che mi ha consolato ieri sera.

Non ne ho una casa, ne un lavoro, ne un soldo in tasca. Non ho letteralmente nulla.
Non sono nemmeno una persona per molti.

Che fine farò? Cosa farò? Dove andrò?

I pensieri mi tormentavano mentre camminavo per le vie di Londra senza meta.

"Cristo Santo" urlai quando in un momento di distrazione mi cadde addosso un secchio d'acqua "ma che cazzo" ero zuppò, mi strofinai gli occhi e vidi difronte a me un ragazzino riccio avrà avuto 20 anni, i suoi occhi erano splendidi rimasi spiazzato per un po' guardandolo.

"scusa scusa scusa" urlò e cercò di asciugarmi con l'asciugamano che aveva in mano.
"Che cazzo stai facendo, levati, perché mi hai bagnato, da dove cazzo è arrivata quest'acqua?" lo sgridai spostandolo
"scusami, giuro che non volevamo, stavamo facendo un video, mi spiace tanto" fece gli occhi dolci e mi guardò fisso.

"Volevamo?"
"si io e Niall" indicò su dove c'era un balcone e su di esso un ragazzo biondo più o meno della sua stessa età con un secchio che salutava.

"piuttosto tu che ci fai qui?"
"Qui dove? è una normalissima strada di Londra no?"
"No è una strada privata, non ci metteremo a buttare secchi dai balconi in una normale strada di Londra" scoppiò a ridere
"ero preso dai pensieri, non volevo scusate" provai ad andarmene, ma mi bloccò prendendomi per un braccio
"Dove vai sei zuppò, abiti lontano da qui? mi spiace lasciarti così in giro per Londra, vieni su, ti fai una doccia e ti presto qualche vestito"

"No non preoccuparti, non voglio elemosinare nulla" declinai cercando di non sembrare stronzo e strizzando il sotto della la mia maglia
"non elemosini nulla, ti asciughi e vai via, per favore mi sento in colpa." Quasi mi implorò con gli occhi dolci, non resistetti.
"Va bene, salgo" fece un enorme sorriso e mi apri il portone difronte a noi.

Entrammo in ascensore e facemmo silenzio, nessuno dei due aveva nulla da dire, lui continuava a guardarmi, ero così imbarazzato e lui così bello.

Nonono ho appena detto che era bello? si cazzo non bello ma bellissimo, i suoi riccioli sparsi sul viso, gli occhi di un verde smeraldo, le sue labbra, le braccia tatuate, le mani in tasca, i pantaloni neri skinny con le caviglie scoperte, sarei potuto svenire da un momento all'altro.

"vieni è la porta in fondo" lo segui
"ah non mi sono presentato che scemo, piacere harry" mi allungo la mano, ero lì tentennante ma stavo quasi per stringergliela quando
"io sono Niall" gli saltò al collo sorridendomi
"levati" lo scanso

"io sono-" mi bloccai
"tu sei?" chiese il riccio curioso
"non mi avete mai visto prima d'ora, da nessuna parte? non vi ricordo qualcuno? Magari di famoso"
"mia zia Lina quando non si fece i baffi per più di un mese" mi scoppiò a ridere in faccia il biondino
"Lascialo perdere" sbuffò alzando gli occhi al cielo "non mi ricordi proprio nessuno purtroppo" si scusò "poi anche se fosse, famoso o no, ti aiuterei lo stesso" mi fece l'occhiolino
"cioè aspetta, se io fossi famoso a te non importerebbe, mi aiuteresti senza volere nulla in cambio?"
"Perché dovrei? Le persone orrende fanno così"
"esaaatto, noi siamo brave persone" urlò l'altro dalla cucina masticando

"adesso va in bagno, va in quello di camera mia è in fondo al corridoio a destra, l'ultima stanza, ti porto i vestiti e gli asciugamani puliti"
mi coccolò un po', o mio dio, si ti prego coccolami, no ok Louis smettila perché questo ragazzo deve coccolarti? Sei ridicolo.

Finalmente mi lavai, ma nonostante quello avevo ancora addosso la puzza d'ospedale che odiavo.

Uscendo dal piccolo bagno che aveva solo il necessario ma stranamente una grande doccia, tornai nella camera del ragazzo riccio , rispecchiava la sua personalità, era piccola ma concentrata, c'era tutto quel che serviva, le cose che più mi colpirono furono i poster sul muro, c'era la copertina di love actually e i restanti erano musica e vari cantanti.

"ei hai fatto?" Mi chiese entrando con i vestiti in mano e mi vide con solo il piccolo asciugamano che mi aveva dato, in vita
"avrei bisogno di altri asciugamani" lo sbloccai schioccandogli le dita davanti agli occhi e vedendolo 'incantato'
"Si ecco scusa, qui ci sono i vestiti, ho preso le cose più standard che avevo, una maglietta verde a maniche corte e degli skinny neri" le poggiò sul suo letto
"grazie mille" mi passai una mano tra i capelli
"vuoi anche una felpa in caso, faccia freddo stasera?" Io annui dolcemente

ma com'era premuroso? con la sua timidezza rendeva tutto più dolce, poi era così bello.

Si Louis, sei gay, ma smettila di fare la faccia da ebete e annuisci, ti prenderà per matto.

Mi portò tutto, mi asciugai e mi cambiai.

"grazie mille, siete stati molto gentili." ringraziai entrambi andando all'ingresso
"Io vado, grazie ancora"

"hai un posto dove andare?" Mi chiese d'istinto quello con gli occhi verdi.
Come faceva a sapere che non so dove andare? Che non ho alcun posto dove dormire o alcuna persona con cui stare?
Come faceva a sapere che ero solo?

"assolutamente si perché non dovrei?" feci una risatina isterica,
li salutai ancora e varcai definitamente la soglia di quella porta.

e ora dove cazzo vado?

Who is Louis Tomlinson?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora