capitolo cinque

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"Louis, Louis" sentivo poco prima di aprire gli occhi, era l'infermiera quella dell'ospedale, Miranda.
"signora che ci fa qui?" Chiesi spaventato alzandomi
"Che ci fai tu qui piuttosto Louis?" era preoccupata
"Nulla, ero stanco e stavo per tornare a casa, credo di aver perso l'ultima metro e di essermi addormentato" mi grattai la testa e presi il cellulare per guardare l'orario
"Lei che ci fa qui?"
"nulla, ho parcheggiato la mia auto a questa fermata perché vicino l'ospedale stamattina era un casino e non c'era l'ombra di un parcheggio" mi spiegò sedendosi accanto a me.

"ora come farai a tornare a casa, abiti lontano da qui? vieni ti do un passaggio"  si offrì gentilmente prendendo le chiavi dalla borsa
"Non si preoccupi signora, mi arrangerò un modo lo trovo" come avrei fatto se mi avesse dovuto portare a casa, che le avrei detto? 'No guardi una casa non c'è l'ho perché non esisto e fino a che non mi troverò un lavoro dovrò fare il barbone?'

"Non accetto un no Louis, potresti essere mio figlio e se qualcuno lascasse mio figlio solo in un posto del genere per giunta di notte, lo ucciderei. Ed inizia a darmi del tu mi chiamo Miranda." Non potei rifiutare era stata così gentile e per giunta ripeto, era la persona più cara che avevo al memento.
"va bene Miranda, grazie"

Una volta in macchina lei mi chiese "dove abiti?" ci pensai per un po' prima di dire istintivamente l'unico luogo che mi venne in mente in quel momento, cioè la casa dei due ragazzi di stamattina. Gli dissi quella strada e mi feci portare li "aspetto che entri e poi vado"
grazie premurosissima, avrei voluto cacciarla a calci, che cazzo avrei dovuto fare, non avevo nessuna chiave e non abitavo di certo in quel portone.
Dopo un po' di finta ricerca nelle tasche arrivò il biondo tinto di questa mattina e pensai 'Cristo si' gli misi una mano sulla spalla e sorrisi alla donna in auto
"ti prego reggimi il gioco, apri il portone"
Lui non parlò, era abbastanza confuso, ma non esitò un secondo ed aprì il portone, una volta dentro vidi finalmente la donna andarsene.

"che succede Louis?" Mi chiese il ragazzo "chi era quella?"
"nessuno, grazie mille N-N"
"Niall"
"Si scusa Niall non ho una buona memoria" che imbranato nemmeno mi ricordavo il suo nome
"Grazie mille, scusa se ti ho disturbato, solo che-nulla, nulla grazie, buonanotte" provai ad avvicinarmi al portone
"se vuoi parlamene, so che non mi conosci ma puoi fidarti, sono una brava persona giuro" mi bloccò
"è che è un po' troppo complicato, mi prenderesti per matto da curare" scossi la testa
"no, fidati sono un ragazzo molto strano e ambiguo anch'io, ma molto divertente almeno" mi fece ridere "se vuoi" ci sedemmo sulle scale.

"questa mattina quando mi hai bagnato con quel secchio, ero appena uscito dall'ospedale ero lì per un incedente, nulla di grave" lo rassicurai vedendo la sua faccia sconvolta  "lei era la mia infermiera, mi ha incontrato in metro e mi voleva portare a casa" sintetizzai non mettendo molti particolari

"che ci facevi in metro a quest'ora? e perché non ti sei fatto portare a casa tua?" non avevo alcuna intenzione di dirgli la verità
"ero molto stanco e mi sono addormentato aspettando le metro e non voglio dirle la via di casa mia perché" mi bloccai, non avevo scuse, non sapevo che cosa dire.

"perché non voglio raccontartelo scusa" mi alzai e cercai di andarmene, ma aprendo il portone diedi una testata al petto di un ragazzo "Harry" sussurrai spaventato

"ah ma allora non hai poi così tanti problemi di memoria visto che il suo nome te lo ricordi" ci rimase male Niall, io ero imbarazzato e confuso non sapevo che dire o fare e mentre il riccio provava a dire "che ci fai qui?" io me ne andai e corsi via.

Era ancora molto presto, quindi non sapendo dove andare a dormire mi diressi sulla spiaggia dove dicevano di avermi trovato, con la speranza di riuscire a trovare il ragazzo rosso.

Mi misi sdraiato in riva e riascoltai quella registrazione circa 20 volte, fino a quando non sentii la testa cadere e mi addormentai.

Poche ore dopo mi svegliai, mi alzai e mi dissi 'sei bravo a parlare con gli altri e Louis, ora prendi la tua di vita in mano e cerca un lavoro, non puoi continuare a non avere una casa e a non poter mangiare' ci provai, alle 6 andai via da quella spiaggia e con il telefono molto scarico che mi sarebbe durato ancora poco, andai a cercare qualche bar aperto per potergli chiedere di lavorare.

Ne vidi circa 10 e quasi tutti mi diedero la stessa risposta "non credo, ma lasciami un recapito telefonico e ti chiameremo in caso" sfranto e quasi rassegnato mi diressi in un altro bar.

"Salve scusi, volevo sapere se cercavate personale" il ragazzo mi rispose con un grande sorriso, guardandolo mi resi conto che aveva circa le mia età, i capelli abbastanza corti, gli occhi marroni, una corporatura molto ampia ed era pieno di tatuaggi. "Sai, si. Stavo per mettere il cartello, hanno aperto questo bar da poco e sono solo, il proprietario cioè mio zio me ne ha data la piena gestione e da solo proprio non ci riesco, se vuoi parliamo un po' e vediamo se sei adatto" feci un sospiro di sollievo "si, grazie mille"

Ci sedemmo sulle sedie al nostro fianco e mi fece un po' di domande
"come ti chiami?"
"Sono Louis Tomlinson"
"quanti anni hai?"
"25"
"Perché vorresti essere assunto?"
"perché ho un tremendo bisogno di soldi e sono nella fottuta merda" lo feci ridere
"Sei esperto?"
"No ma so adattarmi e riesco a fare tutto quello che mi si chiede senza problemi"
"Sei stato molto-come dire- esaustivo" scoppiammo a ridere
"Sei disperato e pieno di sabbia" cercai di pulirmi imbarazzato "ma molto simpatico ed io ho bisogno di un ragazzo simpatico che sappia adattarsi e fare tutto." Tentennava un po'

"Ma si dai, sei assunto" mi tese la mano "piacere, puoi chiamarmi Liam"
"Grazie grazie grazie Liam" esultai con un enorme sorriso.

"Quando posso iniziare?"
"Nel pomeriggio verso le 16 sarebbe perfetto"
"ok grazie mille a dopo" saltarellai fuori dalla porta

Ora non mi resta che trovare un posto dove dormire, cosa molto più complicata dato che non ho uno nemmeno spicciolo in tasca, forse dovrei vendere il mio telefono ed affittarmi una stanza in qualche palazzo della periferia.
Un po' mi manca avere soldi a palate e avere ogni tipo lusso, ora dovrò guadagnarmi giorno per giorno da vivere, ma non mi importa, potrò finalmente costruirmi la vita che voglio e magari in futuro essere felice con una famiglia ed una piccola Darcy tra le braccia.

Preso dai miei pensieri sbattei contro un ragazzo "è destino per noi scontrarci ormai" ridacchiò quando alzai lo sguardo.

Who is Louis Tomlinson?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora