I RISULTATI DEI G.U.F.O.

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15 luglio, 1976. Tenuta di Arcturus Black, Cornovaglia.

La famiglia Black era intenta a consumare un pranzo frugale attorno alla tavola della saletta da pranzo, nella loro residenza estiva. Era stata Walburga a ordinare a Kreacher, l'elfo domestico di famiglia, di preparare un pasto per nulla sfarzoso e piuttosto scarno, che nulla aveva a che vedere con i ricchi banchetti di Hogwarts, pieni di leccornie e prelibatezze, ai quali i tre figli si erano ormai ampiamente abituati. Si trattava di una sottile provocazione, da parte della madre, che manifestava la sua implicita disapprovazione nei confronti delle scelte educative che la scuola perseguiva.

Una critica che, a quanto risultava, anche il marito, Orion Black, condivideva pienamente. L'uomo, dal perenne aspetto austero, mostrava il suo totale appoggio alla consorte gustandosi con espressione solenne ogni boccone di quelle pietanze insipide e povere di sapore, che Kreacher faceva apparire nel suo piatto d'argento con regolari schiocchi di dita.

Alya, Regulus e Sirius non ostentavano il medesimo entusiasmo, ma furono ben lungi dal manifestare il loro disappunto riguardo al menù proposto, mal celando, tuttavia, una velata delusione nei loro volti. Tutti e cinque mangiavano in religioso silenzio, con solo il tintinnare di calici e posate come sottofondo. Ad ogni modo, era abitudine, in casa Black, consumare i pasti senza perdersi in chiacchiere. Ad un occhio esterno, la situazione poteva apparire come un'altra delle rigide regole imposte da Walburga, per far sembrare la sua famiglia ancora più nobile e regale di quanto già non fosse considerata. Tuttavia, la scelta del silenzio aveva ben altre ragioni: i rapporti con il figlio maggiore, Sirius, erano peggiorati inesorabilmente, a causa del totale rifiuto che il ragazzo mostrava nei confronti dei valori elitari in cui la stirpe dei Black credeva ciecamente. Il suo disgusto nei confronti di ogni membro della sua nobile famiglia - compresi Alya e Regulus, naturalmente - era sempre più evidente. Qualsiasi accenno di conversazione rischiava di trasformarsi in una furiosa lite sui diritti di sangue magico e su quanto Sirius recasse disonore alla famiglia.

Perciò, fintanto che i cinque Black si fossero trovati insieme nella stessa stanza, seduti allo stesso tavolo, era molto più conveniente mantenere un sicuro e controllato mutismo, in modo da non rovinare la verosimile atmosfera di serenità delle vacanze estive.

Tuttavia, quel giorno si respirava un'aria di insolita tensione alla tenuta di Arcturus Black, ma che nulla aveva a che fare con i latenti dissapori familiari. Sia Sirius che Alya continuavano a lanciare occhiate nervose alla finestra della sala. Nessuno dei due osava ammetterlo, orgogliosi com'erano, ma entrambi si aspettavano che da un momento all'altro arrivassero gufi, allocchi, civette o qualsivoglia rapace con in zampa i risultati dei loro esami sostenuti neanche un mese prima. Un'attesa carica di ansia e aspettativa, che nascondeva anche un infantile timore per le possibili reazioni dei genitori riguardo i loro voti. Tuttavia, le uniche cose che entravano dai vetri della finestra erano i raggi del sole, che inondavano di copiosa luce iridescente la sontuosa mobilia della stanza. Nessun volatile all'orizzonte, nemmeno un merlo o un fringuello.

"Sei agitata, ammettilo." punzecchiò Regulus, guardando Alya con l'espressione di chi la sapeva lunga. Terminato il pranzo, fratello e sorella si erano rifugiati al piano di sopra, nella saletta da ballo che Alya adorava. Sirius si trovava nella stessa ala del palazzo, ma rintanato nella sua stanza. Aveva preso l'abitudine di passarci tutto il suo tempo, esclusi i momenti di riunione obbligata di famiglia. Alya presunse che lui e quel suo amico pomposo, James Potter, avessero finalmente trovato il modo di comunicare tra loro senza l'utilizzo di lettere e gufi. Era l'unica spiegazione plausibile per quel comportamento così tranquillo e inusuale del fratello.

Regulus se ne stava pigramente appollaiato su una delle sedie imbottite, presenti lungo il perimetro della sala, fischiettando il motivetto della canzoncina francese per bambini che la madre aveva insegnato loro da bambini. Alya, incapace di stare ferma, aveva preso a improvvisare alcuni passi di valzer, ballando una danza tutta sua. Era sempre stato così: quando era nervosa per qualcosa, Alya danzava. E Regulus la conosceva bene.

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