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Ho sentito la sua assenza.
E' stato come svegliarsi un giorno senza denti in bocca.
Non c'era bisogno di correre allo specchio per sapere che non c'erano più.



💭💎

Cara zia Mad,

fino a qualche ora fa mai avrei creduto di dover iniziare a scrivere una lettera del genere, eppure le circostanze m'impediscono di comportarmi diversamente. Inutile dirti come ho scoperto la verità; ma la prossima volta ti consiglio di trovare un nascondiglio più sicuro, invece del classico cliché dei documenti nascosti infondo al cassetto del comò.

Sto davvero cercando di trovare una reale scusa per la quale tu, in tutti questi anni, mi abbia tenuta nascosta una cosa del genere; un'informazione che riguarda la mamma, e soprattutto Me.

Eppure il reale motivo per cui ti lascio questo foglio è un altro. Per tutta la vita non ho fatto altro che restare ferma. Mentre il mondo mi superava a passo lento, io rimanevo nascosta dentro il mio giaciglio serena e protetta, eppure quelle sensazioni non erano altro che illusioni.
Il bisogno di sicurezza che tanto cercavo ha ostacolato qualsiasi mia decisione; ma questa volta però, sarà diverso. È per questo che ora, ho BISOGNO di partire.
Devo sapere la verità che so che tu non saresti in grado di darmi. Devo affrontare la realtà, capire chi sono io, trovare altre risposte, perché non c'è vuoto peggiore di quello creato dalla rinuncia.

Con amore,
sempre tua,

Katy.

Katy

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***

Quando lessi per la prima volta quei documenti quasi non credevo ai miei occhi; era tutto così assurdo che superava di gran lunga le trame dei film d'azione che ero abituata a vedere.

Elaborare tutte le informazioni che erano entrate in mio possesso non fu per nulla semplice, e rimasi sveglia tutta la notte cercando di formulare teorie assurde sul perché quella verità mi fosse stata nascosta.

Non mi ci volle molto però, a capire che rimanendo a Philadelfia, non avrei fatto altro che invecchiare mentre aspettavo quel treno con all'interno la verità, che non avrebbe mai raggiunto la stazione.

Sapevo, dentro di me, che zia Mad non sarebbe riuscita a spiegarmi tutto, ero cosciente che la sua versione della storia non mi sarebbe bastata, che avrebbe potuto omettere qualche dettaglio per proteggermi, non ero più una debole rosa da custodire dietro una cupola di vetro.

Dovevo andarmene da quel posto.

Se non altro, avevo capito di chi erano tutte quelle telefonate che riceveva Mad nell'arco della giornata, per le quali faceva sempre molta attenzione alle quasi non potessi origliare.
Era sempre la prima a prendere la posta, come se temesse che potessi leggere qualcosa di inadeguato, o sconvenevole.

Senza tralasciare che nell'ultimo periodo la zia non si lamentava mai delle bollette e altre spese extra, come se all'improvviso i nostri problemi economici fossero scomparsi nel nulla.
Dovevo pormi più domande, dovevo chiederle delle spiegazioni, invece avevo preferito la perfezione e non avere più nessun problema alla cristallina verità.

È stata dura per me trattenermi dal correre subito in camera sua tempestandola di domande; sono una persona impulsiva, quindi sono rimasta colpita dal modo in cui ho deciso di gestire la situazione.

So che facendo ciò che ho fatto ho sicuramente spezzato il cuore di mia zia, che con tanto impegno e amore ha sempre cercato di darmi tutto nella vita, anche quando ci trovavamo in un momento difficile, ma come diceva il mio vecchio amico Oscar Wild:

"Ogni impulso che cerchiamo di soffocare fermenta nella nostra mente e ci avvelena."

È quindi giunto il tempo di ascoltare il proprio istinto.

L'autobus in cui mi trovavo era in viaggio da poco meno mezz'ora, perciò frugai nelle tasche del mio zaino alla ricerca del mio cellulare.

Con me non avevo portato molto: il mio computer portatile, un borsone con all'interno i vestiti più comodi che avevo nell'armadio insieme ad un beauty case e per finire la mia chitarra, non ero certa se sarei riuscita ad utilizzarla, ma in ogni caso mi avrebbe fatto compagnia.

Il display del cellulare si illuminò, e dopo aver notato più di 10 chiamate perse dalla zia decisi di spegnerlo definitivamente, almeno finché non avrei trovato qualche informazione che lei avrebbe potuto confermare.

Indirizzai lo sguardo fuori dal finestrino nella lontana speranza di vedere paesaggi pittoreschi, immaginando che l'autobus si trovasse immerso nella natura, ma questa fantasticheria svanì nell'esatto momento in cui una macchina ci frecciò accanto ricordandomi quando fosse estenuante il traffico dell'autostrada.

Cercai nella tasca della giacca il mio fidato MP3 che Mad mi regalò al mio 11° compleanno e, dopo averlo collegato alle cuffiette feci partire Evolve, il mio album preferito degli Immagine Dragons; dopo di che, cercai di appisolarmi.

Il fastidioso suono del clacson di qualche auto mi svegliò di soprassalto; il breve pisolino che avevo in mente di fare si era trasformato in una profonda dormita di cui avevo probabilmente bisogno... peccato che il mio cervello non aveva calcolato il breve tempo di tragitto che ci aspettava.

Cercai di allungare le gambe e le braccia indolenzite il più possibile, ma il poco spazio tra il mio ed il sedile di fronte me lo impediva, e non poco.

Nel sedile vuoto accanto al mio avevo appoggiato tutte le mie cose, tra qui la cartellina azzurra in cui la zia aveva nascosto tutte le informazioni; la fissai per qualche secondo prima di prenderla tra le mani.

La mia vita era sempre stata molto semplice; movimentata sì, ma la monotonia la rendeva terribilmente noiosa, quindi fui felice, seppur solo in parte, di subire un cambiamento così drastico.

"Tesoro svegliati! Siamo arrivate!" sentì una voce femminile che si rivolgeva ad un bambino un paio di sedili davanti al mio.

Girai lo sguardo verso il vetro sporco e rimasi senza parole quando mi resi conto che eravamo finalmente arrivati.

THE BLACK DIAMONDDove le storie prendono vita. Scoprilo ora