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In questo disordine sgraziato di vanterie ed esibizioni,
l'eleganza del silenzio, la delicatezza del ritrarsi,
la forza del prendersi cura delle piccole cose.

Rarità.




Il Signor Diamond stava per rispondere inventando sul momento una qualche scusa terribile che sarebbe servita a giustificare il vero motivo della sua fretta nel cacciarmi via, ma non ci riuscì, perché improvvisamente tutti nella stanza i voltammo verso la porta, dal quale erano appena entrati un ragazzo seguito da una ragazza che gli stringeva la mano.
Stavano chiacchierando animatamente tra di loro, i sorrisi di entrambi si completavano a vicenda, mentre gli occhi di uno guardavano l'altro come se fosse l'ottava meraviglia del mondo.

Non mi ci volle molto ad intuire chi fosse quel ragazzo, il battito accelerato del mio cuore aveva già preceduto la mia mente. Mi risultò quasi impossibile descrivere mio fratello. Perché a certa bellezza non puoi reagire. Ti incanta la pelle. Ti crea spazi tra gli occhi. Ti fa luce limpida nel cuore.
Aveva i capelli mossi e neri come la pece sistemati con del gel per evitare che un ciuffo gli coprisse gli occhi bui; quest'ultimi mi sembrarono identici a quelli del signor Diamond, scuri ed impenetrabili. Gli guardai bene il volto, e potei notare che aveva gli stessi lineamenti leggermente marcati come quelli della mamma. Il ragazzo era alto e atletico, mancante della muscolatura di un giocatore da football. Vedendolo non riuscì a trattenere un sorriso. Mi sembrava quasi di vedere la mamma in ogni sua caratteristica fisica.

Il tempo, che si era fermato, ricominciò il suo corso solo quando gli occhi penetranti di Alec incrociarono i miei, pieni di commozione. Aprì la bocca stupita di trovarmi finalmente di fronte a lui, non sapevo cosa dirgli perché non avevo mai pensato che prima d'ora si sarebbe mai potuto verificare un evento del genere; ma mentre ogni parte del mio corpo sprigionava gioia allo stato puro, il suo sembrava emettere sensazioni completamente opposte. Anche le sue labbra si erano socchiuse, gli occhi sbarrati dallo stupore. Lasciò la mano che aveva intrecciato con quella della ragazza e se la passò tra i capelli come un gesto nervoso, mentre l'altra mano era stretta in un pugno.

«Tesoro, lei è... lei è Caitlyn» mi presentò serrando la bocca e avvicinandosi preoccupata al figlio, come se temesse in una sua reazione catastrofica che poteva verificarsi da lì a poco.

«Quella Caitlyn?» m'indicò con lo sguardo mentre la domanda colma d'amarezza riempì il vuoto attorno a noi. Il mio cuore si fermò sentendo la sua voce disprezzarmi in quel modo.

Non sapevo come comportarmi; Alec era a conoscenza della mia esistenza, il che mi fece apprezzare il fatto che i signori Diamond si fossero preoccupati di raccontargli la verità, a differenza di com'era successo per la mia situazione. Strinsi la mandibola ripensando alle bugie che mia zia mi aveva raccontato per tutti questi anni. Ma vederlo ora, davanti a me, con tutta quella rabbia che sembrava voler buttar fuori... era una situazione che non avevo mai creduto possibile.

Il mio sguardò ricadde per un attimo sulla ragazza al suo fianco, che aveva ripreso a stringere la mano di Alec come per tranquillizzarlo. Mi guardò intensamente prima di rivolgermi un debole sorriso di conforto, che ottenne però l'effetto opposto su di me, in quando non sapevo cosa aspettarmi poi. Sussurrò qualcosa all'orecchio del ragazzo e, dopo avergli dato un bacio a fior di labbra uscì dal portone principale, salutando fugacemente il resto della famiglia.

"Alec" pronunciai il suo nome ad alta voce, per la prima volta in vita mia, ritenendo opportuno che intervenissi e riuscendo finalmente a spostare la sua attenzione sulla sottoscritta.

THE BLACK DIAMONDDove le storie prendono vita. Scoprilo ora